Uno dei personaggi fiorentini più amati e conosciuti e la cui fama continua a crescere ogni giorno di più è sicuramente il David di Michelangelo.
Questa stupenda opera si trova dal 1873 presso la Galleria dell'Accademia. Nel 1504 era stata collocata nell'attuale Piazza della Signoria di fronte all'entrata di Palazzo Vecchio.
Al suo posto dal 1910 si trova la copia realizzata dallo scultore Luigi Arrighetti, vincitore di un concorso indetto dal Comune per la sua realizzazione.
La decisione di collocarla nel centro nevralgico della città era stata presa da una commissione di 30 artisti, tra i quali figuravano Leonardo da Vinci e Botticelli. Michelangelo impiegò circa 2 anni e mezzo per compiere questo capolavoro, lo iniziò ad agosto del 1501 e lo terminò nel gennaio del 1504; lo realizzò nella bottega che apparteneva all'Opera del Duomo (OPA), l'istituzione che gli aveva affidato la commissione, e che era situata dove si trova adesso il Museo cattedralizio.
La decisione di accettare questa commissione non fu facile perché Michelangelo fu costretto a lavorare su un blocco di marmo già sbozzato da altri due artisti del calibro di Antonio Rossellino e Agostino di Duccio. Essi avevano ricevuto l'incarico dall'OPA di scolpire il David e si erano messi subito al lavoro. Entrambi però dopo aver cominciato a sbozzare il blocco di marmo si erano subito arresi affermando che esso era troppo lungo e stretto e quindi non si poteva realizzare l'eroe biblico da esso.
Il Buonarroti invece decise di accettare la sfida ed il risultato è quello che ancora oggi possiamo ammirare: 5 metri e 17 centimetri di perfezione distribuiti su più di 4 tonnellate di peso. La statua che ancora oggi viene considerata la più bella in assoluto nella storia dell'arte.
Ma che cosa è che rende questa statua tanto unica oltre alla sua bellezza e alla perfezione del suo corpo? Secondo alcuni storici ci sono due importanti decisioni prese dal grande artista alla base del successo di quest'opera. La prima fu quella di dare al giovane pastore biblico descritto dal profeta Samuele le sembianze di un atleta greco. Lo fece per omaggiare l'arte classica fonte di sua grande ispirazione. Nel V secolo a.C. i grandi artisti greci come Merone, Policleto rappresentavano in molte delle loro opere gli atleti vincitori ai Giochi olimpici o in altre competizioni. Allora ai Giochi potevano partecipare solo gli uomini e generalmente lo facevano competendo nudi.
La seconda decisione, forse la più importante, fu quella di rappresentare l'eroe biblico prima del combattimento, un attimo prima di scagliare la pietra con la fionda che avrebbe poi ferito mortalmente Golia, il guerriero più importante dei Filistei.
Tantissimi artisti avevano prima di lui scolpito il David ma sempre dopo la vittoria contro Golia, collocando la testa di quest'ultimo sotto il piede sinistro del giovane pastore e conferendo così movimento ed azione alla loro statua. Michelangelo, invece, preferisce l'intenzione all'azione e si concentra sui pensieri del giovane David che deve salvare il suo popolo e che quindi non può sbagliare il lancio della pietra. La fronte aggrottata e lo sguardo terribile di David rivolto in direzione del suo nemico, uno sguardo che ancora oggi cattura milioni di turisti che ogni anno popolano l'Accademia e che si commuovono di fronte al grande eroe ebreo. Lunga vita a David!