Che fare vino si possa considerare un’arte è sin troppo ovvio dinanzi alle incredibili evoluzioni dell’enologia. Che sia anche un settore economico e produttivo di altissimo valore aggiunto, è altrettanto ovvio ad una semplice analisi. Ed è altrettanto chiaro che la capacità di innovazione, ricerca e sviluppo in questo settore che accompagna nei suoi fondamenti il cammino della civiltà umana, ha raggiunto obiettivi che soltanto pochi decenni fa sembravano impensabili.

Ai nostri giorni, in molte parti del mondo, la cura e lo studio dei vitigni, la capacità di innesto e di manutenzione delle piante, non sono più appannaggio di ristrette cerchie di appassionati, ma divengono metodo e sistema comune a tutti i produttori , grandi piccoli e medi. I disciplinari e le garanzie di produzioni legate al rispetto della natura e alla manutenzione delle aree produttive sono patrimonio comune. Il mondo del vino è anche divenuto nel corso del tempo, punto di riferimento per sperimentazioni artistiche, eventi, iniziative culturali ad ampio spettro che vedono la coltivazione della vite e la produzione del vino, parte integrante di un discorso culturale e di crescita.

Fanno parte di questo impegno, iniziative come "Toscana. Wine Architecture”, ovvero un circuito di 25 cantine d’autore e di design, contemporanee per le loro strutture, firmate da grandi maestri dell’architettura del XX secolo e per lo spirito culturale che le anima: a selezionarle e a metterle in rete è stata Ci.Vin - Società di Servizio Associazione Nazionale Città del Vino - che ha ideato il progetto, con la Regione Toscana che lo sviluppa e lo finanzia in gran parte e la Federazione alle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori di Toscana che lo realizza. Siamo dinanzi ad uno sforzo di sintesi tra strutture produttive e luoghi di produzione che vengono visti sempre più come monumenti viventi e contemporanei del mondo del vino. Architetture originali, ardite, avveniristiche, classiche ma con innesti multiculturali, una costante ricerca di innovazione anche nei materiali, pur richiamandosi all’antico e alla tradizione ultramillenaria di quella che oggi definiamo enologia.

Nel caso della Toscana, che ha avviato prima fra le altre questo progetto - esempi esistono anche in altre aree del paese - è la regione italiana in cui, sin dalla prima metà degli anni '90, si è maggiormente concentrata la realizzazione di cantine firmate da grandi architetti italiani e stranieri (Mario Botta, Renzo Piano, Tobia Scarpa, tanto per citarne solo alcuni). Ci troviamo di fronte ad edifici di altissima qualità architettonica, cui sono associate tecnologie innovative di costruzione e produzione, nonché un rinnovato rapporto estetico fra spazio di produzione e prodotto lavorato. Tutto questo è espressione di scelte progettuali che favoriscono la bioarchitettura, sperimentano modalità di integrazione innovative tra le nuove tecnologie nel campo dell’energia (riduzione dei consumi energetici, uso dei materiali locali, controllo tecnologico attraverso centrali informatizzate intelligenti), ma anche la riduzione dell’impatto visivo attraverso sistemi di verde. Questo crea strutture perfettamente integrate con il paesaggio che sono un biglietto da visita qualificante e contemporaneo non solo delle aziende produttrici ma vanno a vantaggio di tutto il territorio circostante.

L’iniziativa toscana affianca a queste strutture architettoniche d’avanguardia anche cantine che ospitano installazioni artistiche e che hanno sviluppato rapporti interessanti con l'arte moderna, creando un sistema culturale e produttivo vitale e innovativo. Tutto questo è la sostanza del progetto “Toscana.Wine Architecture”. Le costruzioni e le strutture costituiscono un percorso d’autore e design contemporaneo unico in Italia, gioielli d’arte nel paesaggio toscano tanto quanto i grandi monumenti del passato, che hanno fatto della regione una delle principali destinazioni turistiche italiane. A renderle, nel loro complesso, uniche è anche il fatto che le Cantine d’autore sono attualmente il più importante fenomeno di committenza privata alla grande architettura e la loro alta concentrazione sul territorio toscano rappresenta una vera ricchezza per il patrimonio artistico-culturale della regione. All’attrazione di questi nuovi templi dell’architettura si coniuga la tradizione del vino per il quale la Toscana è destinazione leader in Italia, con un milione circa di enoturisti nel 2013 e un volume d'affari stimato attorno agli 850 milioni di euro.

