Le Cariatidi di Luca Freschi al Museo Ebraico di Bologna. Per celebrare il Giorno della Memoria, il MEB ospita un’installazione site-specific dell’artista romagnolo Luca Freschi, inserita in ART CITY Bologna, il programma di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera, con la direzione artistica di Lorenzo Balbi e il coordinamento dell’Istituzione Bologna Musei Curata da Niccolò Bonechi e realizzata in collaborazione con la Galleria Bonioni Arte di Reggio Emilia, la mostra di Luca Freschi sarà inaugurata sabato 25 gennaio, alle ore 21.00, nell’ambito di ART CITY White Night, notte bianca dell’arte che prevede l’apertura straordinaria di numerose sedi espositive.

Le Cariatidi di Luca Freschi, sculture monumentali composte da elementi in terracotta ceramica dipinta ed objet trouvè, si inseriscono nel percorso museale, quasi confondendosi con gli oggetti, le riproduzioni, i video e i documentari che appartengono alla sezione permanente.

Osservando le Cariatidi, lo sguardo corre sino al culmine dell’opera, attraverso un’ascensione metaforica generata dalla reale sovrapposizione di elementi dal forte valore simbolico, tra ready made e scultura: il vaso come contenitore di esperienze, le colonne antiche come fondamenta delle diverse culture, le statue classiche come rappresentazione della bellezza e della perfezione, la civetta come simbolo della conoscenza con riferimenti alla vanitas e alla tematica del memento mori.

«Le Cariatidi – spiega il curatore – non sono altro che un organico ed equilibrato gioco di incastri, reminiscenze personali e culturali che si sovrappongono, lasciando allo spettatore una libera interpretazione, o per meglio dire, la possibilità di ritrovarsi dentro le proprie esperienze, paure, emozioni. Caposaldo della ricerca di Luca Freschi è il concetto di memoria, che si materializza nelle sue opere attraverso l’accumulo di oggetti che fanno parte della memoria storica collettiva e, scendendo nel particolare, nel vissuto di ognuno di noi. Ecco che l’installazione Cariatidi, presentata a ridosso del Giorno della Memoria (27 gennaio), si identifica come simulacro, come contenitore emotivo, in cui si rifugiano i ricordi di tutti e la speranza che niente di ciò che è accaduto si ripeta in futuro».