Una delle caratteristiche che rende la città di Firenze unica al mondo, e che manifesta la sua natura rinascimentale, sono gli straordinari cortili dei palazzi delle grandi famiglie. Quando un visitatore arriva in città e vuole capire cosa significhi Rinascimento non c'è di meglio che entrare in uno degli stupendi cortili dei suoi palazzi. Si fermi al centro e li osservi: gli sembrerà di essere tornato nel periodo d'oro dell'arte classica.
In questi spazi racchiusi da portici, i vari Lorenzo il Magnifico, Filippo Strozzi, Lionardo Bartolini Salimbeni discutevano di arte, di politica e di economia con i vari Pico della Mirandola, Paolo del Pozzo Toscanelli, Brunelleschi, Michelangelo e tanti altri ancora. Addentriamoci quindi nei cortili di tre dei palazzi più maestosi di Firenze: Palazzo Medici Riccardi, Palazzo Strozzi e Palazzo Bartolini Salimbeni, e osserviamoli da vicino.
Iniziamo dal Palazzo rinascimentale per eccellenza, il Palazzo Medici-Riccardi, nato nel 1444 da un progetto di Michelozzo, allievo di Filippo Brunelleschi, uno dei padri del Rinascimento. Entrando vediamo subito come il cortile richiami l'aspetto di un tempio romano con un portico che lo circonda formato da archi a tutto sesto, invenzione romana, che poggiano su colonne con capitelli corinzi, elemento dell'arte greca. Assistiamo a una "rinascita" dell'arte classica, rivissuta e interpretata con gli occhi di un'artista quattrocentesco: ecco "il Rinascimento". Esso si manifesta anche nel bellissimo fregio realizzato con la tecnica del graffito, consistente nella realizzazione di due strati di intonaco sovrapposti in cui si "gratta" quello superiore più chiaro per ottenere il motivo desiderato. In esso si vedono anche medaglioni con bassorilievi che ci mostrano episodi di arte classica e il blasone della famiglia Medici con le famose "palle". Secondo molti studiosi le palle rappresentano un'unità di moneta, i bisunti, che si rifacevano alla loro attività di mercanti prima e di banchieri poi. Sul lato ovest del cortile si trova la statua di Morfeo, divinità dei sogni, che mai si sarebbe aspettato che dal suo nome originasse la parola morfina, medicamento talvolta usato per scopi meno nobili.
Lasciamo adesso il fantastico cortile dei Medici e visitiamo quello dei suoi rivali, gli Strozzi, una famiglia che grazie all'attività finanziaria divenne la più ricca della città. Il progetto nacque su volere del grande Filippo Strozzi il Vecchio, che alla fine del Quattrocento incaricò Benedetto da Maiano di realizzare quello che doveva diventare il più bel palazzo rinascimentale della città: era chiaro il suo intento di superare in bellezza e grandezza il palazzo degli acerrimi rivali, i Medici.
Il Palazzo consiste di 4 entrate, tre ancora attive e una adibita a bar; attraverso di esse si entrava un tempo con i carri e i cavalli. Lo circonda un portico formato da archi a tutto sesto sorretti da colonne con capitelli corinzi. Al primo piano, detto nobile, vediamo una serie di finestre che danno sul cortile e che oggi formano parte delle sale del Museo di Palazzo Strozzi; un tempo però erano le finestre delle stanze in cui vivevano i membri della famiglia, da lì essi potevano osservare tutto ciò che avveniva nel cortile e se vedevano persone non "benvenute", le facevano accompagnare fuori ... Quello che stupisce di questo cortile però, è soprattutto la terrazza situata al secondo piano e chiamata altana. Anch'essa è circondata da un portico le cui colonne partono dalle basi della balaustra dando un bell'effetto di verticalità. In queste altane le famiglie celebravano le ricorrenze e organizzavano i "party" dell'epoca.
Visitiamo adesso l'interno di un palazzo che esula dai tipici canoni rinascimentali fiorentini, Palazzo Bartolini Salimbeni. Oltre al cortile, il palazzo rinascimentale possiede altre due caratteristiche che sono tipicamente fiorentine: la presenza di un bugnato rustico nella facciate del piano terra, caratterizzato da grosse pietre sporgenti dette “bugne”, e la panca di via. Il bugnato aveva il fine di impressionare i visitatori conferendo l’idea di grandezza; sulla panca di via invece si sedevano coloro che volevano parlare con i vari signori per poter chiedere dei favori … chiaramente in cambio del loro appoggio politico. In questo palazzo progettato da Baccio D’Agnolo all'inizio del Cinquecento, il cortile ci appare di grande eleganza anche se due lati del portico originale che lo circondava sono stati murati. Ancora oggi sono visibili le colonne originali che sporgono inglobate nelle due pareti.
L’eleganza è conferita da stupendi motivi classici realizzati con la tecnica del graffito in una bicromia bianco e grigia tendente al beige. Essi rappresentano elementi floreali, animali fantastici, vasi e vittorie alate, e decorano tutte le pareti. Nei due fregi che inquadrano le fantastiche finestre a croce, una rarità nel panorama decorativo fiorentino, oltre alla decorazione a graffito ci sono tutta una serie di oculi, finestre circolari, che conferiscono una geometria perfetta all’aspetto finale. La verticalità del cortile è accentuata da un secondo piano in cui era presente una terrazza adesso murata. Tutto è bellezza, tutto è armonia, tutto è geometria.
Mi piacerebbe terminare con un consiglio, quando vi trovate di fronte a un palazzo fiorentino e intravedete un cortile che ricorda un tempio classico avvicinatevi e guardatelo. Lo stupendo mondo del Rinascimento si aprirà all'improvviso davanti ai vostri occhi!