Ho iniziato a farmi delle domande. Perché il virus si diffonde così, perché ha una diffusione differenziata, ma soprattutto dove si sta diffondendo di più? Sono partita da una ricerca di dati sul contagio.

Ci vengono sempre comunicati i dati assoluti (il totale dei contagiati, per intenderci), quando il dato realmente interessante è un altro: l’incidenza del contagio in una data popolazione, cioè la percentuale di contagio sul totale di una popolazione.

E ho scoperto questo: dopo la prima città, quella di Wuhan, in cui tutto è partito in maniera tanto devastante, in Europa contrariamente a quanto si dice guardando i casi assoluti, al secondo posto in termini di incidenza (percentuale sul totale della popolazione) si trova la Svizzera, che attualmente mentre scrivo, il 21 marzo segnala oltre 6000 casi totali su una popolazione relativamente piccola, come si può vedere dal grafico casi Coronavirus per milione di abitanti. La prima è l’Italia, con 779 per milione di abitanti, la seconda è appunto la Svizzera con 556,4 per milione di abitanti, seguono Spagna, Germania, Francia.

A questo punto mi sono chiesta: come mai Wuhan, l’Italia, la Svizzera, poi tutto il resto?

Certamente conta l’età media della popolazione, e le patologie pregresse, certamente conta l’inquinamento, certamente tanti sono i fattori in gioco, primo fra tutti il nostro sistema immunitario. Ma… la Svizzera? Perché è così alta l’incidenza in Svizzera?

Sono andata a vedere la distribuzione di operatori, antenne e reti 5G nel mondo, per vedere se vi fosse un possibile legame tra i due fattori. Ecco: a Wuhan c’è la più massiccia concentrazione al mondo di distribuzione di 5G: 10000 stazioni base sono state previste entro la fine del 2019, come ha dichiarato Song Qizhu, capo dell’amministrazione della comunicazione provinciale: “La città di Wuhan, la capitale di Hubei, dovrebbe avere diecimila stazioni base 5G entro la fine del 2019”.

“A Wuhan è avvenuta in effetti l’istallazione di 30.000 nuove antenne wireless di quinta generazione (3.000 nuove Stazioni Radio Base e ben 27.000 nuove mini-antenne a microonde millimetriche). La monumentale istallazione rappresenterebbe la più massiccia concentrazione al mondo di antenne pensata per accettare le sfide della digitalizzazione e un evento in particolare: i VII Giochi Mondiali Militari tenutisi a Wuhan nell’ottobre 2019. I giochi sarebbero stati potenziati proprio dal 5G, la Banda larga, ultralarga e di quinta generazione”.

E in Europa?

Ebbene, tra gli stati, la Svizzera vanta oggi il primato mondiale per diffusione del 5G, ben 225 città risultavano già coperte a maggio 2019. L’Italia è al secondo posto in Europa.

A questo punto, non potrebbe essere che un’esposizione prolungata alle onde millimetriche (5G, ma anche 4G, ma anche sistemi wireless e telefonini) causi dei danni alla nostra salute? Gli studi si concentrano sui possibili danni al DNA. Non potrebbe essere che questa esposizione, cui siamo tutti sottoposti, dai contatori domestici ai lampioni - a maggior ragione adesso, dopo la sperimentazione in 120 comuni italiani (quelli quindi esposti da più tempo), tra cui ben 15 in Lombardia, e guarda caso ben 8 nel Pavese, 2 nell’area di Bergamo, 2 in provincia di Cremona, dopo la rapida diffusione nelle città, in particolar modo guarda caso proprio al Nord, proprio soprattutto in pianura Padana, che è tra l’altro la zona più inquinata e così vicina alla Svizzera, non potrebbe essere che tutto questo causi un indebolimento del sistema immunitario?

Tra i tecnici ad aver sollevato l’ipotesi sul collegamento tra Coronavirus e campi elettromagnetici c’è Giancarlo Spadanuda, ingegnere elettronico specialista in campi elettro magnetici, consulente tecnico d’ufficio della magistratura in più distretti giudiziari, in tema di elettrosmog: “Chiariamo subito che il 4G e il 5G sono sistemi di trasmissione di invisibili radiazioni elettromagnetiche per video, voce e dati (…), la loro zona di propagazione viene detta Campo Elettromagnetico (CEM). Il 5G ha una caratteristica fisica (onde millimetriche) che lo distingue dagli altri metodi di trasmissione: ha bisogno di molti piccoli ‘passi’ per poter avanzare nello spazio, ma è pur sempre una radiazione elettromagnetica. Pertanto gli studi sanitari e biologici che si stanno facendo in tutto il mondo sugli effetti negativi sulla salute valgono esattamente sia per il 4G che per il 5G”.

Il 5G, come ho già descritto in un precedente articolo del 18 settembre 2019, dal titolo Drizziamo le antenne, le nostre però: la validità del principio precauzionale rispetto al 5G solleva molti dubbi circa i possibili effetti sulla salute, come è stato segnalato:

  • dalla dott.ssa Belpoggi dell’Istituto Ramazzini di Bologna, che è stata ascoltata in Commissione a Montecitorio, dove ha sottolineato il fatto che questa tecnologia non è stata ancora studiata a sufficienza ed i dati attuali non sono esaustivi;
  • dal Codacons, il coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori, che si è apertamente schierato contro la sperimentazione o l’installazione di antenne 5G, insistendo sul principio precauzionale ed invitando 8000 sindaci a seguire tale principio;
  • dalla posizione assunta da Bruxelles, dove il Ministro regionale Céline Fremault ha deciso di bloccare la tecnologia nella capitale (che doveva essere la prima città belga ad introdurla), proprio per salvaguardare la salute dei suoi concittadini.

In nome di tutte queste considerazioni, invocando ancora una volta il principio precauzionale, faccio in questa sede un duplice appello:

  • ai Cittadini, affinché riducano per quanto possibile l’esposizione domestica e personale a queste radiazioni elettromagnetiche: utilizzando quando possibile i collegamenti Internet via cavo, spegnendo i modem Wi-Fi quando non utilizzati, spegnendo i telefonini in particolar modo di notte, non appoggiando i cellulari all’orecchio ma preferendo il viva-voce o gli auricolari, scegliendo auricolari e cuffie con il cavo e non Bluetooth;
  • alle Autorità, affinché soprattutto in questo periodo di emergenza, in nome dei dubbi sollevati e della precauzione per la salute dei cittadini, chiudano il 5G, in modo tale da creare un ambiente che permetta agli organismi di reagire al meglio all’attacco del virus, seguendo tutte le indicazioni per ottimizzare le capacità di difesa e di reazione del nostro sistema immunitario, compresa quella di una drastica riduzione dell’esposizione ai campi elettromagnetici.