I fiori sono apprezzati da migliaia di anni come rimedio naturale per la cura del corpo e della mente. Già nell’antica Roma augustea gli ospiti erano accolti con un delizioso aperitivo a base di vino, fiori di issopo e di timo serpillo.

Lo stesso Plinio il Vecchio suggeriva un rimedio anti-age preparato con latte cagliato e fiori di primula, pesco, malva, fragola e vulneraria (Anthyllis vulneraria), mentre per compensare gli effetti delle abbondanti libagioni consigliava una miscela di fiori di limone, eucalipto e menta.

Esistono molti fiori che rivestono un ruolo fondamentale nell’erboristeria tradizionale, come ad esempio quelli di biancospino per la loro azione cardiotonica, oppure di tiglio, arancio e luppolo in caso d’insonnia, ansia e nervosismo o di sesamo per le loro proprietà tonico-afrodisiache.

Da tempo si conoscono gli effetti e i benefici che derivano dallo stare a contatto con la Natura. La vista, il colore e, in particolare, il profumo dei fiori esercitano un’azione equilibrante sull’apparato cardiovascolare, potenziano il sistema immunitario, attenuano l’aggressività e stimolano le capacità cognitive.

Già nel Cinquecento il grande Paracelso consigliava:

Alle persone deboli, con salute precaria, facili alla discrasia, di scendere in giardino e sostare accanto alle piante, perché i fiori rossi giovano al sangue, mentre i fiori bianchi giovano alla digestione, e i gialli alla bile.

Per favorire questo contatto nei giardini si progettavano degli appositi spazi architettonici in modo da poter sostare nelle vicinanze di roseti o beneficiare dell’aroma della fioritura dei tigli.

Ma è solo agli inizi del Novecento, grazie al lavoro svolto dal medico inglese Edward Bach che la floriterapia assume i connotati di una disciplina riconosciuta e codificata, in grado di ripristinare il benessere psicofisico della persona.

Il dottor Bach è stato un valente ricercatore nell’ambito della microbiologia e un precursore dei moderni studi sul microbioma, da abile osservatore della psiche umana può essere considerato anche un pioniere della medicina psicosomatica.

Il suo idealismo lo spinse ad abbandonare una carriera professionale affermata e riconosciuta, per dedicarsi alla ricerca di un sistema di cura semplice e alla portata di tutti e soprattutto privo di effetti collaterali, in perfetta sintonia con l’aforisma ippocratico: “Primum non nocere”. Bach non poteva che rivolgersi alla Natura.

Partendo dalla osservazione della rugiada sui petali e sulle foglie elaborò successivamente un sistema semplice che consisteva nel porre i fiori appena colti a contatto con dell’acqua pura, irradiata dai raggi solari. Si trattava di una modalità estrattiva lontana dai sistemi impiegati sia nell’erboristeria tradizionale sia nella fitoterapia ufficiale o nell’omeopatia (processo di dinamizzazione), dove il prodotto vegetale, sottoposto a un’eccessiva lavorazione, risulta snaturato delle sue forze vitali originarie. Con il metodo solare sono integrati nell’essenza floreale i cinque elementi fondamentali: la terra (pianta), l’acqua (informazioni curative), il fuoco (luce ed energia solare), l’aria (soffio vitale) e l’etere (componente sottile o “quintessenza”).

È passato più di un secolo dalla nascita della floriterapia di Bach e la sua validità è stata comprovata da numerose ricerche e sperimentazioni. Nel 1976 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto e legittimato l’uso della floriterapia come metodo di cura complementare. Tale metodologia, concepita nel suo significato più spirituale di therapeia, guarigione, e di therapeuein, prendersi cura, oltre ad agire sui piani sottili dell’essere umano assume le caratteristiche di una filosofia di vita e di salute. Siamo all’interno di una visione olistica dell’essere umano, inteso nella sua integrità di corpo, mente e spirito, che incoraggia ad avere consapevolezza di sé e responsabilità della salute come libertà interiore.

