“Great Expectations. Il pensiero del futuro nell’arte degli anni Sessanta”, intende analizzare e restituire l’atmosfera di grande aspettativa sul futuro prossimo venturo, vissuta da una generazione di artisti venuta alla ribalta negli anni Sessanta. Curata da Marco Meneguzzo, la mostra parte dall’assunto che il 1960 sia stato un anno di svolta decisivo nella percezione del futuro e delle nuove necessità imposte alla ricerca artistica e subito verificate dagli artisti più sensibili all’argomento. La nascita dei gruppi, la ricerca di un’arte per così dire “esatta”, la volontà di misurare l’emozione, il desiderio di fornire alla società strumenti di percezione più adatti ai nuovi orizzonti sociali, scientifici e tecnologici che si prevedeva avrebbero pervaso il futuro del mondo è l’oggetto delle “great expectations”, cioè delle grandi speranze, delle enormi aspettative che questo futuro possibile sembrava promettere persino a brevissimo termine. Per questo, la mostra luganese costruisce più un’atmosfera che una disamina storica, privilegiando l’intuizione visiva dello spettatore – accompagnata da un saggio storico critico il più possibile approfondito e convincente – sulla contabilità delle presenze certificate. Si tratta, e si è trattato, di una tendenza più ancora che di un movimento, di una serie di neoavanguardie però “diffuse” in un territorio culturalmente e linguisticamente fertile, e per di più pieno di individualità che aspettano di essere ricollocate in una storia che sia una narrazione e non un conteggio notarile.
Per questo, accanto a nomi conosciuti e immancabili, si ritroveranno artisti meno ciclicamente presenti nelle tipiche mostre su questo periodo, proprio per fornire allo spettatore la sensazione di un contesto comune, di un orizzonte che intravedeva al suo confine un linguaggio radicalmente nuovo per l’arte e per la figura stessa dell’artista. Centrata soprattutto sulle esperienze italiane, allora all’avanguardia in Europa per quantità e per consapevolezza critica del proprio ruolo e della propria ricerca, la mostra presenta anche artisti europei che hanno incarnato prima di molte istituzioni quel tessuto connettivo europeo, basato sui concetti di progetto, di progresso, di cultura e di ragione.
Artisti in mostra: Getulio Alviani, Marina Apollonio, Bernard Aubertin, Alberto Biasi, Gianni Colombo, Toni Costa, Dadamaino, Gabriele De Vecchi, Franco Grignani, Heinz Mack, Marcello Morandini, Jesus Rafael Soto, Grazia Varisco, Victor Vasarely, Nanda Vigo, Ludwig Wilding.
Opening: 24 Settembre 2014 dalle 17.30 alle 20.00; Mostra curata da Marco Meneguzzo
Cortesi Contemporary SA
Via Frasca, 5
Lugano CH-6900 Svizzera
Tel. +41 919 214000
Orari di apertura
Martedì, Mercoledì, Venerdì 10.00 - 18.00
Giovedì 10.00 - 19.00
Sabato 10.00 - 17.00
Immagini correlate
- Gianni Colombo, Spazio elastico, 1975, smalto bianco e elastici su legno
- Grazia Varisco - Tavola magnetica, 1960; bordo di metallo con elementi mobili, 66×17cm
- Rafael Soto - Tes en cruz, 1972; struttura in legno e metallo, 112×112×12cm
- Marina Apollonio - Gradazione verde + blu/N, 1966, Idropittura su masonite, 130×130cm
- Toni Costa - Dinamica visuale (Rosso), 1968; PVC su tavola, 125×125cm
- Grazia Varisco - Schema Luminoso Variabile R.R. 66, 1963/64; Schema luminoso 68,5×68,5cm