Sono una ragazza di 26 anni, residente a Buccinasco, laureata in Scienze del Servizio Sociale presso l'Università Cattolica di Milano. Attualmente sto partecipando a un master in mediazione familiare e counseling.

Ho scelto di partecipare a questo master perché con il mio percorso di studi ho compreso che in realtà l'assistente sociale non era la mia strada ma avrei dovuto intraprendere la strada della psicologia. Questo master mi permetterà di avvicinarmi molto a quello che fa uno psicologo!

Il mio sogno nel cassetto, lavorativamente parlando, è quello di aiutare il prossimo! Mi piace molto ascoltare le persone e cercare insieme di spianare la strada verso un benessere mentale. Questa è la strada verso la felicità!

Da grande mi piacerebbe aprire uno studio tutto mio dove poter ascoltare le persone che ne hanno bisogno.

Quali incontri, esperienze, studi, l'hanno portata a intraprendere un'attività–missione così umanamente impegnativa?

La mia primissima esperienza nel mondo sociale è stata di volontariato con persone affette da disabilità. È stata un'esperienza che umanamente mi ha dato tanto, forse la più bella di tutte. Era l'estate del 2013. Dopo questa esperienza mi sono iscritta all'università.

Sono seguiti tirocini all'Auser, in un centro multiservizi anziani e in un centro diurno che si occupava di ragazzi che avevano compiuto un reato. Anche quest'ultima esperienza è stata molto ricca, tramite un progetto avevo avuto la possibilità di ascoltare i ragazzi sulla loro posizione rispetto al reato compiuto, come si sentivano cambiati rispetto all'episodio in questione… mi hanno raccontato tante cose interessantissime!

La mia prima esperienza nel mondo del lavoro, invece, è stata nel campo delle dipendenze da sostanze e comportamentali.

Ha scelto di dedicare un anno al Servizio Civile ASC (Arci Servizio Civile): ci può spiegare come funziona?

È un anno che dedicherò sia a me stessa, come crescita personale e professionale, sia alle persone che ne avranno bisogno. Ho fatto un colloquio con i responsabili del Servizio Civile ASC e sono stata presa.

Il Servizio Civile favorisce il passaggio da una dimensione familiare a una più aperta verso la società; in Italia “l'affrancamento” dalla famiglia è sempre più tardivo, come mai?

Secondo me l'allontanamento dalla famiglia è sempre più tardivo per due motivi: il primo è sicuramente economico. È sempre più difficile trovare un lavoro sicuro, stabile, pagato bene. A noi giovani propongono per lo più contratti di stage, quindi, almeno a breve, è impensabile pensare di potersi costruire un futuro lontano da casa.

Il secondo motivo è che al mondo d'oggi è sempre più difficile trovare la persona giusta. I giovani d'oggi sanno quello che vogliono e non si accontentano, pretendiamo molto, per cui allontanarsi da casa da soli non è una cosa che si possono permettere tutti.

Lavora a Corsico, nel Milanese, presso un Auser: ci può chiarire questa sigla e spiegare quali saranno le sue mansioni?

L'Auser è un'associazione per l'invecchiamento attivo. È un'associazione che dà la possibilità all'anziano di non sentirsi solo ed emarginato dalla società, coinvolgendolo in tante attività come corsi di ballo, cucito di pigotte, passeggiate, giochi di carte, vacanze al mare e in montagna.

Al momento mi sto occupando dell'accoglienza, del tesseramento e del sostegno telefonico. A breve apriremo un centro di ascolto all'interno dell'Auser per tutti quegli anziani che avranno bisogno di sentirsi ascoltati.

Nell'approccio a situazioni di sofferenza e di disagio, c'è differenza tra una risposta al femminile e una al maschile?

Secondo me sì. Si sa, le donne sono più sensibili! Non a caso nelle facoltà umanitarie (scienze sociali, psicologia e scienze dell'educazione) ci sono più ragazze che ragazzi.

Si è dedicata, in particolare, all'assistenza agli anziani: quali sono i problemi che li affliggono e in che modo si viene loro incontro?

Sicuramente un grosso problema che li affligge è colmare la solitudine. Sono persone vedove, con figli impegnati nel lavoro e nipoti che non li vanno mai a trovare. Tanti non si possono muovere da casa, per cui hanno bisogno di un accompagnamento alle visite mediche o che qualcuno porti loro la spesa a casa.

L'Auser viene incontro a tutti i bisogni dell'anziano! Ci sono volontari che accompagnano le persone all'ospedale e volontari che vanno alla Coop a ritirare la spesa precedentemente ordinata telefonicamente dall'anziano.

Ha anche incontrato il disagio giovanile con le tossicodipendenze e la microcriminalità: come è riuscita a guardare negli occhi tale sofferenza? Si è fatta un'idea delle cause? O meglio, si può pensare a una causalità che conduce i giovani alla disfatta di sé?

All'Istituto Europeo delle Dipendenze non ho visto molti giovani, erano per lo più persone adulte. Lavoravo in un istituto privato non convenzionato con il SSN per cui i prezzi non erano accessibili a tutti. Da quello che ho potuto vedere e ascoltare, molti giovani si buttano nel mondo della droga e della criminalità per sentirsi accettati dai loro coetanei, per sentirsi “fighi”, ma non capiscono che quando uno ti vuole bene veramente ti accetta così come sei e non vorrebbe mai che prendessi quel tipo di strada.

Tanti giovani che prendono questa strada non hanno alle spalle una famiglia che li segua, che li ascolti, che li educhi su ciò che è giusto e su ciò che è sbagliato, ricercano attenzioni e adrenalina. Sono state due belle esperienze ma soprattutto il penale minorile è stata emotivamente “tosta”.

Reputa che Milano e la sua provincia offrano servizi adeguati alle persone bisognose di aiuto?

Milano è grande e offre tanti servizi diversi. Penso però che tanti servizi debbano rivedere i prezzi, bisognerebbe offrire a tutte le persone che ne hanno bisogno la possibilità di essere ascoltate perché non tutti hanno la possibilità di pagare uno psicologo 100 euro a volta! Certi servizi dovrebbero essere gratuiti e il personale dovrebbe essere pagato dallo Stato.