Ascoltami, io ti darò qualcosa che ti farà dimenticare i tuoi sogni meschini, il tuo misero regno, la tua moglie che invecchia. Rimani e questa notte l'Olimpo conoscerà un nuovo Dio, Ulisse. Ulisse: Immortale!

Questo diceva la Maga Circe nell’Odissea omerica per trattenere il famoso condottiero greco Ulisse che era approdato presso il luogo che oggi porta il nome “Circeo” (anticamente “Circei”), infatti, è etimologicamente accettato che il nome del promontorio deriva proprio dal personaggio femminile dell’opera classica, tuttavia il santo a cui si fa riferimento nella denominazione del centro abitato è probabilmente San Felice II, antipapa, vissuto nel IV secolo d.C.

Un promontorio roccioso proteso in un tuffo ideale verso il Mar Tirreno e fertili campagne su una distesa pianeggiante a Sud di Roma sono il borgo dai mille volti, il comune di San Felice Circeo. Il luogo sin da tempi antichissimi è stato identificato come un luogo magico, pieno di mistero, Omero proprio qui colloca la dimora della Maga Circe, ammaliatrice che ruba il cuore di Ulisse e tramuta in porci i suoi compagni, anche se la leggenda nasconde un fondo di verità legato al culto della dea Circe nell’antica città di Circei con un tempio collocato proprio sulla vetta del promontorio.

La permanenza umana in questi luoghi è attestata da tempi ancor più remoti. Il promontorio, infatti, è stato testimone dell’evoluzione della specie umana, avendo ospitato Neanderthal e Sapiens, che hanno lasciato diverse tracce del loro passaggio, la più importante delle quali un cranio di Homo Neanderthalensis risalente a circa 50.000 anni fa, rinvenuto presso Grotta Guattari.

Il borgo antico di San Felice Circeo si trova ad un centinaio di metri sopra il livello del mare e ancora sono visibili nei suoi edifici i segni del glorioso passato di colonia latina, rocca templare e luogo di residenza di nobili casate. Il centro storico è avvolto da una natura rigogliosa e incontaminata, il visitatore è spronato a passeggiare nei suoi boschi, segnati da sentieri da trekking e a visitare l’omonimo Parco Nazionale che dal 1934 preserva e valorizza il significativo patrimonio naturalistico della zona.

La fioritura dei ciclamini nel periodo primaverile (il Cyclmen repandum) e nel periodo autunnale (il Cyclamen hederifolium), con il meraviglioso manto dalle diverse sfumature di viola, è tra gli spettacoli che la natura del promontorio può regalare a coloro che ne percorrono i sentieri.

Cinto dalle sue antiche mura, il borgo di San Felice è costruito su una pianta che mostra ancora i segni dell’organizzazione romana; infatti, arrivando dalla zona nuova del paese vi si potrà accedere attraverso una porta ad arco (presso la quale anticamente sorgeva un ponte levatoio con utilizzo difensivo), che immette direttamente nel cuore del centro storico, Piazza Vittorio Veneto. La piazza, di recente ristrutturazione, è dominata dalla Torre dei Templari, testimonianza della permanenza dal 1240 al 1259 dell’ordine cavalleresco sul promontorio, dove era giunto a difesa della rocca, sempre sotto minaccia di attacchi provenienti dal mare.

La Torre dei Templari, conserva sulla sua facciata ancora funzionante un orologio a sei ore, che sarebbe l’antico sistema di misurazione del tempo detto “all’italiana”, fatto installare dal Principe Stanisalo Poniatowski nel XIX secolo, inoltre ospita la mostra permanente “Homo Sapiens e Habitat”, nelle cui sale sono illustrati gli eventi naturali, biologici e culturali più significativi del Quaternario, con particolare attenzione al patrimonio del Circeo e alla regione pontina.

Altre bellezze del luogo sono il giardino panoramico di Vigna La Corte che offre un’incomparabile vista sul mare e sulla costa di San Felice Circeo e della Riviera d’Ulisse e da dove è possibile ammirare in posizione predominante il sito archeologico romano della Villa dei Quattro Venti (II-I sec. a.C.), poi l’Acropoli Megalitica composta di massi squadrati di enormi dimensioni le cui origini non trovano ancora completamente d’accordo gli scienziati. Ma oltre a tutte queste spettacolari presenze storiche, naturalistiche, e monumentali fa il suo bel figurone un frutto dell’omonima pianta che viene utilizzato immaturo: la zucchina.

La zucchina è un vanto del territorio e viene esportata a livello nazionale e non solo. Questo ortaggio occupa nella cucina degli italiani un posto importante, perché impiegato largamente non solo come contorno, ma anche come condimento per primi piatti, e per diverse specialità che la vedono come componente essenziale e centrale.

A San Felice Circeo la zucchina viene utilizzata per realizzare un piatto semplice, che spesso si trovava sulle tavole delle famiglie contadine nel secolo scorso, ma che ancora oggi è largamente diffuso come piatto veloce e gustoso, le cosiddette zucchine alle sanfeliciana, chiamate in dialetto “i cucuzzije a iu test” (zucchine cucinate su un testo di latta).

Zucchine alla sanfeliciana

Ingredienti:

zucchine: 150 – 250 grammi a persona
farina, parmigiano, pangrattato: q.b.

Le zucchine fatte a rondelle non troppo fine, dopo essere state lasciate sotto sale per ridurre l’acqua, vengono mescolate in un recipiente con la farina e del parmigiano, poi stese su una latta da forno fino ad occuparne tutto il diametro e spolverate ancora con farina e parmigiano. In ultimo viene aggiunto il pangrattato, che va a ricoprire lo strato superiore delle zucchine, che dovranno cuocere in forno per 30/40 minuti, fino a formare in superficie un’invitante crosticina dorata. Un piatto semplice, ma molto buono, tutto da provare!