Quest’anno compie sessantacinque anni, ma anziché mostrare segni di senilità si rinnova e si evolve mantenendo pur sempre vivo il fil rouge della tradizione. È la Compagnia Italiana di Operette, la più antica in Italia, nata nel 1953 su iniziativa di Sergio Corucci che, grazie alle sue doti professionali e all’esperienza maturata presso i grandi teatri toscani come il Verdi di Pisa e il Giglio di Lucca, risollevò le sorti di una piccola compagnia prossima al fallimento, facendola crescere ed emergere con passione e dedizione e conferendole un prestigio che dura tutt’ora. In sessantacinque anni la Compagnia, con i suoi oltre mille artisti succedutisi nel tempo tra attori, musicisti, cantanti e ballerini, ha percorso quasi tre milioni di chilometri per esibirsi in circa tredicimila spettacoli e allietare nove milioni di spettatori.

L’operetta, lo ricordiamo, è un genere teatrale basato su un sapiente connubio di danza, prosa e canto che nasce a metà dell’Ottocento con La Rose de Saint-Flour di Jacques Offenbach divenuta famosa prima in Francia poi in Austria e sull’esempio delle quali si diffonde successivamente anche in Italia. Si tratta di spettacoli che emozionano, divertono, fanno sognare un mondo d’altri tempi raccontando con sincerità e leggerezza storie di personaggi e di sentimenti. La ricchezza scenografica, i costumi sfarzosi e le musiche facilmente orecchiabili e suggestive rendono inoltre l’operetta un genere fruibile da un pubblico di ogni età.

La Compagnia Italiana di Operette ha vissuto momenti di grande splendore e apprezzamento, come quando nella seconda metà degli anni ’60 partì alla volta dell’America del Sud e i consensi e successi ottenuti furono sì grandi da spingerla a moltiplicare i mesi di permanenza per accontentare le innumerevoli richieste di performance teatrali avanzate tra Argentina, Brasile, Uruguay, Perù, Cile, Ecuador. La tournée sudamericana rappresentò una svolta per la Compagnia che, proprio in quel periodo diede vita non solo al logo che fu disegnato su una foto di Aurora Banfi, ma anche al suo nuovo nome. Negli anni Sessanta quella che era chiamata la Compagnia Internazionale di Operette assunse il nome di Compagnia Grandi Spettacoli di Operette per poi divenire l’attuale "Compagnia Italiana di Operette" proprio perché era così che la chiamava l’entusiasta pubblico sudamericano. Erano invece gli anni Settanta quando la Compagnia si esibì al Teatro Smeraldo di Milano facendo registrare un record di incassi.

Nel tempo la Compagnia Italiana di Operette ha subito delle trasformazioni. "Pur rimanendo fedele all’ambientazione storica, alle ricche scenografie, agli elaborati costumi di scena, oggi i ruoli sono più dinamici – ha dichiarato la neo produttrice Maria Teresa Nania - la Compagnia è composta da molti giovani attori, aspetto prima inconsueto, ma soprattutto nel linguaggio c’è un adattamento ai tempi moderni e, anche con l’obiettivo di coinvolgere un pubblico più giovane, i copioni spesso vengono 'svecchiati' perché molte battute non sarebbero altrimenti comprensibili". La nuova tournée avrà inizio il prossimo mese di novembre e i titoli confermati per la stagione sono La Vedova Allegra di F. Léhar, V. Leòn, L. Stein, Scugnizza di M. Costa e C. Lombardo e Il Paese dei Campanelli di C. Lombardo e V. Ranzato che avranno luogo nei più importanti teatri italiani tra Milano, Torino, Firenze, Roma, Lecce e Taranto.

Maria Teresa Nania è entrata nella Compagnia nella stagione 2004/2005 prima come ballerina, poi con piccole parti recitate per poi diventare attrice. Il suo percorso professionale si è poi arricchito con esperienze come coordinatrice di gruppi di artisti e di diversi spettacoli collaborando costantemente con la Compagnia fino a prendere, quest’anno, le sue redini e lavorare con il massimo impegno per restituire alla Compagnia il suo storico splendore e far conoscere in maniera capillare la tradizione dell’operetta italiana anche all’estero.

Il team attualmente comprende giovani e talentuosi attori, un corpo di ballo, cantanti lirici e caratteristi affermati sulla scena nazionale ed estera. Ad affiancare Maria Teresa Nania, Claudio Corucci, figlio di Sergio, mentre le coreografie sono ideate e curate da Monica Emmi. Tra qualche mese, per la Compagnia Italiana di Operette, avrà dunque inizio una nuova fase all’insegna della rinascita, del rinnovamento, ma soprattutto della concretizzazione di un progetto al quale il team si sta impegnando da diverso tempo con l’obiettivo di “entrare” in maniera sempre più profonda nel cuore delle persone.