Guillermo Kuitca è un artista argentino nato a Buenos Aires nel 1961. La sua prima mostra la fece all’età di soli 13 anni presso la Galleria Lirolay di Buenos Aires, poi nel 2007 rappresentò l’Argentina alla Biennale di Venezia. Nel lavoro di Kuitca si trovano temi ricorrenti come il viaggio, le mappe, la memoria e la migrazione. I soggetti che troviamo rappresentati nelle sue opere sono spazi come i teatri, le mappe, i diagrammi e i progetti architettonici. La sua produzione più importante è soprattutto pittorica. Le sue opere comprendono dipinti, disegni e installazioni. Kuitca è noto soprattutto per il suo uso delle mappe (in particolare per le sue trascrizioni di topografia su materassi).

L’installazione di Guillermo Kuitca Untitled, del 1992, ha il carattere di una scenografia. Su venti posti letto a misura di bambino l’artista ha dipinto mappe stradali d'Europa. I materassi sono punteggiati da bottoni posizionati irregolarmente, che hanno la funzione di segnalatori per le principali città. I nomi dei luoghi possono essere letti dallo spettatore, ma Kuitca non era interessato alle posizioni geografiche specifiche dei luoghi rappresentati nelle mappe. L’artista ha scelto i luoghi proprio perché non avevano un particolare significato personale.

Kuitca utilizza e trasferisce le mappe, perché gli piace il modo in cui occupano uno spazio e la caratteristica che possiedono di essere a metà strada tra l'astratto e il figurativo, come lui stesso ha dichiarato in un'intervista a Mari Carmen Ramírez: “Credo che il letto sia venuto a me come una sorta di miracolo. Si estende a una gamma completa di esperienze umane: la morte, la nascita, i sogni, il sesso ... La quantità di tempo che passiamo a letto … Trovo che il letto sia l'oggetto più vicino al corpo... I progetti che seguirono ebbero inizio con un semplice letto” (…) “è iniziato con il letto, poi vedendo il letto in una stanza, la stanza in un appartamento, l'appartamento in una città, la città nel mondo, e così via; era come uno zoom out”. “… In realtà, ho pensato soprattutto alle mappe come a un dispositivo per perdersi e non per trovare la strada... ho trovato interessante rappresentare una sorta di incubo in cui non importa quale strada avete deciso di prendere, si arriva sempre nello stesso posto che avete appena lasciato (…). Non importa cosa farò o dove andrò, morirò comunque …”.

Kuitca in pratica usa l'immagine di una mappa per “perdersi ... non per orientarsi”. Trovo interessante che abbia descritto la sua serie di mappe dipinte con la definizione di “trauma”, e i lettini, presentati in massa, possono suggerire un ritorno a un ricordo spaventoso e traumatico d’infanzia. Commentando la dimensione ridotta dei letti l’artista ha fatto notare come questa caratteristica contribuisca a creare un elemento perturbante, anche quando sono visti da vicino, perché la dimensione dei materassi può dare allo spettatore l'impressione leggermente disorientante di essere ancora a una certa distanza da essi.

Guardando le opere di Kuitca ho avuto la sensazione di non poterle collocare nel regno dell’astratto, ma sicuramente nemmeno nel regno figurativo, in fondo “una mappa o un piano non è un'astrazione e nemmeno è l'immagine di una figura”. Credo che i letti di Untitled rappresentino un paesaggio da sogno che può essere letto come la possibilità di collegare i singoli occupanti dei posti letto.