Sono davvero molteplici le relazioni che si instaurano tra una specie e l’altra, siano esse a scopo benefico, siano, al contrario, a vantaggio di una sola delle due. L’ambiente marino è rappresentato da migliaia di organismi che interagiscono gli uni con gli altri e gli esempi che li riguardano sono alquanto numerosi. Tra i processi interspecifici, vale a dire quelli che si creano tra due specie differenti, le più note sono, senza dubbio, le simbiosi. In ecologia, il termine sta a significare un rapporto molto stretto e a lungo termine tra due o più organismi, una sorta di relazione che in molti casi è indissolubile, pena la morte di entrambe le specie o di una delle due.

Si parla di endosimbiosi quando uno dei due organismi vive all’interno dell’altro, come nel caso delle zooxantelle, microscopiche alghe che risiedono all’interno dei coralli; di ectosimbiosi quando uno dei due organismi vive sull’altro, adeso alla sua superficie esterna, batteri ad esempio che vivono sulla pelle dell’ospite. Nel caso in cui la simbiosi sia benefica per entrambe le specie, si parla di mutualismo. Le barriere coralline sono un caso eccezionale di mutualismo: le alghe all’interno del polipo dei coralli donano agli stessi energia sotto forma di prodotti ottenuti dalla fotosintesi, come zuccheri, amminoacidi, glicerolo, oltre a piccole quantità di ormoni e vitamine. Al contrario, le zooxantelle vivono protette all’interno dell’ospite ricavando composti azotati come anidride carbonica, fosforo e azoto che al polipo risultano tossici. L’anidride carbonica è indispensabile all’alga affinché possa svolgere la fotosintesi, quel processo che tutti i vegetali compiono per ricavare sostanza organica, partendo da molecole inorganiche come la luce del sole e, appunto, la CO2. La simbiosi in questione, dunque, è indispensabile affinché entrambe le specie sopravvivano, tale che la mancanza di una provoca la morte dell’altra. Si parla quindi di simbiosi obbligata. In ambiente terrestre un classico esempio di simbiosi obbligata è quello tra il fungo e l’alga che costituiscono il lichene. Il fungo, al pari del polipo dei coralli nella simbiosi sopra citata, è un organismo eterotrofo che ricava energia dai prodotti fotosintetici dell’alga. Quest’ultima, invece, compie gli stessi meccanismi dell’alga dei coralli, ricevendo anche acqua e sali minerali dal fungo.

Altri casi di mutualismo in ambiente marino sono quelli classici dei pesci pagliaccio e dell’anemone di mare. Il pesce, appartenente alla famiglia dei Pomacentridi, vive protetto fra i tentacoli urticanti dell’anemone, che impediscono ai predatori o ad altri intrusi di venire a contatto con lo stesso. L’anemone, parente stretto dei coralli e delle meduse, deve in qualche modo nutrirsi, ed essendo un organismo sessile, cioè non in grado di muoversi (trascorre infatti la sua intera esistenza adeso alle rocce), sfrutta i resti di cibo abbandonati dal pesce come fonte di nutrimento. Ma molti anemoni sono in grado di stabilire relazioni simbiotiche anche con le alghe verdi, ricavando da queste ultime i prodotti della fotosintesi, o con i paguri, facendosi trasportare da questi sulla conchiglia che gli stessi crostacei hanno adoperato come loro abitazione.

Il commensalismo è un altro tipo di relazione nella quale, in tal caso, una delle due specie trae un rapporto di beneficio mentre l’altra ne è in parte indifferente. Si potrebbe parlare in questo caso di simbiosi non obbligata. Tuttavia, può trattarsi di una relazione piuttosto intima e di lunga durata oppure di qualcosa di più temporaneo. Tra i diversi tipi di commensalismo si può citare il cosiddetto inquilinismo, che in mare è particolarmente rappresentato. Il paguro, spesso, occupa il guscio vuoto dei gasteropodi che può essere condiviso anche da piccoli microscopici granchi o anellidi che in tal caso vengono chiamati inquilini. Le pennatule, cnidari un po’ dissimili da coralli e meduse ma appartenenti sempre allo stesso grande gruppo, possono ospitare sui loro polipi minuscoli granchi invisibili ai nostri occhi, che si stabiliscono sulle stesse a scopo protettivo e alimentare.

È probabile che da un punto di vista evolutivo, tutte le relazioni simbiotiche siano nate per un fattore di limitazione di spazio e di risorse; il semplice fatto che due specie abitano nello stesso habitat le può portare inevitabilmente a scontrarsi, a competere e al prevalere di una su sulle altre, oppure a coesistere e a condividere le risorse. Quando poi una delle specie prevale sulle altre con effetti negativi o addirittura letali si giunge al parassitismo e alla predazione. I casi di parassitismo nel mondo naturale sono tantissimi e già citandone alcuni si può comprendere l’importanza dello stesso e l’effetto che esso esercita sul mondo naturale. Tutti conosciamo i parassiti, a partire da quelli che attaccano i nostri corpi; potremmo dire di vivere in mezzo ai parassiti, spesso non accorgendocene o facendolo troppo tardi. Il parassita dipende in tutto e per tutto dal suo ospite, per questo generalmente tende a mantenerlo in vita, al fine di sfruttarlo il più possibile e di nutrirsi così di “carne sempre fresca”. Molti batteri, virus e funghi sono parassiti di piante e animali, uomo compreso.

Nell’ambiente marino, ogni organismo è potenzialmente un ospite ma la scelta di quest’ultimo dipende da tanti fattori quali la località, la stagione e la specie di parassita in questione. Per citare alcuni esempi, tra i parassiti marini più influenti vi sono i crostacei cirripedi come il Rizocephalo sacculina che, allo stadio larvale, si attacca all’addome di altri crostacei, generalmente granchi, provocandone addirittura la castrazione parassitaria. Il granchio, inizialmente inconscio di ciò che gli sta capitando, cura la sacculina, che ha raggiunto una forma a sacco, come fosse il suo uovo, senza in realtà mai produrre uova e sperma propri. I platelminti o vermi piatti sono parassiti di molte specie a partire dai pesci sino all’essere umano.

In questo articolo si sono fatti solo alcuni esempi di quelle che sono le relazioni che si instaurano tra gli organismi. Ce ne sarebbero molte altre ma l’importante è che si abbia avuta una panoramica generale su un argomento che, probabilmente per molti, è nuovo e troppo spesso ignorato. Come tutte le volte che si parla di Natura, essa è in grado di nascondere le meraviglie più incredibili ma anche le situazioni più temibili. È necessario conoscerla per approfondirne gli argomenti e per restare ogni volta di più incantati dalle sue enormi potenzialità.