La litoterapia, l’utilizzo di pietre, minerali, cristalli e gemme preziose per un riequilibrio energetico/psicosomatico, come terapia vibrazionale (per chi è scandalizzato dall’uso del termine in modalità curativa può rifarsi al significato etimologico greco, più spirituale, di therapeia come “servizio”) richiederebbe alcune conoscenze basilari di geologia, cristallografia, cenni di chimica, una acquisizione di conoscenze delle antiche modalità di utilizzo, riferimenti alla simbologia e alla mitologia che racchiudono spesso conoscenze velate, allegoriche (se non sono state alterate da tradizioni e trascrizioni inesatte o corrotte).

Ma l’aspetto fondamentale, per evitare i meccanismi fuorvianti e infantili della pietra miracolosa che risolve tutti i problemi è una conoscenza profonda della anatomia sottile, dei corpi energetici, dell’aura. Il vero significato della litoterapia come sistema vibrazionale è nel riferimento dell’essere umano come una strutturazione multidimensionale di piani di coscienza, di percorsi del flusso pranico trasdotto e distribuito dai punti energetici dei chakra.

Inoltre, per definirsi un vero esperto, l’operatore in litoterapia (un crystal master o permettetemi il neologismo un … lito magister?) dovrebbe affinare la propria percezione per acquisire anche una visione “sottile”, sviluppare la sensibilità di “sentire” le informazioni impresse nei cristalli per coglierne il giusto utilizzo.

Addentriamoci in una panoramica degli utilizzi e campi di applicazione, (riservandoci specifici approfondimenti in prossimi appuntamenti) dando per scontato la comune modalità di indossarli e in combinazione con i vari metalli. Quello che chiamiamo gioielli erano inizialmente amuleti, talismani, segni di potere, di comando, di iniziazione, di status sociale e religioso. Analizzando le parti del corpo di riferimento - dita, polsi, collo, ecc.- zone ricche di sensibili percorsi di meridiani, nadi, zone di riflesso, marma e chakra i nostri gioielli si trasformano in strumenti di valenza terapeutica. Ma la litoterapia si estende anche:

  • Alle sedute personalizzate di riequilibrio energetico condotte da un esperto o autogestite.
  • All’interazione negli ambienti secondo i principi di riequilibrio della geobiologia, del vastu e del feng shui.
  • Di ausilio per il mondo vegetale e animale.
  • All’integrazione con altre terapie vibrazionali.
  • Come di oli da massaggio: pietre, gemme e cristalli in olio e contenitori colorati esposti al sole in una sorta di cromoterapia di semplice preparazione.
  • Come elisir di gemme. La preparazione richiede, oltre a gemme e cristalli di qualità, l’intervento della luce solare, di un liquido come acqua magnetizzata e alcool purificato spagiricamente che possano, insieme, raccoglierne la componente vibrazionale. Sono estratti che si combinano in ottima sinergia con le essenze floreali.
  • Come strumenti di cromoterapia. Cristalli e gemme, in particolare, sono espressione materializzata della luce e del colore. Alcune gemme sono utilizzate come concentrati di colore ed emettitori cromatici di perfetta qualità. Tante tradizioni indicano le gemme e cristalli come prana (o Ki) materializzato.
  • In radionica. Un utilizzo molto sottile che richiede conoscenze e lunga esperienza in radiestesia e non sperimentazioni casuali. Il classico pendolo radiestesico è sovente composto di vari materiali derivanti dal mondo minerale. I cristalli e in particolare modo le gemme, si combinano con i quadranti radionici, ma anche con altre geometrie sacre legate alle onde di forma come yantra e mandala.
  • Come oggetti di risonanza vibrazionale in musicoterapia, nel Nada e mantra Yoga o sonopuntura. Un utilizzo particolare quando il cristallo è posizionato sui punti chakra, cercando una risonanza con il mantra relativo o il livello vibratorio specifico. Oltre i chakra, anche le nadi dei flussi pranici risentono dell’azione del suono e della litoterapia.
  • All’integrazione di un completamento pratico nell’astrologia: l’astrologia vedica del Jyotisha ha sviluppato un raffinato sistema di correlazione tra astri e gemme preziose, ben lontana dalle banalizzazioni e generalizzazione della pietra - del - segno. Una astrologia (anche occidentale) più indirizzata alla ricerca della manifestazione dell’archetipo: anche le pietre partecipano come condensazione materiale degli archetipi universali. L’antica conoscenza dello hasta samudrika indiano, considerata una disciplina facente parte della tradizione astrologica, nota in forma ridotta nel mondo occidentale come chirologia (o chirometria o chirosofia), ci indica come creare una speciale correlazione energetica attraverso le dita o i polsi con pietre e gemme. (Il testo scritto più antico dell’hasta samudrika risale a 5000 anni fa).
  • Integrati con le metodiche di rilassamento e meditazione. La tradizione tantrica ha tramandato una sofisticata litoterapia basata sull’influenza tra gemme preziose, cristalli, pietre e l’uso di metalli, yantra, mandala, mantra, chakra (e le già citate relazioni astrologiche).

