In occasione di Art City Bologna 2016 ed esattamente ad un anno di distanza dal primo evento espositivo in città, Casa a Mare presenta la mostra Dwelling Art che inaugurerà sabato 23 gennaio alle ore 17 al Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna.

Il progetto Casa a Mare è il contenitore di un immaginario parallelo. Proprio come la "casa al mare", dimora alternativa per antonomasia, esprime l'intento di creare una dimensione abitativa attraverso l'utilizzo di materiali "recuperati", già utilizzati ma ancora in condizione di piena funzionalità estetica, e densi di rimandi evocativi.

Per la mostra Dwelling Art gli artisti Luca Coclite e Giuseppe De Mattia, con il curatore Claudio Musso, hanno accolto nel titolo la definizione suggerita da Jan van der Donk, fondatore e direttore di Studio Montespecchio, specializzato in libri storicamente e visivamente importanti, rari, riviste relative al XX secolo, architettura d'avanguardia, arte, design e fotografia. Casa a Mare sul nascere rifuggiva definizioni e descrizioni che potessero in qualche modo restringere gli orizzonti teorici e pratici. Durante un incontro van der Donk ha proposto, con lo stesso tono ironico che ha guidato gran parte delle azioni di Casa a Mare, la dicitura “Dwelling Art” che, a suo dire, avrebbe fornito un'ottima descrizione. Tale incontro è divenuto il pretesto per la realizzazione di un filmato in cui l’intervista, le immagini e i suoni che la accompagnano raccontano lo sviluppo di Casa a Mare, gli antecedenti storici, un possibile albero genealogico.

L’esposizione pensata per le stanze al piano terra del Museo della Musica ruota attorno al video omonimo, all’idea di una mostra utopica in cui Casa a Mare si relaziona con tutte le esperienze artistiche affini del passato. Insieme alla proiezione viene esposta la scultura Paracane, riproduzione in scala di un muro di cinta delle case rurali di montaliana memoria («una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia»), espressione materiale della difesa della proprietà privata. Circondano la scultura alcuni poster che rimandano all’idea di promozione di una mostra da inaugurare, i cui soggetti sono stampi cementizi solitamente utilizzati per realizzare recinzioni. Le strutture architettoniche e scultoree presenti nello spazio sono espressione di una cultura bassa, materiale, che cerca il suo orgoglio nella mimesi di forme naturali, classiche o di ritmi, greche, che nel tempo hanno sostituito il glifo nella pietra con il cemento.

Come un’abitazione reale, Casa a Mare è munita di apposite “stanze per gli ospiti”, si apre cioè alla collaborazione con altri artisti la cui ricerca interseca i temi del progetto o il cui contributo risulta necessario alla creazione dell’atmosfera. Il terzo ospite di Casa a Mare è Massimo Carozzi, sound artist e musicista, il cui contributo sonoro è parte integrante del percorso espositivo.

A cura di Claudio Musso, promossa da Istituzione Bologna Musei con il sostegno di Danilo Montanari Editore.