Dall’espressione più pura del Prosecco Superiore di Valdobbiadene, incastonato tra Le Rive, le alte colline dove i vigneti “eroici” in forte pendenza, sono lavorati interamente a mano, allo sviluppo della Tenuta di Venissa, residenza esclusiva nella Laguna sull’Isola di Mazzorbo, gemella di Burano, cuore della Venezia nativa. Gianluca Bisol, testimone di una tradizione familiare che vanta cinque secoli di storia e 21 generazioni alle spalle, continua con competenza, tenacia e innovazione a coltivare preziosi giacimenti di cultura e di enogastronomia italiana ed è entrato nel Gruppo Lunelli che con i suoi marchi, rappresenta a pieno titolo il lusso del bere nel mondo.

“Abbiamo avuto l’opportunità di essere parte di questo Gruppo dal 2014”, spiega, “Gli abbiamo affidato la nostra storia perché ne può garantire il prestigio e la continuità e il futuro, mentre era molto più complicato gestirli all’interno delle nostre dinamiche famigliari, dopo tante generazioni ed è anche la conferma di essere uno dei brand riconosciuti tra i punti di riferimento dell’eccellenza italiana del beverage globale”. Risale a pochi mesi fa il lancio di Bisol1542 Prosecco Superiore Edizione I Gondolieri, in un accordo pluriennale con la storica Associazione dei Gondolieri, simbolo della venezianità, nata oltre 1100 anni fa, che Matteo Lunelli, CEO del Gruppo Lunelli, racconta con queste parole: “Questa partnership conferma il legame tra Bisol1542 e una delle città più affascinanti del mondo, simbolo della cultura veneta e luogo di straordinario fascino, che il nostro Prosecco Superiore vuole sempre più celebrare”.

E Gianluca Bisol aggiunge: “Abbiamo sempre avuto un debito con Venezia, perché il nostro Prosecco Superiore, e altrettanto quello di molti produttori, ha avuto un grande successo nel mondo, grazie anche alla città sulla Laguna, luogo nel quale non esiste un’osteria, un ristorante, un’enoteca, un bar che non proponga il Prosecco. Quando abbiamo avuto l’opportunità di conoscere Andrea Balbi, Presidente dell’Associazione dei Gondolieri Venezia, è scattata la scintilla perché, parlando dei loro valori e dei nostri, come Bisol1542, abbiamo condiviso numerose similitudini. La tradizione, la storicità e la garanzia del fatto a mano: come nei vigneti di Bisol1542, 60 ettari nell’area del Valdobbiadene, in territori molto ripidi, e fino a Conegliano, si pratica viticoltura manuale, così le gondole sono interamente costruite a mano.

E, se per creare una gondola si selezionano diversi tipi di legno, nel nostro Prosecco Superiore esprimiamo diversi suoli. Il Prosecco Superiore Edizione Gondolieri firmato Bisol1542 rappresenta inoltre l’idea di sostenibilità del Gruppo Lunelli. A differenza di molte bollicine, è un Millesimato che non prevede l’aggiunta dello zucchero per la seconda fermentazione, perché il 53% della cuvée che lo compone è mosto e il 47% è vino e, quando si incontrano queste due parti, inizia la seconda fermentazione che trasformerà gli zuccheri del mosto in perlage, senza utilizzare zuccheri aggiunti come invece normalmente avverrebbe per gli spumanti. Questa etichetta a gradazione alcolica ridotta, unica e prima nel suo genere nella Denominazione, rappresenta anche, così, il desiderio di Bisol1542 di raccontare in modo nuovo la sinergia tra Valdobbiadene e Venezia”.

Intanto Venissa, gioiello della Laguna, dal 2001, è sempre di più meta per raffinati gourmet e amanti della natura e della bellezza. E le ragioni sono molteplici.

“Quando ho avuto l’opportunità di scoprire questo antico vitigno veneziano, la Dorona e di ripiantarlo in un’isola, ho pensato che non potevo fermarmi a riprodurre questo vino come si faceva secoli fa, ma avevo bisogno di creare una sorta di esperienza completa per il consumatore che potesse assaggiare e vedere questa vigna in un luogo adeguato con una ristorazione di altissima qualità che poi si è realizzata. Oggi Venissa si attesta con una Stella Michelin e l’aggiunta della Stella verde Michelin che è un riconoscimento dell’attenzione della sostenibilità che abbiamo nella cucina. E poi con l’ospitalità che si è man mano ampliata con l’aggiunta delle 13 camere nelle case colorate di Burano che si aggiungono alle cinque che già ci sono a Venissa.

