Ha preso il via con un gran successo di pubblico domenica 17 dicembre al Teatro Filarmonico di Verona la Stagione Lirica della Fondazione Arena di Verona.

E con un titolo molto amato dal grande pubblico, ovvero: La vedova allegra di Franz Lehar, operetta in tre atti in replica fino alla notte di San Silvestro, per festeggiare con una musica appassionante e balli coinvolgenti l’arrivo dell’anno nuovo.

L’allestimento della Fondazione Arena di Verona, porta la firma di Gino Landi per la regia e la coreografia, di Ivan Stefanutti, e per le scene e William Orlandi per i costumi. In questa edizione, la regia è ripresa da Federico Bertolani e le coreografie da Cristina Arrò.

Per la prima volta dal podio scaligero, è il giovane e affermato direttore spagnolo Sergio Alapont che dirige l’Orchestra areniana, il Coro preparato da Vito Lombardi, il Ballo coordinato da Gaetano Petrosino e le grandi voci soliste in programma.

Così sfarzi, Can-Can, gag divertenti e intrighi amorosi sono gli ingredienti per le originali serate all’insegna della grande musica. Fino al 31 dicembre l’ambientazione scintillante e la trama coinvolgente de La vedova allegra di Franz Lehár accompagneranno il pubblico in un'atmosfera dorata e fiabesca.

La vedova allegra (Die lustige Witwe) oltre ad essere ancora oggi la più celebre delle operette, è stata uno dei più grandi successi viennesi del XX secolo e può essere considerata un’importante chiave di lettura del genere nel suo complesso. La vicenda è tratta da L’attaché d’ambassade, commedia del 1861 di Henri Meilhac, uno dei più grandi librettisti di Jacques Offenbach, e messa in libretto da Victor Léon e Leo Stein che affidano la stesura della partitura a Franz Lehár. La prima rappresentazione dell’operetta avviene al Theater an der Wien il 30 dicembre 1905 sotto la direzione dello stesso compositore suscitando nel pubblico un enorme entusiasmo tanto che il titolo resterà in cartellone per mesi registrando sempre il tutto esaurito, per poi approdare anche all’estero. Tradotta in ben 25 lingue, La vedova allegra sarà oggetto di diverse trasposizioni cinematografiche già dal 1907.

L’azione si svolge in una Parigi ancora capitale della Belle époque ed i personaggi sono nobili e alti funzionari dell’ambasciata dello Stato immaginario di Pontevedro, nell’Europa centrale, sull’orlo della bancarotta. L’operetta si svolge giocando sui temi tipici del genere: il soggetto sentimentale, l’ambientazione falso-storica, le danze (soprattutto il valzer con il suo sottile erotismo), il matrimonio, l’infedeltà, il denaro, la politica e l’eccentrica mondanità aristocratica, fatua e donnaiola. Su tutto questo, tuttavia, aleggia una sensazione di decadenza, di un mondo che sta per morire, seppur dipinto in modo gioioso e festante, come si volesse rispecchiare la situazione dell’Austria tra Ottocento e Novecento. Il clima in cui questo lavoro nasce è difatti caratterizzato da una società che preferisce abbandonarsi agli slanci sentimentali e alle frenesie di canzoni e operette, piuttosto che ammettere con consapevolezza di vivere in un periodo di crisi. Da questo parte la lettura registica di Gino Landi, che mette ben in evidenza queste tematiche, ricreando fasti e ricchezze per una Vedova «allegra, come dice il titolo… uno spettacolo molto leggero ma di grandi prestazioni», che nel terzo atto si arricchisce di un estratto del balletto Gaité Parisienne di Jacques Offenbach e Manuel Rosenthal culminante con il popolarissimo quanto sfrenato Can-Can.

E tra le voci protagoniste: l’avvenente Hanna Glawari di Mihaela Marcu (17, 23, 27, 31/12), che per alcune recite si darà il cambio con Elisa Balbo (19, 21, 29/12) accanto all’amato Conte Danilo Danilowitsch impersonato da Enrico Maria Marabelli. Vestirà quindi i panni del Barone Mirko Zeta Giovanni Romeo, di fianco alla Valencienne di Desirée Rancatore (17, 21, 27, 31/12) e Lucrezia Drei (19, 23, 29/12). Interpreteranno il diplomatico Camille de Rossillon Giorgio Misseri (17, 21, 27, 31/12) e Francesco Marsiglia (19, 23, 29/12), mentre nel Visconte Cascada troveremo Francesco Paolo Vultaggio e in Raoul de St. Brioche Stefano Consolini. Completano il cast nuove interessanti voci, al loro debutto sul palcoscenico del Teatro Filarmonico: Daniele Piscopo in Bogdanowitsch e Serena Muscariello in sua moglie Sylviane; Andrea Cortese per Kromow, Lara Rotili nel ruolo di Olga, Nicola Ebau per Pritschitsch e Francesca Paola Geretto nella consorte Praškowia.