La tradizione Yoga riferisce al centro del cuore, il chakra anahata, la leggerezza, la sottigliezza dell’elemento aria, rappresentata anche da un’animale simbolico come la gazzella. Nel cuore si raccolgono le analogie di tutti gli elementi archetipici: il fuoco del sangue, l’aria per la relazione ritmica con i polmoni, l’acqua come sede di emozioni e sentimenti, la terra per l’importanza vitale nella corporeità dell’organo cuore, l’etere per la sua connessione sul piano sottile. La corrispondenza del cuore tra micro e macro cosmo è qui ben riferita:

Il cuore è posizionato con un’inclinazione di 23 gradi rispetto alla spina dorsale (la medesima inclinazione dell’asse terrestre) e al suo interno, come una croce, si presenta diviso in quattro parti. La parte destra del cuore contiene sangue senza Prana (venoso), cioè privo di vita, e rappresenta lo stato di non manifestazione chiamato Purusha o Zero Assoluto, mentre la parte sinistra racchiude sangue puro, ricco di Prana (arterioso), e simboleggia il flusso della vita, cioè lo stato di manifestazione, chiamato Prakruti o Universo. La parte alta è costituita da tessuti più sottili e si riferisce al cielo, mentre la parte bassa, più densa, simboleggia la terra. I due “piani” hanno fra loro una connessione (tramite i ventricoli) per “ricevere e dare”. Secondo la cultura vedica l’uomo costituisce il punto di connessione tra terra e cielo, e svolge quindi lo stesso ruolo di una valvola cardiaca, che permette “l’interscambio” chimico ed emotivo fra alto e basso.

(Cuore nella medicina ayurvedica)

Secondo l’ayurveda gli elementi presenti nell’universo-macrocosmo sono gli stessi che compongono il corpo individuale-microcosmo (lo stesso concetto è espresso dalla scienza moderna a proposito del legame tra atomi, materia fisica e galassie). La formazione e la stabilità dell’universo sono regolate dall’azione di cinque elementi base: etere, aria, fuoco, acqua e terra. Queste “sostanze” sono concepite come proto- elementi e costituenti attivi nel nostro organismo e partecipano alla formazione dei tridosha, il cuore pulsante dell’ayurveda: pitta, vata e kapha.

In questa visione cosmologica pitta rappresenta il fuoco, vata è essenzialmente etere e aria, mentre in kapha predominano la terra e l’acqua. I dosha partecipano all’equilibrio funzionale del corpo e regolano l’attività svolta da ogni singola cellula, tessuto e organo.

Nell’ambito di una visione moderna, i tridosha sono funzioni che presiedono ai seguenti sistemi e funzioni fisiologiche:

  • sistema nervoso centrale e periferico, e processi di escrezione (vata).
  • sistema digestivo, processi metabolici, endocrini, ormonali, di termoregolazione e di mantenimento dei tessuti e dell’epidermide (pitta).
  • apparato osseo, sistema immunitario e formazione dei fluidi conservativi come il muco e liquidi sinoviali (kapha).

La presenza energetica dei tridosha permette di individuare varie costituzioni di nascita, da cui è possibile risalire a un biotipo genetico individuale, definito, prakriti; questo termine deriva da pra, “inizio” e kruthi, “formare”, nel significato di “natura o forma originaria”: qualsiasi malattia di natura fisica o psichica si origina come conseguenza di un mutamento di questa forma primordiale.

Analizzando la prakriti personale e in quale proporzione sono presenti i dosha, è possibile risalire alle principali caratteristiche di un individuo (tipologia fisico, personalità, carattere, attitudini, predisposizioni patologicche ecc.). Questa valutazione, nonostante sia stata elaborata migliaia di anni fa, ha delle precise corrispondenze con la moderna analisi dei foglietti embrionali o germinativi (ectoderma, mesoderma, endoderma) e permette di distinguere:

  • tipo pitta (mesomorfo/mesoblastico): pletorico, muscoloso, iperendocrino, esuberante e attratto dal movimento;
  • tipo vata (ectomorfo/ectoblastico): ipoendocrino, emotivo, neurolabile;
  • tipo kapha (endomorfo/endoblastico): tendente all’obesità per il suo ipoendocrinismo, sedentario e calmo.

Queste tre costituzioni basilari possono essere riferite a tre neuro-umori principali, geneticamente predominanti: il biotipo vata (acetilcolina), pitta (catecolamina) e kapha (istamina).

Secondo la predominanza di uno, due o tutti e tre i dosha, sono possibili sette tipi di costituzione: vata, pitta, kapha, vata-pitta, pitta-kapha, vata-kapha, vata-pitta-kapha. Anche gli squilibri del funzionamento cardiaco posso essere caratterizzati da dei riferimenti ai dosha : gli stati irritativi e infiammatori dovuti ad una alterazione di pitta, gli scompensi del ritmo e degli impulsi legati al vata o le possibili occlusioni, chiusure “materiali” del kapha.

Ma al cuore si rapporta una importante valenza calda e luminosa dell’elemento fuoco, e l’Ayurveda attribuisce a questo organo una delle cinque manifestazioni del dosha Pitta. Il sub-dosha di Pitta specializzato per l’azione sul cuore è denominato Sadaka Pitta; questo “fuoco del cuore” ben alimentato favorisce anche aspetti psicologi quali il coraggio, la fiducia in se stessi, la contentezza, la memoria ed altre funzioni mentali, quando è squilibrato o indebolito determina vari disturbi emotivi (rabbia, tristezza), indecisione e attacchi di cuore.

Nella visione ayurvedica si considerano due tipi di “intelligenze” quella del cuore motivazionale, sensoriale, hridaya; nel testo ayurvedico fondamentale, il Charaka Samhita, è detto: " hridaye chetana sthanam “ cioè : "la sede della coscienza si trova nel cuore" e poi l’intelligenza del manas, la mente. Cervello e cuore:l’equilibrio del corpo e della mente scaturisce da questa integrazione, queste due capacità cognitive svilupperanno insieme una sensibilità ed una consapevolezza, completa, olistica.

Ma un altro elemento organico legato al dosha pitta è il sangue , il ”fuoco liquido” che porta calore, nutrimento e luce in ogni parte dell’organismo. Il sangue iil cuore sono collegati come l’aria e i polmoni, come il cervello e i pensieri; il sangue e il cuore raccolgono anche un principio di identità fisiologica , energetica, psicosomatica.

I temi trattati in questo breve scritto sono stati sviluppati in una serie di incontri dedicati alla “Meditazione del cuore” presso il centro Yoga Rasa di Pesaro. Il cuore alchemico. Il cuore ayurvedico. Il cuore ermetico.