Divulgatore ambientale, studioso, scrittore in erba, Wanderer delle Oasi. Chiamatelo come volete. Lui si definisce “aspirante ornitologo”: è Francesco, classe 2007.

Roma, convegno polifonico sulla comunicazione ambientale. La sala gremita, grandi nomi fra giornalisti, documentaristi e comunicatori. C’è anche Brando Quilici, pronto a parlare delle Tigri del Parco del Chitwan in Nepal, ma in penultima fila, di fronte a me, c’è un ragazzino dai capelli chiari e lucenti raccolti in una coda. In uno dei miei soliti slanci da finta introversa, mi congratulo con la madre, che gli sta seduta accanto, per la partecipazione, in così giovane età, a un consesso tanto importante. Lei sorride, orgogliosa, e mi confessa che quel giovane dall’aria amabile sarà uno dei relatori. In chiusura ci sarà proprio lui, Francesco Barberini, nome di un Cardinale, classe 2007, primo libro pubblicato a 9 anni (Il mio primo grande libro sugli uccelli) 150 schede dei principali uccelli d’Italia con un capitolo sull’evoluzione dei dinosauri in uccelli), in uscita il secondo.

Apprendo poco a poco che è già un talento, che, con l’aiuto del papà Emiliano, ha un sito internet, una pagina facebook, un canale youtube, è apparso in televisione e dialoga amichevolmente con Fulco Pratesi, uomo dagli splendidi taccuini. Parliamo subito, così come si fa tra amici (lo risentirò al telefono qualche giorno dopo), un bambino ti mette subito a tuo agio, soprattutto se spigliato e sorprendente. Non recita, è sé stesso e non ha perso nulla della curiosità e spensieratezza che si teme volare via quando si è giovani e ricercati talenti. È originario di Acquapendente, un comune di circa 5.500 abitanti a 50 chilometri da Viterbo quasi al confine con la Toscana, che deve il suo nome al fatto di essere situata nei pressi di numerose piccole cascatelle che confluiscono nel fiume Paglia.

Qui si erge il monte Rufeno, presso il quale è stata istituita la Riserva Naturale Monte Rufeno con la sua rete di sentieri e le sue “trosce”, laghetti temporanei ricchissimi di biodiversità; una delle prime aree protette regionali ad essere state istituite, nel 1983, un paradiso per cinghiali, caprioli e uccelli. Essere nato e vissuto immerso in tali bellezze naturali aiuta sicuramente a guardare la Natura con occhio diverso.

Ma l’innamoramento vero arriva, mi dice Francesco, a due anni e mezzo, quando i genitori gli fanno vedere il bellissimo documentario sugli uccelli, di Jacques Perrin, Il Popolo Migratore.

Un lavoro impegnativo girato in 4 anni che ha come protagonisti gli uccelli migratori tra cui cicogne, gru, sterne, varie specie di oche e anatre selvatiche, seguiti attentamente, meticolosamente e delicatamente durante i loro lunghi ed estenuanti viaggi. Basta chiudere gli occhi e pensare di volare e, scorrendo le bellissime immagini di quella pellicola, si è avvolti dalla sensazione di leggerezza e libertà, quella voglia di volare che da sempre caratterizza il mito e l’Uomo, da Icaro ad Antoine Jean Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry. Si è immersi in un cielo che esalta i colori della Terra (arrivano subito alla mente le immagini di Yann Arthus-Bertrand), schizzi di giallo, verde, rosso e blu, specchiandosi nelle sue acque, nelle onde e spume del mare, nei boschi, nella tundra, nei deserti, nei ghiacci, nei canyon, nelle montagne e nei laghi. Sotto la guida attenta del sole e della luna impazienti, in un viaggio pur lungo e faticoso avvolto dal miracolo delle stagioni, dove non tutti arrivano sempre a destinazione. Perché sbattere le ali e volare è sognare ad occhi aperti. E questa leggerezza ed eleganza del volo e del suo racconto è chiara al nostro Francesco, quando nei suoi video-documentari perfettamente sintetizza quanto Vitruvio riteneva fondamentale per l’architettura: Venustas, Firmitas e Utilitas (Emilio ricorda).

Eccoci allora pronti a percorrere, con il nostro giovane aspirante ornitologo Ambasciatore del WWF, l’Oasi WWF di Alviano, quel che resta di un vulcano che si è spento 3700 anni fa, in un’area vulcanica dei Campi Flegrei, dove si è formato il lago grande che osserva, sulle sue acque, morette tabaccate rare, alzavole, tuffetti e gallinelle d’acqua.

