Le Torri d’avvistamento della Puglia, nate come costruzioni di difesa per antiche popolazioni sono ormai fortezze di un inespugnabile fascino senza tempo. Il vento intriso di salsedine gonfia le onde che s’infrangono a riva come carezze arrivate per rinfrescare la sabbia calda e dorata: lo scenario incantato è lo stesso che da sempre colora il tacco d’Italia: la Puglia. Inizia da qui il nostro Bel Paese per chi vuole raggiungere il Mediterraneo navigando da Oriente, e questa consapevolezza da sempre fa parte del patrimonio culturale degli abitanti della terra d'Otranto.

Già ai tempi degli antichi romani, lungo le estreme coste pugliesi, vennero edificate vere e proprie fortezze a picco sul mare con lo scopo di sorvegliare e difendere il territorio. Tutte le popolazioni che hanno occupato questa terra hanno conservato intatta la stessa esigenza di controllo degli orizzonti: dai romani, ai bizantini, ai longobardi, fino agli spagnoli. Furono proprio questi ultimi che, in risposta all’invasione turca del 1480, rinverdirono l’idea della sorveglianza del mare coinvolgendo attivamente la popolazione del luogo. L’impresa di costruire o ricostruire Torri di vigilanza sarebbe stata troppo onerosa per le finanze del regno spagnolo tanto che si pensò di insignire coloro che avessero avuto la possibilità e la volontà di investire 8133 ducati in una di queste costruzioni, del titolo di “capitano della Torre”. Tale nomina comportava non solo la costruzione, ma anche l’assunzione di oneri e onori legati al possesso della Torre stessa. Eccitati da questa possibilità, molti tra i possidenti accolsero l’impegno di difesa del territorio. Ben novantasei Torri vennero edificate in tutta la Puglia: sedici a Bari, ottanta nella terra d’Otranto, ben più vasta dell’odierna provincia di Lecce; sebbene ancor di più dovevano essere quelle che originariamente erano disseminate lungo il litorale e sono andate perdute.

La funzione originaria della Torre e, quindi, il lavoro del “corpo dei torrieri” consisteva nell’avvertire dell’imminenza di un attacco da parte di pirati o saccheggiatori; la fitta rete di fortezze comunicava vicendevolmente attraverso segnali luminosi o sonori. Nei giorni di burrasca, nei quali erano più improbabili assalti nemici, il mare veniva ugualmente sorvegliato poiché le rotte commerciali non cessavano le loro attività e aiutare una nave in difficoltà significava prendere possesso di tutto il suo carico.

Le costruzioni che si possono ammirare ancora oggi non appartengono tutte allo stesso periodo, proprio per questo le Torri hanno strutture differenti l’una dall’altra. Quelle di epoca medioevale erano costruite a pianta quadrata, mentre, nel Rinascimento, si prediligevano quelle con una base circolare. Le più diffuse erano costruite con una base troncopiramidale, l'ingresso era posizionato a un'altezza che poteva andare dai tre ai cinque metri e al suo interno ci si muoveva con scale a pioli rimovibili. Tutte le Torri erano accumunate da una cisterna in cui veniva raccolta l'acqua piovana grazie a un sistema di canalizzazione. Gli ampi spazi di cui erano dotate costituivano un vero e proprio rifugio per la popolazione locale che poteva esservi accolta in caso di attacco.

Le Torri non sono solo costiere: ne vennero edificate alcune anche nell’entroterra, queste nel tempo sono diventate parte integrante della struttura urbana moderna, è il caso della Torre di Belloluogo a Lecce. Dal regno spagnolo a oggi l’indiscussa attrattiva delle fortezze a picco sul mare non ha smesso di affascinare i visitatori della solare terra del Salento: tra albe cristalline e tramonti infuocati le Torri si colorano e animano di nuova vita per regalare anche allo sguardo più disincantato un soffio d’eternità.