Fin dal Cinquecento via Margutta a Roma è sempre stata meta preferita degli artisti di tutta Europa, che qui abitarono e allestirono studi e botteghe, conferendo alla strada un carattere particolare di bohème artistica e internazionalità. Via Margutta offriva la comodità di case “confortevoli” per l’epoca, l’aria buona con la presenza di giardini e orti collegati tramite scale e scalette alle pendici del Pincio, ma la circostanza che maggiormente favorì l’affluenza di molti artisti e artigiani stranieri fu il privilegio, conferito da Paolo III Farnese (1534-1549), di esenzione della “patente”, cioè della tassa, per l’esercizio dei mestieri a tutti coloro che “venuti da fuori”, si erano stabiliti nella zona; contestualmente i proprietari di case furono esentati dalla tassa sui beni immobili.

I primi artisti noti che si insediarono in via Margutta, ma anche nelle adiacenti vie del Babuino e Condotti, furono fiamminghi e olandesi, quasi tutti seguaci del “realismo caravaggesco”, tra questi Paul Bril e Paul Rubens. Nel 1623 fu fondata da Jan van Bylert, Bartholomeus Breenbergh, Cornelis van Poelenburgh ed altri artisti olandesi, la “Banda dei pittori neerlandesi” che aveva scopi di “mutua assistenza” fra connazionali e i cui adepti si chiamavano “gli uccelli della banda”.

Nel biennio 1624-1625 visse in via Margutta anche Nicolas Poussin, insieme a sua moglie Anna Maria e il nipote Gaspar Dughet. “Vicini” di casa di Poussin erano Claude Lorrain, Jacopo Blasard e Giampietro Vernet, che vivevano nella stessa casa in via Margutta, di fronte ad altri due pittori francesi, Charles Errard e Charles-François Poerson.

Verso la metà del Settecento, anche per la riduzione del mecenatismo principesco, diminuisce l’afflusso dei pittori quotati e via Margutta decade lentamente. Tuttavia, tra alti e bassi, rimase sempre la “strada degli artisti” anche nei secoli a seguire. Ebbe un rilancio nel 1917, quando Pablo Picasso si trasferì in questa strada, durante il suo primo viaggio in Italia. Una mostra dedicata a questo evento, Picasso in Via Margutta, inaugurata il 27 marzo 2007, in onore del novantesimo anniversario del suo viaggio, racconta, attraverso dipinti, fotografie e costumi, l’attività del celebre pittore a Roma. A via Margutta l’artista spagnolo soggiornò presso l’Associazione artistica nazionale di studi Patrizi, al numero civico 53B, come ricorda una targa affissa in prossimità dell’edificio.

In ricordo della caratteristica della strada, nel 1927 l’architetto Pietro Lombardi progettò una fontana, chiamata Fontana delle arti dal particolare basamento triangolare, sormontata da un secchio con pennelli da pittore e due mascheroni, uno sorridente e l’altro triste, in riferimento all’alterno destino degli artisti.

Nel secolo scorso la grande storia dell’arte passa ancora per via Margutta, quando era frequentata da nomi illustri: da Mafai a Mastroianni, da Fazzini a Montanarini, da Gentilini a Maccari, da Severini a Guttuso, senza contare intellettuali, musicisti, scrittori, da Giacomo Puccini a Pietro Mascagni, da Richard Wagner a Franz Liszt, da Jean-Paul Sartre a Simone de Beauvoir, da Emile Zola a Gabriele d’Annunzio, da Elsa Morante ad Alberto Moravia.

Nell’autunno del 1953, in un clima di grande fermento artistico e nel pieno della Dolce vita celebrata da Federico Fellini, che pure risiedeva in via Margutta, prese il via la prima edizione della rassegna Fiera d’arte in Via Margutta, una delle poche esposizioni su strada destinata a diventare, col tempo, un appuntamento fisso sia per gli appassionati e i critici d’arte, che per i romani e gli stranieri.

II circolo di artisti si raccoglieva attorno a Gino Zocchi, Giovanni Omiccioli, Angelo Urbani Del Fabretto, e fu così fino al 1969, anche sotto il patrocinio dell’Assessorato alle Belle Arti e Problemi della Cultura, quando a primavera ed in autunno gli artisti riempivano con le loro opere tutta la via Margutta, vicolo Alibert, via degli Orti di Napoli e vicolo del Babuino, nonché tutti i caratteristici cortili.

Il 22 giugno 1970 la Fiera d’arte in Via Margutta si trasformò nell’attuale Mostra dell'Associazione Cento Pittori Via Margutta con un regolamento ed uno statuto che ricalca idealmente lo spirito che animò i precursori della mostra di strada.

