Venticinquesima edizione per New Conversations – Vicenza Jazz sotto la direzione artistica di Riccardo Brazzale, che festeggia questa speciale ricorrenza confermandosi fra le prime kermesse desiderose di riprendere l'attività, dopo il rigido black out imposto dalla pandemia.

“Una luce al termine della notte” è l'eloquente titolo scelto per un edizione che sposta lievemente la sua collocazione in calendario, (si svolgerà dall'1 al 10 Luglio) , piazzandosi in estate con degli spazi per la maggior parte inediti: da Parco Querini al Giardino di Santa Corona, dall’Hangar del Parco della Pace al Giardino del Teatro Olimpico, ma anche il Tempio di San Lorenzo, così come Palazzo Chiericati, la Basilica Palladiana, Palazzo Leoni Montanari e la magnificenza del Teatro Olimpico, cornice veramente unica al mondo.

Di particolare interesse è la sezione PianoLand, che allinea tre dei maggiori esponenti contemporanei: il 5 Luglio (Parco Querini) un gruppo in cui il virtuoso pianista cubano Gonzalo Rubalcaba, lanciato ad inizio carriera dall'indimenticabile Charlie Haden, incontra la vocalist Aymée Nuviola, per un omaggio alle meravigliose melodie dell'isola caraibica.

Il 6 (ancora al Parco Querini) nuovo atto del romanzo che lega Brad Mehldau al festival vicentino. L'ultima apparizione era stata in trio nel 2016, con tanto di standing ovation, questa volta però il jazzista americano affronterà la sempre avvincente sfida del piano solo, luogo ideale per amplificare il suo innato lirismo.

Il 7 incontro di cartello nell'incomparabile sito del Teatro Olimpico con il trio accreditato a Fred Hersch, un vero fuoriclasse dello strumento che di Mehldau è stato anche uno dei principali riferimenti (e maestri). Con lui una sezione ritmica con i fiocchi, completata da Drew Gress al basso e Joey Baron alla batteria.

Fra gli altri concerti svettano quelli del trombettista norvegese Nils Petter Molvær (1 luglio, Hangar Parco della Pace), mentre verso la chiusura del festival ci sarà lo stimolante omaggio alla figura dell'iconoclasta David Bowie secondo la versione di Paolo Fresu, che per l’occasione si presenterà alla guida di una formazione che annovera Petra Magoni, Filippo Vignato e Christian Meyer (il 9, Parco Querini), per chiudere davvero con il botto grazie al quartetto del batterista Antonio Sanchez, che i più conoscono per la sua militanza ultra ventennale al fianco di Pat Metheny o per la sonorizzazione di “Birdman”, la pellicola capolavoro del regista messicano Alejandro Inarritu con una all stars che allinea i sax di Donny McCaslin e Miguel Zenon in prima linea con il supporto del solidissimo Scott Colley al contrabbasso (il 10, Parco Querini).

Lo affiancheranno quindi tre personalità dal differente background: McCaslin è stato al fianco dell'ultimo David Bowie, quello di Black Star per intenderci sviluppando un interessante carriera parallela, Zenon ha di recente dato alle stampe un ben calibrato tributo alla musica di Ornette Coleman, oltre ad essere un membro fondatore del San Francisco Jazz Collective.

Colley invece ha una carriera a tutte stelle con molte collaborazioni di prestigio. Fra queste ricordiamo quelle con lo stesso Metheny e poi Jim Hall, Herbie Hancock, Dizzy Gillespie, Joe Henderson e molti altri.“Ci tenevo tanto che Vicenza Jazz ripartisse – afferma il Sindaco Francesco Rucco – perché, fra le tante, è stata una delle manifestazioni più colpite dalle conseguenze del Covid, prima a maggio dello scorso anno, poi con l’ondata invernale. Nel mio immaginario, Vicenza Jazz resta da tanti anni una delle manifestazioni più marcatamente ‘vicentine’, amata sia dai cultori che dai semplici appassionati, che la aspettano, come un appuntamento di famiglia. Ne abbiamo parlato tante volte, in questi mesi, con Riccardo Brazzale e con Luca Trivellato: era proprio ora di ripartire”.

Lo stesso Trivellato, brillante imprenditore da sempre co-produttore del festival e fautore di un ulteriore iniziativa che sarà a sostegno dei giovani e dei locali che riprenderanno a fare musica, ribadisce:“Credo che in questa XXV edizione ci sia molto dell’essenza del nostro festival: la volontà di cercare nuove strade, aprirsi alle cose e ai suoni nuovi, cercare la contaminazione con altre musiche e altre esperienze artistiche. Su queste idee di base è facilissimo trovarsi in sintonia con le scelte di Riccardo Brazzale. E su queste basi annuncio sin d’ora una edizione 2022, totalmente fuori pandemia, che farà parlare di sé”.