Lo spazio espositivo Olio su Tavola è lieto di ospitare, nel pieno centro di Lucca, la mostra “Play with me”, a cura dell'artista NABY, che dal 6 ottobre al 5 novembre 2017 abiterà i suoi ambienti con un’istallazione eccezionale al confine fra l’inganno e il piacere.

L’installazione è il frutto di una profonda riflessione elaborata dall’artista sulle contraddizioni della cultura occidentale, sempre più asservita al “dio denaro” e dedita alla ricerca spasmodica del divertimento estremo. La giostra, infatti, emblema centrale dell’esposizione, rappresenta tipicamente un non-luogo, come gli alberghi, i parchi-gioco o i centri commerciali, dove il visitatore paga per trovare distrazione e “stordirsi” attraverso un turbinio di suoni e mille luci colorate: un “paradiso artificiale”, che al pari di tanti altri prodotti commerciali, è stato progettato per offrire un rapido consumo del piacere. Detto altrimenti, la giostra, con le sue false luci, i suoi cavalli agghindati che marciano verso un’unica direzione, in un movimento sempre uguale, diventa il simbolo della vita, del lavoro, dell’uso e abuso del corpo, dell’inganno e delle tante dipendenze che affliggono le persone che abitano le nostre città.

L’esposizione, dunque, si compone di un’installazione che vede al centro dell’opera un cavallo da giostra montato su un piedistallo e alcune casse di legno disposte attorno ad essa, con all’interno altri cavallini giocattolo realizzati in latta, legno e ceramica.

Destinatario diretto dell’opera è il pubblico, invitato a montare il cavallo in tutto il suo splendore e a farsi fotografare fra le luci e i colori della galleria. Le foto realizzate saranno inserite nel catalogo della mostra (previa liberatoria) e parteciperanno attivamente alla sua realizzazione.

Un invito, quindi, al divertimento che nasconde allo stesso tempo una profonda riflessione e dove lo spettatore diventa il protagonista di un gioco estremo fra l’ironia e l’illusione.

Naby nasce a Vejntilmy nella regione di Pryghisc ai confini con l’Afganistan il 20 ottobre del 1989. Di famiglia di origine nobile - a tutt’oggi il padre possiede uno dei più importanti allevamenti di cavalli dell’Asia - l’artista è stata mandata sin da giovane a studiare all’estero in varie città. Nel corso di questi viaggi, Naby è entrata in contatto con diverse civiltà e culture, sia orientali che occidentali, arricchendo così il suo bagaglio culturale ed esperienziale.

Si è avvicinata al mondo dell’arte dapprima come collezionista e successivamente come artista, sperimentando diversi mezzi espressivi. La sua prima ispirazione è nata a seguito di una mostra di Lukas McMaster (organizzata da Robert Angel alla Galleria Awa nel 2008) in cui l’artista russo-statunitense esponeva una serie di collage astratti. L’anno successivo Naby entra nel gruppo “The last indipendents Minds” (LiMs), esponendo in Medio Oriente e negli USA. Dal 2010 al 2012 opera nei cantieri artistici di Camarillo, per poi ritirarsi dalla scena artistica sino al 2016, anno in cui riprende a progettare opere da esporre in svariati contesti: da spazi pubblici a gallerie, a piccole realtà espositive, come locali di ristorazione o d’incontro (biblioteche, piccoli teatri, centri culturali).

È nota sopratutto per una serie di lavori in cui gli animali giocattolo (soprattutto cavalli e gatti) sono esposti come monumenti simbolo di una ricerca di “liberazione”. Il più noto di questi è Play with me, un’installazione di quattro cavalli pensata per la prima volta nel 2007; ha poi realizzato la serie dedicata agli aerei e ai razzi, creati con materiali di recupero, e Moods of paper, un documento concettuale composto da tarsie ispirate all’arte antica dei tappeti.