Forse un po’ come nella celebre favola di Esopo, non potendo correre per l’assegnazione delle Olimpiadi del 2024 (il “no” grillino sull’ipotesi Roma è tuttora oggetto di commenti tra il permaloso, l’infastidito, il sarcastico, il rammaricato), e rimandando a tempi migliori le ulteriori scelte in materia, il comitato olimpico italiano si è dedicato anima e corpo alla concretezza di Milano, segnatamente per l’assegnazione alla capitale meneghina della sessione del CIO che si svolgerà nel settembre del 2019.

Per capire il significato e la portata, in termini di impegno e di importanza, di questa assegnazione basterà ricordare che si tratta di un evento che attirerà circa diecimila persone in una settimana (si svolgerà al MiCo, il Centro congressi più grande d’Europa, con la cerimonia d'apertura alla Scala), che in precedenza l’Italia aveva già ospitato sette sessioni del CIO (tre in occasione dei Giochi di Cortina, Roma e Torino, e quattro a Roma, l'ultima nel 1982 pochi mesi dopo la morte di Giulio Onesti): è una prima assoluta per la Lombardia. La sessione CIO di Milano 2019 assegnerà i Giochi invernali in programma nel 2026.

La scelta di Milano è stata votata all’unanimità dai membri del Comitato Olimpico Internazionale nel corso della penultima giornata di lavori della Sessione che si è svolta a Lima, e che in precedenza aveva scelto Parigi e Los Angeles come sedi delle Olimpiadi estive del 2024 e del 2028.

La presentazione di Milano, una ventina di minuti circa, è stata accompagnata da video suggestivi, propositi ambiziosi e programmi all’insegna dell’unità di intenti in nome della passione per lo sport, celebrato come strumento di aggregazione e di crescita collettiva. Il dossier di candidatura è stato illustrato ai membri del CIO dalla coordinatrice del progetto, Diana Bianchedi (indimenticata campionessa di scherma), dal sindaco della città, Giuseppe Sala, dall’assessore allo Sport della Regione Lombardia, Antonio Rossi (anch’egli indimenticato protagonista di storiche imprese canoistiche), e dal presidente del CONI, Giovanni Malagò, che ha sottolineato le virtù “di una città all’avanguardia, moderna, dinamica, in una regione, la Lombardia, che ha dato il maggior contributo allo sport italiano alle Olimpiadi (più di un quinto delle medaglie olimpiche italiane viene da questa regione). Milano – ha ancora ricordato Malagò - nel 2019 celebrerà anche il centenario della nascita del milanese Edoardo Mangiarotti, il più grande e titolato atleta nella storia dello sport italiano, con 13 medaglie olimpiche vinte, di cui 6 d’oro, quarto nella classifica all time della storia olimpica mondiale".

Ser Miang NG - membro dell'Esecutivo CIO - ha espresso la soddisfazione della Commissione di Valutazione, che aveva visitato Milano in maggio, sottolineando i punti di forza della candidatura, costituiti dai collegamenti, dalla sicurezza e dalle riconosciute capacità di ospitare eventi di portata internazionale, anche grazie alle garanzie offerte sotto il profilo della sicurezza. Thomas Bach, dopo un simpatico siparietto con Malagò, in riferimento alle origini romane del presidente del CONI, ha definito "eccellente" la presentazione, giudizio poi condiviso dai delegati CIO, che si sono espressi con voto unanime.

"L’investitura di Milano sede della sessione olimpica del 2019, sarà - ha detto Malagò, che verosimilmente non ha ancora “digerito” la forzata rinuncia a Roma 2024 - una ripartenza. I Giochi invernali del 2026? Tutto è possibile, ma prima dovremo avere un nuovo governo. Sarà opportuno riparlarne dopo le elezioni politiche del prossimo anno".