Inaugurata a maggio e visitabile fino a novembre, La Biennale Architettura 2021 a Venezia è l’esempio di una straordinaria caparbietà e visionarietà tutte italiane. Primo evento internazionale ad avere aperto dopo i lunghi mesi della pandemia, promuove una serie di riflessioni e ricerche sul tema del futuro dell’umanità e del pianeta. Sotto al suggestivo titolo How we will live together, scelto del curatore di origini libanesi Hasim Sarkis, si raccoglie un sistema tutt’altro che banale di risposte e di provocazioni, in vista di città più sostenibili e resilienti. Tra i tanti padiglioni e studi meritevoli di citazione, alcuni hanno proposto esposizioni particolarmente intriganti.

La Danimarca presenta oltre mille piantine di pino interrate, una sorta di foresta in miniatura realizzata dallo studio danese Effekt. Questa foresta circonda modelli in scala dei progetti dello studio, con tetti verdi, serre e giardini urbani. Un tavolo di coltivazione idroponica (una delle tecniche di coltivazione fuori suolo dove la terra è sostituita da un substrato inerte), controllato a distanza da Copenaghen, nutre le piante per tutta la durata della Biennale. Dopo la mostra, le 1.200 piantine saranno riportate in Danimarca e ripiantate come parte di un progetto di forestazione urbana.

EcoLogicStudio di Londra presenta il progetto Bit.Bio.Bot che invita i visitatori ad assaggiare le alghe appena raccolte e a considerare di coltivarle nelle proprie case. Combinando architettura e microbiologia, la ricerca mostra come gli abitanti delle città potrebbero purificare l'aria, sequestrare il carbonio, ottenere una fonte di cibo sostenibile e godere di una maggiore connessione con la natura coltivando le proprie alghe. Le alghe sono potenti foto-sintetizzatori e possono assorbire più anidride carbonica degli alberi. Lo studio londinese, che ha lavorato con questi antichi microbi per 10 anni, li descrive come aventi “un'intelligenza biologica unica” e il loro metabolismo è totalmente efficiente.

L’Antartide è un territorio conteso, ricco di risorse naturali che potrebbero rivelarsi indispensabili in un mondo sempre più in crescita. Gli strati di ghiaccio che si sono accumulati sul suo suolo rappresentano una sorta di archivio planetario che conserva dati scientifici cruciali per informazioni ambientali. Questa riserva di acqua dolce - pari al 70% di quella disponibile nel nostro pianeta - è un elemento prezioso per la sopravvivenza dell'umanità. Se si dovesse sciogliere a causa dal riscaldamento globale indurrebbe un innalzamento dei mari, fino a sommergere le aree costiere di tutti gli altri continenti. Imparando dallo spirito di cooperazione antartico, in cui l’istinto di sopravvivenza unisce persone di cultura e specializzazioni diverse, lo Studio Unless propone, con Antarctic Resolution, di avviare la costruzione di una piattaforma in cui cittadini planetari (indipendentemente dalla loro nazione) si impegnano a salvaguardare il futuro dell’Antartide e del nostro pianeta.

Infine, il Padiglione dell’Uzbekistan, con un allestimento che include significative immagini del fotografo Bas Princen, propone un interessante percorso dalla memoria alla contemporaneità. Mahalla è una parola araba che ha vari significati: sia un quartiere tradizionale, sia una forma di organizzazione della vita comunitaria, sia un luogo dove lo stato e la società si incontrano a livello locale. Mahalla rappresenta quindi una forma antica e contemporanea di “vivere insieme”, aprendo così nuove possibilità di integrazione e socialità, verso la città del futuro.