Da luglio 2020 ha preso il via il nuovo progetto E(ART)H OFF a Castiglione Dei Pepoli in provincia di Bologna a cura di Federica Fiumelli di Officina 15.

Il secondo progetto espositivo pensato per la "Sala della terra” parte del Centro di Cultura Paolo Guidotti - è dell’artista Jacopo Naccarato - dal titolo “Pance di pietra”.

Il progetto E(ART)H OFF nasce come ulteriore sviluppo dell’esistente #artOFF che mette al centro l’arte contemporanea in un dialogo con la comunità e il territorio dell’Appennino.

#artOFF infatti è un progetto di promozione artistica nato all’interno dell’associazione culturale Officina 15 che ha l’intento di avvicinare e sensibilizzare la comunità e il territorio dell’Appenino nei confronti dell’arte contemporanea e della fruizione delle opere.

Da tre anni il progetto #artOFF invita mensilmente - bimensilmente artisti di diversa generazione ad esporre presso gli spazi dell’Associazione.

Vista l’importanza della “Sala della Terra” si vuole espandere il progetto invitando con la stessa cadenza sopraindicata un artista per volta con un’opera specifica a dialogare con la sala.

Questa diviene così un’occasione di rileggere l’importante patrimonio della sala mettendolo in dialogo con un linguaggio complesso come quello dell’arte contemporanea.

Il nuovo progetto E(ART)H OFF - contiene già nel nome la doppia natura: terra - suolo - terreno e arte. OFF vuole indicare l’ubicazione nel territorio dell’Appennino “distante” e “differente” dai centri cittadini.

Come si evince dal testo critico di questo secondo progetto espositivo:

“Le “Pance di pietra” di Jacopo Naccarato - quasi un ossimoro scultoreo; porzioni di arenaria che vengono sottratte in favore di un’operazione poetica, adagiate e sospese su tessuti stratificati, come memoria che si piega al cospetto di un unico centro salvifico - quello dell’addome - centro nevralgico, erotico, tellurico, dall’aura sacrale coronata da un piccolo tocco di scalpello, un ombelico che va a sigillare la stasi di un sogno eterno.

Le “Pance di pietra”, femminili e maschili ritraggono con vigorosa umiltà frammenti di corpo incarnato, posseduto, appartenuto a territori che l’artista ha visitato. L’incontro con la natura e l’origine si fa nella ricerca di Naccarato urgente e necessaria per esperire al meglio i materiali, i corpi stessi dell’opera che poi successivamente si andrà a creare. Ma l’intervento dell’artista è qui minimo, quasi un soffio, un respiro, una traccia nella traccia, che altera microscopicamente una natura già di per sé simbolica e ricca di significato.”

E ancora:

“Le “Pance di pietra” sono frammenti di un’archeologia tanto naturale quanto culturale, epicentri di una sensibilità pura, primitiva, naturale, depositi di un immaginario profondo e articolato - radicato sia nella storia personale che collettiva.”

Dietro la suggestiva denominazione “Sala della Terra” si nasconde un’eccezionale esposizione che ripercorre la storia delle lontane ere geologiche e ci riporta alle origini dell’Appennino bolognese.

I materiali che i visitatori possono ammirare provengono da un appassionato ricercatore locale, Ultimo Bazzani, che ha donato al Comune di Castiglione oltre duemila reperti mineralogici e paleontologici (fossili) raccolti in oltre trent’anni di ricerca nell’area compresa tra Castiglione dei Pepoli, Camugnano e Grizzana Morandi.

I fossili sono stati studiati e classificati all’Università di Bologna da un gruppo coordinato dal professor Gian Battista Vai, direttore del Museo Geologico “G. Capellini”.

Quattro sono le sezioni, evidenziate secondo criteri geologici e geografici. Alla fauna delle Argille Scagliose, Argilliti a Palombini appartiene un solo reperto, l’Anahoplites sp. che rappresenta un ritrovamento eccezionale per l’Appennino settentrionale, unico per quanto riguarda il bolognese. Si tratta di una Ammonite di piccola taglia, in ottime condizioni di conservazione. Altri reperti appartengono ai Calcari a Lucina: alcuni esemplari sono particolarmente attraenti per la presenza di cristalli all’interno dei bivalvi. Alla fauna della Formazione di Bismantova fa riferimento il maggior numero di reperti: da una parte invertebrati spesso ben conservati, dall’altra una notevole quantità di resti di pesci e in particolare di denti di squalo (oltre 800), che permette di tentare una ricostruzione sia dell’aspetto del fondale sia della colonna d’acqua soprastante. Ai vegetali della Formazione Cervarola appartengono pochissimi reperti tutti rinvenuti in località Bacino del Brasimone. Anche questi resti fossili, al pari dell’Ammonite, per la loro peculiarità e rarità rivestono un importante ruolo all’interno della collezione.

Accanto allo studio sui materiali, sono stati individuati quattro itinerari tematici che si snodano lungo l’Appennino bolognese e ripercorrono i siti da cui provengono i fossili esposti. In tal modo si è voluto creare un preciso ed evidente legame tra il territorio e il museo che ne è rappresentazione.

Assai suggestiva è la realizzazione espositiva, curata da Ecosistema e Arklab: la sala si presenta come un ambiente in penombra (le pareti sono dipinte con colorazione scura), nel quale i fossili e i pannelli che li illustrano e contestualizzano sono illuminati con fasci di luce concentrati, che li isolano dal contesto. Al centro dell’ambiente un’apposita struttura, che ripete le forme del fossile, ospita la teca dell’Anahoplites, che in tal modo viene a trovarsi anche fisicamente al centro della sala e dell’esposizione.

Determinante per la realizzazione della “Sala della Terra” è stato anche l’apporto del Parco dei Laghi di Suviana e Brasimone, grazie al quale sono stati realizzati gli arredi e i pannelli informativi. In tal modo la Sala è divenuta uno dei centri visita del Parco, nel quale vengono sviluppate tematiche complementari a quelle degli altri tre (Camugnano, Suviana e Poranceto).

Jacopo Naccarato (Castiglion F. No, AR, 1995) diplomato in Pittura triennio nel 2018 con il Prof. Luca Bertolo, frequenta il Biennio Specialistico di Pittura e Arti Visive presso la cattedra del Prof. Luca Caccioni all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Particolarmente interessato alla pittura, lavora anche con scultura e installazione, secondo una visione strettamente pittorica. È mosso da una pratica quotidiana del “fare” e da un legame strettamente concreto con il suo lavoro. Le installazioni che crea con tessuti e terra e le pitture, evocano ambienti intimi e mnemonici, figure vicine all’uomo e ai prodotti del suo ingegno.