O avventurarci lungo il cratere boscoso degli Astroni di Napoli.

Anche Il giardino di Francesco - Mangiatoie e nidi artificiali accompagna nell’empatia con il mondo naturale, quello del difficile periodo invernale degli uccelli, quando procurarsi il cibo diventa un’impresa tutt’altro che semplice.

Qui l’aiuto dell’uomo può essere fondamentale: si possono acquistare, costruire o creare mangiatoie, di tante forme e colori, anche piccole ed economiche, la cui preparazione può essere motivo di gioco e divertimento oltre che occasione di riciclo (si possono usare molti materiali di recupero). Unico ingrediente imprescindibile: la fantasia. Un po’ aiutare giocando. Francesco usa soprattutto semi di girasole o scarti del cibo come le briciole di pane. Saranno poi gli uccelli a decidere cosa mangiare. La posizione di questi ricoveri è importante, prima di tutto deve essere un luogo sicuro lontano dai gatti, da altri eventuali predatori e distanti da grandi vetrate … gli uccelli non vedono il vetro! Se possibile meglio installarli vicino alle finestre, in modo da poterli osservare dall’interno. Lo spettacolo a cui assisteremo sarà meraviglioso, le forme, i colori e il comportamento degli uccelli che frequenteranno le mangiatoie saranno sorprendenti e affascinanti.

Se poi si ha un piccolo giardino si possono mettere i semi anche a terra, alcune specie preferiscono cercare il cibo sul terreno. Nei cespugli della nostra giovane guida, dove ha inserito piante che fanno semi commestibili come la fusaggine, approdano il Codirosso spazzacamino, il Saltimpalo e il Pettirosso. Gli ospiti varieranno con zone e stagioni. Se poi ci sono piccoli nidi artificiali… si potrà anche assistere alla nascita di piccoli. Per Francesco, oltre al giardino che ospita 3 stagni con anatre, pesci rossi e gambusie (ambienti mantenuti al loro stato naturale), non ci sono videogiochi o razzi elettronici ma un orto, un uliveto, un cane, gli ospiti delle mangiatoie e tanti libri di natura, volumi su animali e dinosauri (mi dice pochi romanzi, ancora) oltre che il karate che pratica dall’età di 5 anni (è cintura blu-marrone, poi mancano solo la marrone e la nera). Ovviamente c’è la scuola dove ha ottimi voti e tanti amici che lo seguono.

Francesco gira per le oasi d’Italia ma anche del mondo: è stato in Canada e Portogallo, dove ha ricevuto il ringraziamento e l'approvazione della SPEA (Società Portoghese per lo Studio dell'Avifauna). È arrivato pure il premio speciale della 52° Assemblea Nazionale della LIPU, “per il suo amore profondo per gli uccelli, l’ornitologia e il birdwatching, per la sua sorprendente capacità, pur da giovanissimo, di conoscere e raccontare gli uccelli, in modo appassionato e coinvolgente, anche attraverso il sapiente uso dei nuovi mezzi di comunicazione, con l’augurio di crescere sempre vicino alla natura, con lo stesso entusiasmo di oggi". Per finire con il Presidente Sergio Mattarella, che, il 12 Marzo, gli ha consegnato al Quirinale l’Onorificenza di Alfiere della Repubblica Italiana dedicata a chi racconta l’Italia e ne contribuisce al miglioramento.

Dal 2010, vengono premiati i giovani tra i 10 e 18 anni che si sono distinti nello studio, in attività culturali, scientifiche, artistiche, sportive, nel volontariato oppure hanno compiuto atti o adottato comportamenti ispirati a senso civico, altruismo e solidarietà. Francesco, con i suoi oltre 20 video e le sue passeggiate nella Natura e nelle oasi (ognuna ha il suo perché, mi dice, le sue curiosità e i suoi segreti, per cui non ce ne è una meglio dell’altra), è fra loro. Un buon inizio.

Per tutti il nostro “aspirante ornitologo con specializzazione in avifauna preistorica”, come si definisce, ha un solo messaggio: stare in mezzo alla natura e aiutare gli animali, aspettando il passaggio ravvicinato degli uccelli, fa nascere nel cuore una sensazione speciale che ci invita a provare. In un binomio fenomenale competenza e passione. Proviamo, allora!