Protagonista della vita culturale e artistica di Roma, sia per l’importanza delle manifestazioni che per gli oltre tremila lavori di indiscutibile livello esposti ogni anno, l’Associazione continua a presentare a critici d’arte e pubblico una nutrita schiera di pittori, oltre cento artisti rigorosamente selezionati, ciascuno dei quali caratterizzato da un proprio linguaggio espressivo, una propria tecnica artistica, un proprio messaggio da “consegnare”, attraverso dipinti, disegni e acquerelli, alla collettività.

Il desiderio di “parlare” attraverso le proprie opere e trasmettere al pubblico le proprie emozioni fa sì che gli artisti, provenienti da ogni parte del mondo, trascorrano la maggior parte delle giornate di mostra a illustrare i lavori ai visitatori, a commentare con gli interessati paesaggi e ritratti, a parlare di tonalità dei colori usati o di tecniche e soggetti, da sempre rimasti liberi.

Nel 1973 viene eletto presidente il maestro Alberto Vespaziani, grande animatore dell’Associazione che rimarrà fino al 2018, quando verrà sostituito dal maestro Luigi Salvatori.

Tra gli artisti partecipanti si possono citare: il presidente Luigi Salvatori, che dipinge suggestivi scorci di Roma, spesso dalle struggenti tonalità rosse, che denunciano la sua origine di architetto e che traggono spunto da luoghi riconoscibili perché al maestro piace guardare i paesaggi attraverso il ricordo della memoria; il vicepresidente Antonio Servillo, con le sue conturbanti figure femminili surrealiste e metafisiche.

Troviamo inoltre i consiglieri: Antonio Alberti, con le delicate e armoniose opere che spesso raffigurano leggiadre ragazze che danzano o che vanno in bicicletta; Giancarlo Calma, capace di osservare le cose del mondo con approccio surrealista, diverso e più sentito; Oscar Tirelli, che nelle sue opere riproduce il burattino Pinocchio, questo perché in passato lo aveva realizzato per il film diretto dal regista Luigi Comencini. Ancora i soci di sostegno al consiglio: Claudia Nardi, che con tratto geniale disegna delicatissimi volti femminili ed eteree fanciulle-angeli; Roberta Imperatori, con le sue figure di ragazze idealizzate capaci di trasmette armonia e grazia.

Troviamo, tra gli altri: Teresa Stankiewicz che nutre una forte passione per il mare che raffigura nella maggior parte dei suoi quadri; Silvano Fabrizio, con i suoi paesaggi ad olio quasi sempre di dimensione quadrata; Freddy Toledo, dalle fiabesche immagini inserite nell’affascinante e misterioso Perù dal quale proviene; Alexia Molino, con le sue favole dipinte; Giuseppe Zingaretti, con le sue vedute della Roma antica come il Colosseo e la via Appia Antica; e ancora Marco Bonifazi, Antonio Alberti, Elisa Camilli, Valter Campanella, Oscar Tirelli, Claudio Spada, Hélène Halbert e molti altri.

Il noto acquerellista Giampiero Pierini dipinge soprattutto soggetti dal vero, architetture antiche e magici paesaggi, ma anche composizioni con frutta o fiori. Nelle sue opere manifesta evanescenti atmosfere e delicate sfumature; sempre alla ricerca di nuovi stimoli espressivi da qualche anno interpreta la sua realtà artistica dipingendo con il vino, escogitando quindi un’altra sorprendente tecnica pittorica, quella chiamata comunemente del “vinarello”.

Elisabetta Martinez, ospite dell’Associazione Cento Pittori Via Margutta, si dedica a lavori incentrati su forme archetipe, misteriose figure primitive e simboliche che appaiono su fondi informali: tracce, impronte di divinità senza tempo, definite da estese e ricche campiture di colore. Figure ispirate dai giganti di Nemrut Daği in Turchia, dai templi del Bayon in Cambogia, dalle sculture ciclopiche dell’arte egizia e dei grandi Buddha. L’uso del colore a olio usato puro, in sequenze e sovrapposizioni successive, crea le sfumature, le trame e le trasparenze, il carboncino resta spesso come traccia dello schizzo iniziale o come velatura che va a sporcare il colore, piccoli inserti in foglia d’ oro o d’argento ampliano i piani di lettura.

Il cenacolo dei Cento Pittori Via Margutta, divenuto nel tempo polo capace di centralizzare l’arte, oltre ad esporre i lavori dei propri artisti lungo la celebre strada trasformata in “galleria urbana”, grazie all’interrelazione dei linguaggi espressivi, si pone l’obiettivo di lasciare un segno indelebile nell’arte contemporanea dell’Urbe.