Ci sono libri illustrati che vengono dall’India, interamente fatti a mano, capaci di meravigliare i nostri sensi, diffusi in tutto il mondo e pubblicati anche in Italia. È l’opera straordinaria di Tara Books, fondata da Gita Wolf alla guida di un folto gruppo di artisti e serigrafi che hanno dato piena dignità di autori a chi non avrebbe avuto voce altrimenti. Artisti popolari e tribali detentori di antichissime forme d’arte e portatrici di precise identità culturali impossibili da raccontare in modo più profondo. Mithila, Gond, Meena, Warli, Patachitra sono alcune delle voci indiane che la mostra invita ad ascoltare. La sezione Hand Made è poi un focus sul libro Creazione edito in Italia da Salani per capire che cos’è la serigrafia e come Tara Books realizza i suoi libri fatti a mano. Nelle Cantine di Torre Mirana i risultati di uno scambio culturale sul filo dell’arte Warli: i bambini esplorano la cultura di questa tribù tramite il disegno, a partire dal libro Che cosa fanno i Warli edito da Edizioni Ippocampo.

Testo di Monica Monachesi, curatrice della mostra

40 serigrafie per raggiungere l’India ascoltando le voci di artisti tribali e popolari (Gond, Mithila, Meena, Warli, Patachitra) 11 libri interamente fatti a mano, in India e per il mondo, da Tara Books, casa editrice indipendente indiana che da 20 anni dà voce a chi non l’avrebbe.

Libri illustrati in grado di catturare i sensi, di offrire un’esperienza estetica e un viaggio emotivo che crea empatia profonda raccontando storie universali di donne e di uomini, tra modernità e tradizione.

La sezione della mostra Hand Made spiega come si fa la carta, come si stampano le serigrafie e come si rilegano i libri fatti interamente a mano.

Tara Books ha scelto di utilizzare le grandi potenzialità dell’artigianato locale creando le basi per un’operazione culturale ed editoriale portata avanti da un’instancabile equipe di stampatori, serigrafi, designer, artisti, autori, guidati da Gita Wolf, che racconta come è nata la casa editrice: “Quando abbiamo iniziato a pubblicare, nel 1995, c’erano pochissimi libri illustrati per bambini in India. La nostra è una tradizione in gran parte orale, e l’idea di letteratura per ragazzi è arrivata dall’estero. Quindi i libri indiani per bambini tendevano ad essere un derivato di altre culture. Per creare qualcosa di originale ci siamo guardati intorno alla ricerca di illustratori indiani, e ciò che più ci ha emozionato è stato il potenziale che abbiamo visto negli artisti tradizionali.

Si trattava di artisti popolari e tribali, appartenenti alle comunità rurali e periferiche, che dipingevano in base a certi stili tradizionali. Pur essendo le tradizioni numerose e molto diverse tra loro, la maggior parte di questa arte scaturisce da un’unica origine quotidiana: la decorazione di case, di spazi di comunità o di luoghi di culto. Gran parte di essa era, ed è tuttora, dipinta su pareti e pavimenti. Col tempo, le cose sono cambiate. Molti artisti adesso dipingono anche su carta e vendono le loro opere. Ma prima che cominciassimo a lavorare con loro, quasi nessuno di essi aveva pubblicato un libro. In quanto analfabeti e poveri, molti erano, per definizione, tagliati fuori dalle logiche dell’editoria commerciale. Eppure avevano un patrimonio di talento, immaginazione e intelligenza di tutto rispetto”.

La mostra in Sala Thun è completata da un documentario di Arun Wolf dedicato alla nascita del libro Creazione (edito in Italia da Salani).

Nelle Cantine di Torre Mirana un segno concreto dell’incontro con l’arte indiana che la mostra ha attivato: oltre 50 disegni degli alunni (II A e II B) della Scuola Primaria F. Crispi di Trento che hanno raccontato la vita dei Warli, tribù che vive nelle foreste dell’India occidentale, disegnando come loro. con cerchi, triangoli e linee, usando solo il bianco su fondo marrone. (I Warli usano la farina di riso sulle pareti marroni fatte di fango: dipingere sulla madre terra con il riso da lei generato è di buon auspicio perché nuovo riso possa essere seminato e raccolto).

Immagini di alberi, semi, pesci che condensano simboli e storie cosmogoniche; storie autobiografiche di giovani donne che scoprono di saper raccontare disegnando; storie dal villaggio Warli dove si vive in totale armonia con la Natura e storie dalla foresta, laddove “quando il pavone danza ogni cosa rimane a guardare, e gli alberi cambiano foggia per trasformarsi in piume fiammeggianti”.