Quindi la ristorazione si è realizzata fin dall’apertura nella versione stellata e poi si è ampliata cinque anni fa nell’altro ristorante, l’Osteria Contemporanea. Le camere si sono moltiplicate e da cinque sono diventate 18, diffuse a Mazzorbo e Burano, creando una sorta di albergo diffuso in due delle isole della Venezia nativa che sono collegate da un ponte in legno. Questo perché chi oggi ama il vino ama visitare il territorio e viverlo e il vino si lega all’ospitalità al relax e alla buona cucina. E questo tipo di situazioni rappresentano proprio al meglio quello che è la peculiarità dei territori e della tradizione vinicola italiana”.

E, da qui, continua Bisol, nasce l’idea di ampliare la produzione di vino nelle isole vicine:

“Il modello di Venissa è cresciuto sempre di più e oggi occupa 60 persone. Si diffonde non più solo sull’unico vigneto che avevamo a Mazzorbo ma anche in un altro ettaro nell’altra isola di Mazzorbetto, un altro ettaro nell’isola di Torcello e due ettari e ottanta nell’isola di Santa Cristina, quindi in totale quattro vigneti su quattro isole per un totale di quasi sei ettari”.

La produzione si è anche estesa a una versione diversa dello stesso vino perché accanto alle bottiglie di Venissa, l’icona della produzione (Venissa bianco è la Dorona, Venissa rosso è invece quello prodotto nell’isola di Santa Cristina, ossia vini Merlot e Cabernet Sauvignon) si affiancano il Venusa bianco e quello rosso che altro non sono se non i secondi vini di Venissa, vini che hanno macerazioni più brevi e un minor affinamento, anziché cinque anni, due anni e mezzo, una versione più quotidiana” anche se Venusa rimane un vino super esclusivo ma può ampliare la schiera di consumatori. Il Venissa bianco e rosso è destinato a un mercato di super nicchia che è quello dei collezionisti di vino mentre il Venusa è adatto a tutta la ristorazione di altissima qualità”.

L’ospitalità di Venissa si è ampliata e ora, per la loro bellezza e peculiarità, le case colorate si trasformano in una forma d’investimento.

“È successo tutto casualmente circa un anno e mezzo fa quando una famiglia svizzera, frequentatrice abituale di Venissa, ci ha chiesto di comperare la casa dove alloggiava. La loro proposta era che l’avrebbero usata una decina di giorni all’anno e il resto potevamo utilizzarla noi, naturalmente condividendo con loro gli introiti. Questo accordo che ha avuto successo ci consente di coinvolgere investitori/clienti che si affezionano sempre di più e diventano ambasciatori di Venissa e allo stesso tempo ci permette di liberare risorse per fare investimenti in altre case. Così abbiamo acquistato altre quattro case a Mazzorbo per poter sviluppare otto camere di charme di altissimo livello. Una modalità di albergo diffuso che non ha solo il vantaggio di acquisire una propria casa e di avere un introito per i giorni in cui non si usa, ma oltre a questo anche la serenità di avere Venissa alle spalle che gestisce la manutenzione”.

E i progetti non finiscono qui.

“L’intento è quello di costruire una piccola cantina a Torcello, una delle quattro isole dove abbiamo piantato un ettaro di Dorona e qui nascerà una cantina e wine experience per gli amanti del vino. Questo terreno si affaccia sulla laguna e sulle Fondamenta dei Borgognoni, dove un tempo c’era il convento e la vigna dei frati della Borgogna. In un’altra isola invece abbiamo riscoperto altre tradizioni agricole veneziane e quindi stiamo studiando la costruzione di una vera e propria fattoria, un progetto del tutto inedito. Porteremo tutte le 59 forme di agricoltura e di allevamento che c’erano nelle isole di Venezia negli ultimi 500 anni. Piccole porzioni di terreno in quest’isola di cinque ettari che verranno suddivise in 59 attività storiche veneziane agricole e di allevamento. Dai carciofi, ai pomodori, alle piante da frutto, ai fiori che hanno dato origine nel 1500 ai primi profumi del mondo o alle erbe aromatiche che hanno dato la fragranza ai primi saponi perché Venezia vanta anche questi primati. La Fattoria di Venezia sarà una sorta di spazio nuovo e didattico dove ogni coltivazione e produzione del presente e del passato tornerà in piena luce”.