Da una parte c’è una Roma, intesa come amministrazione comunale, che sbatte la porta in faccia alla candidatura olimpica. Dall’altra c’è una Roma, intesa come rassemblement di una complessa struttura sociale, economica, civile, che non intende abdicare al suo ruolo di metropoli, di centro propulsivo e dinamico anche in funzione dello sviluppo della nazione che essa rappresenta, come è giusto che sia, in quanto capitale.

Parte non secondaria di questo sviluppo è da considerare lo sport in tutte le sue manifestazioni, in tutte le sue sfaccettature. Che sono, oltre che sportive tout court, politiche, sociali, economiche, come ben sanno quanti seguono lo sport bypassando l’elemento muscolar-agonistico. È in questo quadro che occorre “leggere” quanto è successo, e quanto sta succedendo, a Roma e dintorni (in Italia e non solo…) alla voce “eventi e manifestazioni sportive”. Evitiamo al lettore il riassunto delle puntate precedenti e guardiamo all’oggi.

Preso il ceffone dai grillini di Roma (la mancata indicazione del Campidoglio per una prossima corsa olimpica ha scaldato a lungo, forse scalda ancora, il volto del Foro Italico… ), il Coni come è noto si è dedicato non solo alla ricerca del miglior sistema per evitare di essere completamente estromesso dall’organizzazione olimpica internazionale (da qui la candidatura di Milano come sede della Sessione del Cio prevista per settembre 2019), ma ha cercato strade alternative, ancorché non sempre di completo, esclusivo gradimento.

Una di queste ci sembra debba essere considerata la scelta di organizzare proprio a Roma un gran premio di formula E, corsa di auto a trazione esclusivamente elettrica, nei cui confronti la sindaca Virginia Raggi, ammaliata appunto dalla voce E(cologia) che sembra stare molto a cuore ai grillini, ha manifestato la sua disponibilità, ancorché il primo progetto fosse stato inizialmente proposto ai tempi dell’amministrazione guidata da Alemanno. L’abbozzo di progetto prevede, ad oggi, che si dovrebbe correre all'Eur nelle strade intorno al Palazzo della Civiltà Italiana in un circuito lungo poco più di 4 chilometri. Si presume che l’indotto creato non sarà indifferente, con svariati posti di lavoro e migliaia di appassionati e tifosi in più rispetto alla tradizionale e massiccia presenza turistica capitolina.

Le monoposto in gara per la Formula E nei reconditi progetti dovrebbero fare da apripista per la F1, il cui vero ostacolo tuttavia è Monza, non essendo immaginabile che in Italia si possano organizzare due GP di Formula 1 nella stessa stagione. Un’alternativa potrebbe essere l’alternanza proprio con il circuito monzese. Almeno per ora. Intanto Roma sta coccolando il suo progetto di circuito: il primo appuntamento è alla primavera del prossimo anno.