Le cantine che hanno aderito al progetto “Toscana. Wine Architecture” sono 25, situate nelle sei province toscane di Livorno, Grosseto, Arezzo, Siena, Firenze e Pisa. In provincia di Firenze: La Massa a Panzano, Antinori a San Casciano Val di Pesa; in provincia di Grosseto: Rocca di Frassinello a Gavorrano, Le Mortelle a Castiglione della Pescaia, Colle Massari a Cinigiano, Pieve Vecchia a Campagnatico, Tenuta dell’Ammiraglia a Magliano; in provincia di Siena: Fonterutoli a Castellina in Chianti, Montalcino e Castel Giocondo a Montalcino, Tenuta di Coltibuono a Gaiole in Chianti, Salcheto, Icario, Triacca e Dei a Montepulciano; in provincia di Livorno: Rubbia al Colle e Petra di Suvereto, Guado al Melo, Argentiera e Donna Olimpia a Castagneto Carducci; Fattoria delle Ripalte a Capolivieri; in provincia di Arezzo: Pomaio a Pomaio, Il Borro a Loro Ciufenna; in provincia di Pisa: Caiarossa a Riparbella e Tenuta Podernovo a Terricciola. Tutte le 25 cantine sono aperte per visite e degustazioni.

L’associazione Città del vino, che ha ideato e promosso il progetto , nasce nel 1987 e conta oggi 550 comuni per una popolazione residente di 8.797.845 di persone ed opera per la promozione e la valorizzazione delle risorse ambientali, paesaggistiche, artistiche, storiche e turistiche dei territori del vino compresi nei Comuni che aderiscono, coadiuvandoli nel favorire il loro sviluppo economico e sociale. La presenza sul territorio vede in primo piano il Piemonte con 90 comuni e subito dopo la Toscana con 52. A seguire Veneto (45), Sicilia (44), Lombardia (37), Campania (36), Emilia-Romagna (35), Abruzzo (34), Sardegna (26), Friuli Venezia Giulia (23), Puglia (20), Lazio, Marche e Trentino Alto Adige (19), Umbria (18), Basilicata (11), Calabria (10), Valle d’Aosta (6), Liguria (5), Molise (1).

L'Associazione non ha fini di lucro ed opera per difendere e sviluppare la qualità delle produzioni e dei territori delle città del vino, tramite iniziative e servizi nel campo della tutela, della promozione e dell'informazione. Tra le finalità:
- tutelare la vitivinicoltura di qualità, i vitigni autoctoni, le attività rurali in via di cessazione, il paesaggio storico, i prodotti tipici locali;
- le autonomie e le diversità locali delle risorse naturali, storiche, architettoniche, culturali, umane e imprenditoriali dei territori del vino;
- i vini di pregio, anche attraverso iniziative di carattere selettivo.

L’Associazione, a questo fine, promuove:
- lo sviluppo economico locale e lo sviluppo sostenibile, favorendo la permanenza degli agricoltori nelle zone rurali, l'integrazione di nuove imprese e servizi e la concertazione tra gli interessi;
- l'offerta turistica integrata basata sulla qualità del territorio, del vino, dei prodotti locali e tradizionali, e dei servizi;
- la cooperazione a livello europeo ed internazionale, per predisporre progetti di carattere transnazionale;
- il rapporto tra i produttori e gli enti pubblici e strumentali competenti per la maggiore tutela della qualità del vino e delle risorse ambientali, paesaggistiche, urbanistiche, artistiche e storiche dei territori a particolare vocazione viticola;
- l'adozione di strumenti urbanistici appropriati alle caratteristiche dei territori delle Città del Vino;
- la cultura del vino, attraverso iniziative editoriali e di comunicazione per sollecitare l'opinione pubblica qualificata e divulgare le proprie iniziative;
- la formazione e l'educazione al gusto con iniziative a carattere didattico e informativo;
- il rapporto con le associazioni delle autonomie e con le altre associazioni;
- che, sul territorio nazionale, operano in favore della qualità delle produzioni e dei territori.

Per realizzare queste finalità l’Associazione realizza e sostiene:
- servizi e reti di informazione e comunicazione innovativi per aumentare la qualità delle relazioni ed una corretta competitività dei sistemi territoriali;
- progetti di sviluppo ed etici per la qualificazione dei territori, il rafforzamento della coesione sociale e la qualità della vita delle Città del Vino con opportuni strumenti operativi, finanziari e fondi di solidarietà;
- la ricerca e l'attività di studio, la formazione e la promozione di iniziative culturali di concerto anche con le Università e le altre istituzioni culturali e scientifiche;
- iniziative in favore della definizione e dell'assunzione da parte dei Comuni di competenze strategiche nel governo del territorio, dei servizi e dello sviluppo locale, sulla base del principio di sussidiarietà;
- manifestazioni ed iniziative, d'intesa con i Comuni soci, volte ad esaltare il valore dei territori a vocazione vitivinicola e a migliorare la comunicazione tra produttori, istituzioni e turisti delle Città del Vino.