La capsule exhibition presenta una selezione di opere grafiche dell’artista, prevalentemente litografie e incisioni, risalenti agli anni Sessanta e Settanta, nelle quali si compie l’unione tra il magma immaginativo e inconscio dell’artista, e la sua razionale conoscenza delle procedure di produzione grafica. Laboratorio dalle inesauribili potenzialità elaborative, la grafica permette a Miró un’espressività libera e feconda, in grado di appagare la sua insaziabile curiosità.

Le mie figure sono state soggette alla medesima semplificazione che ha investito i miei colori. Semplificate, sono più umane e più vive di quanto sarebbero se fossero rappresentate in ogni minimo dettaglio. Rappresentate nel dettaglio perderebbero la loro qualità immaginativa, in grado di potenziare qualsiasi cosa.

Joan Mirò nasce il 20 aprile 1893 a Barcellona. Figlio di un orefice e orologiaio, il giovane Joan mostra una passione per il disegno dall’età di 8 anni. Dopo aver frequentato una scuola commerciale, lavora come contabile in una drogheria, ma l’impiego gli causerà ben presto un esaurimento nervoso che lo spingerà a intraprendere gli studi d’arte. Frequenta la Scuola d’Arte Francesc Galì di Barcellona fino al 1915, quando affitta uno studio ed entra finalmente in contatto con altre personalità del mondo artistico. Nel 1920 si trasferisce a Parigi dove conosce Pablo Picasso, Francis Picabia e Tristan Tzara. Josè Dalmau organizza la sua prima personale alla Galerie la Licrone di Parigi, nel 1921; la mostra rappresenta il battesimo dell’artista nell’universo dell’arte. Il suo stile, già originalissimo, è influenzato dalle poetiche dadaiste fino al 1924, quando aderisce definitivamente al Surrealismo. Radicale teorico del movimento, sperimentatore instancabile e poliedrico dalla personalità ricchissima, Mirò viene descritto dallo stesso Breton, fondatore del Surrealismo, “il più surrealista di tutti noi”; la sua espressione artistica passa attraverso la pittura, la scultura, l’acquerello, il collage e soprattutto la grafica. Vince numerosi premi come il Gran Premio per la Grafica alla Biennale di Venezia del 1958 e il Premio Internazionale Guggenheim e riconoscimenti nazionali ed internazionali. Musei del calibro del MoMa gli dedicano retrospettive in tutto il mondo, consacrando uno degli artisti più influenti del secolo scorso. Muore il 25 dicembre 1983 nella sua casa a Palma di Maiorca.