Salve a tutti, oggi vi vorrei parlare di uno di quei quadri che hanno fatto la storia della pittura, mi riferisco a La Nascita di Venere di Sandro Botticelli. Il pittore dipinse quest'opera verso il 1482-83; le date con Botticelli non sono mai certe mancando di una cronologia delle sue opere.
Per la prima volta nella sua carriera sperimentò la tela invece della tavola e unì due tessuti di lino per avere la superficie necessaria per dipingervi sopra con la tempera. Se guardate con attenzione si nota ancora oggi la linea dell'attaccatura proprio al centro della composizione partendo dall'altezza dei ginocchi di Zefiro fino a raggiungere l'altra estremità. Il committente fu probabilmente Lorenzo il Popolano del ramo cadetto della famiglia Medici. Botticelli scelse un soggetto mitologico a cui fu dato il titolo, la Nascita di Venere. I personaggi che compongono la scena partendo da sinistra a destra sono: Zefiro, il dio del vento primaverile abbracciato ad Aura , la dea della brezza mattutina e della nascita del giorno. Al centro su una conchiglia appare Venere, la dea dell’amore, in tutta la sua bellezza e sensualità e alla sua destra vediamo una Hora, guardiana delle porte dell'Olimpo, che sta correndo verso la dea dell'amore per coprirne le nudità. Sullo sfondo vediamo il mare e il cielo divisi da una linea marcata; alla destra della Hora appare un'isola e dal cielo piovono tantissime rose, uno dei simboli di Venere.
Trovandosi di fronte un soggetto mitologico cerchiamo di individuarne la fonte antica da cui Botticelli si lasciò ispirare. La ricerca ci porta ad un libro di Omero, poeta greco che visse nell'VIII secolo a.C. e a cui furono attribuite l’Iliade e l’Odissea. Egli scrisse anche una serie di odi dedicate agli dei tra le quali una in onore di Venere. In un passo di quest’opera descrisse come la dea dell'amore spinta dal soffio di Zefiro giungesse all'isola di Citerea. Il titolo che fu dato all'opera successivamente alla sua realizzazione, La Nascita di Venere potrebbe non essere corretto, qui sembrerebbe trattarsi dell’arrivo della dea sull'isola di Citerea.
Da un punto di vista tecnico ci accorgiamo che i volti dei personaggi sono dipinti in maniera impeccabile, con quel tratto fluido e marcato che fu una delle caratteristiche di Sandro. Per il corpo di della dea dell’amore si inspirò alla statuaria antica mentre per il volto usò come modello di riferimento la donna più bella di Firenze: Simonetta Vespucci.
Se andiamo ad analizzare l'opera da vicino ci rendiamo conto che a livello stilistico non tutto è perfetto, le onde del mare, ad esempio, sono dipinte in modo troppo semplice e compendiario probabilmente opera di assistenti del maestro. Anche il corpo di Venere però lascia a desiderare, il braccio sinistro è troppo lungo e la spalla sinistra è assente. Molte volte il maestro dipingeva le parti più importanti e lasciava agli aiutanti dipingere il resto e guardando attentamente le opere alcune volte ce ne possiamo accorgere.
Per quanto riguarda il significato dell’opera ci sono varie interpretazioni, alcune di esse legate all'atmosfera che si respirava a Firenze in quegli anni. La città del fiore era la culla dell'arte e secondo gli intenti dei Medici e degli eruditi doveva diventare a nuova Atene del Quattrocento.
A questo fine Cosimo il Vecchio nel 1454 aveva fondato un’accademia, definita neoplatonica, dove gli artisti si incontravano per discutere delle grandi opere classiche filosofiche, letterarie, pittoriche dei grandi artisti greci, il filosofo Platone e le sue idee erano il punto di riferimento. Secondo Platone in Venere coesistevano due nature, una sensuale e l’altra pudica. Ebbene se guardiamo l'opera basandoci su quello che ho appena detto questa potrebbe essere la chiave di lettura di questo capolavoro, la doppia natura di Venere secondo Platone.
La Venere sensuale la vediamo nella sua nudità e nella sensualità che gli è data dal soffio di Zefiro che le muove i capelli, l'aspetto pudico invece è visibile nel suo tentativo di coprirsi le parti intime, un seno è coperto l'altro è nudo, e dalla Hora che corre per vestirla.
Ci sono poi altre interpretazioni legate alla conchiglia che oltre ad essere il mezzo su cui Venere giunge all'isola di Citerea è vista anche in chiave religiosa anche il simbolo del battesimo. La filosofia cristiana medievale detta scolastica cercava dei contatti tra il pensiero filosofico nato prima di Cristo e il cristianesimo. La conchiglia era uno di questi simboli dalla doppia valenza.
Ancora oggi molti studiosi si adoperano per scoprire altri significati che si celano dietro a questa fantastica opera, io vi invito ad andare a Firenze ad ammirarla all’interno della Galleria degli Uffizi.