L'aureola nelle cose: sentire l'habitat, è il titolo della 71ma edizione del Premio Michetti, la manifestazione artistica più longeva in Italia, dopo la Biennale di Venezia.

La mostra collettiva, a cura di Guido Molinari, è stata allestita al primo piano del Museo Michetti a Francavilla al Mare (Chieti), lì dove normalmente è esposta la collezione permanente, per accogliere i trenta artisti selezionati: Francesco Alberico, Thomas Braida, Calori & Maillard, Pierpaolo Campanini, Edoardo Ciaralli, Giovanni Copelli, Lucia Cristiani, Giovanni De Francesco, Sara Enrico, Lorenzo Kamerlengo, Sacha Kanah e Lisa Dalfino, Maurizio Finotto, Enej Gala, Niccolò Morgan Gandolfi, Corinna Gosmaro, Giuseppe Lana, Francesca Longhini, Maurizio Mercuri, Valerio Nicolai, Mattia Paje’, Marta Pierobon, Giulia Poppi, Luca Pozzi, Davide Rivalta, Marco Samorè, Ivana Spinelli, Marcello Tedesco, Natàlia Trejbàlova, Devis Venturelli, Serena Vestrucci.

Durante l’inaugurazione della manifestazione, il presidente della Fondazione Michetti Carlo Tatasciore ha reso noto i nomi dei due vincitori del premio assegnato ex equo a Sara Enrico (1979, Biella) con l’opera Striped (Blu) e Pierpaolo Campanini (1964, Cento, Ferrara) con Senza titolo (gialla).

Come suggerisce il titolo della mostra, L'aureola nelle cose fa riferimento a quell’intensità emotiva che, come un’aureola sacrale, si crea quando tutte le cose che ci circondano, gli oggetti e le loro forme, entrano in contatto con la nostra dimensione interiore.

Questo alone di energia che avvolge le cose “viene sentito” dagli artisti in svariati modi e forme espressive. Alcuni oggetti sono particolarmente evocativi perché fanno parte del vissuto, altri possono risultare interessanti per la loro forma o perché, associati ad altri, conducono ad un'emozione particolare e, infine, alcuni diventano soggetti di dipinti e quindi trasfigurati in chiave pittorica.

La maggior parte dei trenta artisti invitati al Premio Michetti testimonia la vivacità intellettuale di una generazione ricca e curiosa, che in questo momento è protagonista nel mondo dell'arte, affiancata da un nucleo ristretto di artisti di più lungo corso che hanno dimostrato straordinari aspetti di affinità e anticipazione verso le più recenti esperienze.

Dipinti, sculture ma anche fotografie, disegni, installazioni secondo la modalità attuale che prevede una compresenza di mezzi espressivi differenti. Mentre nell’opera vincitrice Stripes di Sara Enrico emerge un’attenzione particolare al supporto della pittura, la tela, avvertita come materiale con una propria specificità e valore emotivo, Maurizio Mercuri ricombina elementi naturali, oggetti per lo più usati, riscattandoli, come nel caso di una piccola gomma masticata, chewing gum, fotografata in bianco e nero.

Questa eterogeneità si riflette nel fatto che ogni artista si sente libero di stabilire un proprio percorso di confronto con il mondo.

Come le installazioni futuristiche di Luca Pozzi composte da sculture magnetiche, oggetti in levitazione, realtà virtuale o le opere di Devis Venturelli, spesso costituite da videoriprese e fotografie d’installazioni e performance ambientate in spazi pubblici o ancora nelle opere di Serena Vestrucci in cui manipola elementi quotidiani attraverso una vasta gamma di processi artistici e imposizioni linguistiche.

La dimensione individuale è il perno assoluto attorno al quale ruota la sfera estetica e lo stile non risiede più in un segno riconoscibile, ma in un confronto “mentale” tra l'artista e l’ambiente.

Questa edizione è in linea con la storia del Premio Nazionale di pittura in onore di Francesco Paolo Michetti, diventato famoso per le sue visioni rituali, mitiche e antropologiche. Le sue ricerche sulla fotografia, evidenziano non l’aspetto di pura riproduzione meccanica del reale, ma quello misterioso e inquietante, e hanno affascinato anche futuristi eccentrici ed originali come Carlo Erba e Gerardo Dottori, e molti anni dopo anche Roland Barthes.

Dal 1947 ad oggi il Premio Michetti è sempre stato attento a coniugare spinte moderniste e linguaggi della tradizione pittorica in equilibrio tra valorizzazione della realtà locale e apertura nazionale e internazionale.