Oggi vi parlerò di Pallade e il Centauro una delle opere mitologiche più enigmatiche dipinte da Sandro Botticelli.
Il grande pittore è stato uno dei più grandi pittori rinascimentali e uno dei migliori interpreti delle idee neoplatoniche che venivano partorite nell'omonima accademia sorta a Firenze verso il 1454 su iniziativa di Cosimo il Vecchio. Essa doveva contribuire a trasformare Firenze nella nuova Atene, capitale dell’Arte e della Bellezza. Nato a Firenze nel 1444, il soprannome Botticelli probabilmente gli derivò dalla robusta costituzione del fratello Antonio, detto appunto Botticello.
La sua formazione iniziò in una oreficeria, per poi passare verso il 1462 alla bottega di Fra’ Filippo Lippi. Fu un periodo importante perché Botticelli apprese dal maestro la dolcezza dei volti femminili, il senso della linearità, che poi nel corso del tempo divenne in lui più netta e sottile, e l’uso sapiente dei colori. A partire dal 1468 frequentò la bottega del Verrocchio in cui erano attivi il giovane Leonardo e Perugino.
Una delle prime opere che lo portarono all'attenzione del pubblico fu la rappresentazione di una delle sette virtù cardinali, la Fortezza. Il tribunale della Mercanzia di Firenze le aveva commissionate alla bottega dei fratelli Pollaiolo, ma poiché le cose andavano per le lunghe decise di commissionare a Botticelli la Fortezza e il risultato fu fantastico. Nella rappresentazione di questa donna abbiamo l’immagine della natura perfetta. I tratti delicati del volto, la fluidità delle pieghe del manto e i dettagli dell'armatura lasciano senza parole.
Nel 1480 lavorò nella Cappella Sistina, dove affrescò due episodi della vita di Mosè e uno di quella di Cristo su una parete laterale. Nella prima metà degli anni ottanta realizzò i due capolavori universalmente conosciuti, la Nascita di Venere e la Primavera.
Dopo la morte di Lorenzo nel 1492 e la successiva cacciata dei Medici, Botticelli diventò un sostenitore del predicatore domenicano Savonarola e le sue opere da lì fino alla morte nel 1510 divennero prettamente devozionali.
Adesso parliamo di Pallade e il Centauro, un'opera realizzata a tempera su tela probabilmente verso il 1482. Il soggetto è a sfondo mitologico, in primo piano vediamo Pallade, la dea dell'intelligenza, che sta tirando i capelli ad un Centauro, un essere per metà uomo e per metà cavallo. Come per la Nascita di Venere e la Primavera, si è cercato di individuare la fonte d’ispirazione del soggetto in opere di natura classica, come le Metamorfosi di Ovidio, l’Iliade di Omero ecc. In nessuno dei racconti mitologici della classicità siamo però riusciti a trovare Pallade associata ad un Centauro. Ciò significa che Botticelli ha creato questo tema di sana pianta.
Se guardiamo attentamente la figura di Pallade, si notano sulla sua veste alcuni anelli con tre diamanti. Essi erano il simbolo di Lorenzo il Magnifico. Ogni membro della famiglia Medici, infatti, aveva un'impresa che lo caratterizzava. Quindi Sandro ci sta dicendo che Pallade rappresenta Lorenzo. Se invece concentriamo la nostra attenzione sul paesaggio in secondo piano, ci rendiamo conto che quello che sembra un monte è invece il vulcano Vesuvio e la baia è quella di Napoli. A questo punto tutto diventa più chiaro in quanto Lorenzo si era recato a Napoli alla fine del 1479 per convincere il Re Ferdinando d’Aragona a desistere dall’attaccare Firenze.
Tutto aveva avuto inizio Il 26 aprile del 1478, quando durante la messa pasquale nella cattedrale fiorentina Giuliano, fratello di Lorenzo, era stato ucciso da alcuni cospiratori. La congiura era stata organizzata dal Papa Sisto IV insieme alla famiglia Pazzi. Il Papa voleva conquistare il controllo di Firenze e affidare poi la sua tesoreria ai Pazzi, rivali dei Medici.
Il tentativo però falli perché Lorenzo, benché ferito, riuscì a salvarsi e la sua vendetta fu atroce; in due giorni fece uccidere 80 cospiratori tra i quali l'arcivescovo di Pisa Francesco Salviati, che era il sacerdote voluto dal Papa per officiare la messa e, quindi, uno degli attori principali. Per la sua uccisione Il Papa scomunicò la città di Firenze e chiese al Re di Napoli Ferdinando d’Aragona di attaccare il capoluogo toscano. Le truppe di Ferdinando avevano già cominciato a devastare la campagna fiorentina quando Lorenzo decise di recarsi direttamente a Napoli per convincere il Re delle sue ragioni.
Fu una mossa audacissima che avrebbe potuto portare nella migliore delle ipotesi alla sua incarcerazione. Le cose andarono diversamente e dopo tre mesi passati in lunghe discussioni alla corte di Ferdinando, Lorenzo riuscì a convincerlo e il re gli concesse la pace e Lorenzo tornò a Firenze da magnifico trionfatore.
Adesso siamo, quindi, in grado di dare un nome al centauro, vale a dire Fernando d’Aragona, la cui forza brutale è stata sottomessa dall'intelligenza di Lorenzo/Pallade.
Le armi, l’alabarda e l’arco sono deposte.
La pace ha vinto, Firenze è salva!