L'Achillea (Achillea millefolium L. – Fam. Asteraceae) è una specie erbacea perenne, alta fino a 70 cm, munita di un rizoma strisciante, stolonifero e un fusto eretto, striato, ramificato in alto. Le foglie sono allungate, divise in numerose lacinie lineari, acute e mucronulate (da cui il nome popolare “ciglia di Venere”). I fiori, di colore bianco, sono riuniti in capolini disposti in corimbi terminali. Allo stato spontaneo cresce nei luoghi erbosi incolti, nei pascoli, lungo i sentieri e ai margini dei boschi.

Secondo la tradizione il nome achillea, è riconducibile all’eroe Achille, il quale, su indicazione del suo maestro Chirone (famoso centauro esperto di arti, scienza e medicina), imparò a sfruttare le proprietà emostatiche e vulnerarie di questa pianta per curare i postumi dei numerosi combattimenti, nei quali faceva mostra della sua forza e del suo coraggio. Per le stesse ragioni il termine popolare “erba dei tagli” (in Francia è conosciuta come “erba dei carpentieri”) è alquanto appropriato poiché le sue proprietà emostatiche, cicatrizzanti e antinfiammatorie, ne giustificano l'uso in caso di ferite, epistassi, piaghe ed emorroidi.

Il suo estratto, miscelato a grasso animale, costituiva un rimedio di pronto soccorso molto ricercato tra i soldati: l'uso di questo preparato, come quello, altrettanto famoso, rappresentato da una pomata antibiotica a base di estratto di Cipolla, si è protratto nel corso dei secoli fino alla Seconda guerra mondiale. Le veniva attribuito anche l’appellativo di “erba da starnuti”, poiché le sue foglie polverizzate erano utilizzate come sostituto del tabacco da fiuto. In antichità, i fusti essiccati si prestavano all’arte divinatoria: dopo averli gettati per terra, era usanza interpretare i simboli celati nel loro apparente caos; anche in Cina, con le medesime finalità, venivano impiegati per comporre gli esagrammi necessari a consultare il famoso libro oracolare dell’I Ching. Per la tradizione popolare le foglie e i fiori dell’Achillea erano dotati di poteri magici e per questa ragione trovavano impiego come talismani per proteggere le persone e le case dagli incantesimi e dagli spiriti maligni.

È una pianta caratterizzata da un aroma particolarmente intenso, penetrante e da un gusto gradevolmente amaro. Contiene numerose sostanze, tra cui un olio essenziale (composto di cineolo, azulene, tuione, borneolo, cariofillene, limonene, ecc.), flavonoidi (tra cui apigenina, luteolina, vicenina, svertisina), acido achilleico, formico e valerianico, colina, cumarine, sostanze tanniche e mucillaginose. Se usata con sapienza e moderazione, è ottima per insaporire frittate, salse, zuppe, minestre e insalate primaverili, e per aromatizzare la panna e i formaggi freschi. Alcune specie di Achillea (in particolare Achillea moschata Wulfen) sono impiegate in liquoreria, nella preparazione di amari a base di erbe alpine, aperitivi, digestivi, elisir medicinali e per aromatizzare alcune varietà di birre artigianali. In alcune zone rurali persiste ancora l’usanza di inserire nelle botti un sacchetto dei suoi semi per mantenere inalterata la qualità del vino. Raccolta nel tempo dalla fioritura trova impiego nei disturbi dell’apparato digerente, respiratorio e circolatorio. Essa possiede proprietà stomachiche, digestive, coleretiche, carminative, antielmintiche, antisettiche, toniche, espettoranti, antispasmodiche e antiossidanti.

Moderne indagini farmacologiche hanno evidenziato che i suoi principi attivi svolgono un’azione stimolante nei confronti del metabolismo cellulare e del sistema immunitario. Applicata localmente sulle parti interessate, era impiegata come rimedio contro la tigna e la scabbia. In passato, molti medici trattavano i bambini colpiti dal morbillo e dalla scarlattina, somministrando l’estratto di questa pianta sia per via orale sia tamponandolo sulla pelle. Medesimi effetti fitoterapici sono attribuiti a specie affini, tra cui Achillea stricta (Koch) Schleicher ex Gremli, A. nobilis L. subsp. nobilis, A. tenorii Grande e A. ageratum L..

In Aromaterapia l’olio essenziale di Achillea, che appare di un intenso colore blu dovuto alla presenza di azulene, trova applicazione nella cura degli stati infiammatori, delle ferite, delle piaghe e dei disturbi tipicamente femminili (dismenorrea, amenorrea, ecc.). Nell’ambito della Floriterapia è indicata per le persone ipersensibili, facilmente influenzabili a livello emotivo e vulnerabili alle ferite dello spirito e dell’anima; miscelata ad altri fiori (Arnica ed Echinacea) è ritenuta un rimedio ad azione protettiva contro le esposizioni alle radiazioni nucleari, ai raggi X, ai campi elettromagnetici e geopatogeni.

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