Nella farmacologia ayurvedica si usano numerose pietre, cristalli, minerali e gemme che sottoposti ad una accurata lavorazione, dove viene eliminata la componente tossica, si rendono biodisponibili per uno scopo curativo. Noti come basma (o pisthi) si estraggono dal corallo, dalla perla, dal rubino, dal diamante, dallo zaffiro, dalla tormalina, dal topazio, ecc.

La tradizione ayurvedica antica richiedeva una preparazione ed un impiego legato all’uso di mantra e una osservanza dei cicli astronomici e astrologici.

Con una medicina ayurvedica moderna i basma hanno un utilizzo ponderale e biochimico ufficialmente inserito come pratica terapeutica e specializzazione medica.

L’utilizzo degli estratti litoterapici era già noto da lungo tempo in tutte le tradizioni alchemiche e curative evidenziando conoscenze universalmente diffuse.

Abbiamo anche una litoterapia omeopatica dove minerali e pietre vengono lavorati e dinamizzati per renderli assimilabili. Ma non è una forma di litoterapia (o di geofagia) l’uso delle argille o di altre terre rare per uso alimentare o uso topico? Non eseguiamo una quotidiana e semplice litoterapia usando cristalli di sale (cloruro di sodio) non riconoscendo quanto questo cristallo racchiude in sé una lunga storia di sacralità e ritualità simbolica e valore commerciale.

Anima mia, scendi cantando il nome di Dio nelle acque profonde dell’oceano del cuore, mai privo di gemme.
Scendi di più e ancora di più, intanto non avrai le perle preziose.
Anima mia, nell’oceano della Conoscenza si trova la perla del Regno: cercala sotto la guida del maestro, prendila con rispetto.
Numerose sono le gemme sparse sul letto dell’oceano, immergiti ancora di più: le troverai in quadrupla abbondanza.

(Ramaprasada)

Qualche nota personale

Se vogliamo datare il mio incontro con la litoterapia risaliamo ai primi inizi degli anni ‘80. Fino allora non mi ero mai interessato al possedere tali oggetti, non avendo neanche attraversato la fase delle classiche collezioni da bambino.

Ma cominciarono i primi i sogni, tanti, insistenti, così incisivi che ne ho memoria tuttora, quasi ossessivi: ad ogni mio entrare nel sonno (potesse essere anche un breve riposo pomeridiano) mi trovavo nei sogni con la presenza di cristalli, di personaggi sconosciuti che mi offrivano sfere, di luoghi composti di sola materia cristallina. Compresi solo successivamente di avere avuto una sorta di esperienza di iniziazione alla litoterapia.

Nello stato di veglia non trovavo corrispondenze, informazioni, erano tempi senza Internet, con pochissime pubblicazioni, né tantomeno, per una città di provincia, di negozi o rivenditori (il massimo che mi veniva offerto era il cristallo Swarovski); inoltre, scarsa era mia esperienza culturale e di viaggiatore. Fu il mio orientarmi (nel senso etimologico di rivolgersi ad oriente) del primo viaggio in India nel 1983/4 la scoperta che nella cultura indiana vi è una estesa presenza di cristalli e gemme, che yogi, sadhu e persone comuni utilizzano in mala (collane sacre per pratica yogica e devozione), oggetti rituali e farmaci.

Ebbi il piacere di appropriarmi del mio primo piccolo shivalingam di cristallo ialino (quarzo di rocca). In Italia iniziai “pellegrinaggi “nelle fiere dei collezionisti, o la ricerca dei pochi negozi (scovati sulle mitiche Pagine Gialle) specializzati, allora, solo in oggetti estetici, di arredamento o per collezionisti.

Mi immersi nello studio dei testi dedicati agli antichi lapidari, alla presenza nei simboli e nella mitologia, ma soprattutto alle prime e (allora) sconvolgenti esperienze reali dell’utilizzo dei cristalli, affinate dall’intenso percorso della pratica yoga.

Cominciai le numerose sperimentazioni e applicazioni del mondo delle pietre, alla conclusione di essermi immerso in una autentica e antica terapia vibrazionale, al continuo stupore della evidente bellezza di queste creazioni della Natura. Ulteriori iniziazioni sono arrivate con l’alchimia, con l’ayurveda, con la tradizione occidentale ermetica e il tantra e l’inevitabile contatto con l’onda della new age che ha riportato in vita l’uso, ma trasformato rapidamente nel meccanismo spiritual-banal-commerciale, l’attuale cristalloterapia. Ma che ha anche generato numerosi appassionati, ricercatori, insegnanti e facilitato l’accesso a tanto materiale da utilizzare.

Pietre, cristalli, minerali e gemme accompagnano il mio vivere quotidiano, di studio e di insegnamento: come mala per la ripetizione dei mantra e con dedizione ad una sakti, specifica, come supporti per favorire l’azione di oniromanzia, come amplificatori o correttori delle forze planetarie, come focalizzatori per le distrazioni della mente nelle pratiche di meditazione e concentrazione, come tutor per coltivare piante, come oggetti di collegamento e unione tra persone, come catalizzatori degli intenti di un rituale, di una puja, per indicare informazioni utili nella lettura di un cristallo personale, come riequilibratori dei chakra e … tanto altro.