Bach era un medico, ma non parlava solo di organi e patologie, la sua attenzione era rivolta principalmente all’origine dei disturbi, invertendo completamente il paradigma della relazione tra corpo e malattia, tipico di una visione sintomatica meccanicistica dei sintomi e delle relative cure. La sua visone terapeutica è tuttora di grande attualità: l’armonia contro la specificità, non esiste lo specialista, ma il conoscitore della persona nella sua totalità, curare il malato e non la malattia.

Bach prosegue gli insegnamenti di Santa Ildegarda (le malattie morali o dello spirito non sono meno pericolose di quelle fisiche) di Paracelso, di Samuel Hahnemann (il quale considerava la salute come la teocrazia dello spirito) e già di Platone (427-347a.C):

Non si dovrebbe intraprendere la cura di una parte senza tener conto del tutto. Non dovrebbe venir fatto alcun tentativo di curare il corpo disgiunto dall’anima… è necessario cominciare curando la mente… perché è questo il grande errore dei nostri giorni… che i medici per primi fanno separando l’anima dal corpo.

Gettò le basi di una nuova filosofia medica affermando che le origini profonde delle malattie sono legate alla mancanza di consapevolezza della nostra identità spirituale:

La malattia non è altro che un atteggiamento mentale consolidato… ciò che è noto come malattia è lo stato terminale di un disturbo più profondo… sono i nostri timori, le nostre preoccupazioni, le ansie ad aprire la strada all’invasione della malattia... la malattia non è il male, ma la cura, il “correttivo” nei confronti degli errori compiuti dall’Io… La salute è il nostro patrimonio, un nostro diritto. È la completa e armonica unione di anima, mente e corpo; non è un ideale così difficile da raggiungere, ma qualcosa di facile e naturale che molti di noi hanno trascurato.

Le cause delle nostre patologie risiedono, inoltre, dall’isolamento ed estraniamento dagli altri e alla perdita di comprensione (ignoranza) dell’autentico scopo della nostra esistenza.

Ancora dalle sue parole:

Si deve fermamente comprendere che ogni Anima incarnata è quaggiù con lo specifico scopo di acquisire esperienza e conoscenza, e di perfezionare la sua personalità in linea con i traguardi stabiliti dalla sua Anima. È auspicabile che ognuno ricordi che la sua Anima ha preparato un lavoro particolare e che, se non lo fa anche se solo inconsapevolmente, creerà inevitabilmente un conflitto tra la sua Anima e la sua personalità che necessariamente condurrà a disordini fisici... Quando veniamo al problema da curare, possiamo comprendere che i metodi di cura dovranno adeguarsi ai tempi e cambiare da quelli grossolanamente materialisti a quelli della scienza fondata sulla realtà della Verità e guidata dalle stesse leggi divine che governano la nostra vera natura... Il materialismo dimentica che vi è un fattore al di sopra del piano fisico, che nel corso della vita difende o rende vulnerabile ogni singolo individuo nei confronti della malattia, di qualunque natura questa sia.

Bach scoprì che le essenze dei fiori hanno la capacità di entrare in risonanza con specifici stati d’animo, sfruttando un’affinità vibrazionale con quelle condizioni emozionali, psichiche e caratteriali che impediscono il dialogo con il proprio Sé, ostacolando lo sviluppo e la realizzazione delle potenzialità individuali.

Ad esempio, tra i vari rimedi floreali, Aspen (ottenuto dai fiori del Populus tremula) è utile per alleviare uno dei principali mali della nostra società, l’ansia; Star of Bethlehem (Ornithogalum umbellatum) agisce sui traumi e su pregressi episodi di shock; Gentian (Gentiana amarella) è raccomandato alle persone che vivono stati di scoraggiamento, di dubbio e apatia, mentre Gorse (Ulex europaeus) è un aiuto alle persone che vivono momenti di disperazione e sofferenza.

I rimedi floreali non come rimedi sintomatici, ma come catalizzatori di guarigione, ciò che permette di mettere in atto la capacità di autocurarsi, di riequilibrio: l’invito del dottor Bach è di divenire responsabili, padroni della propria vita e del nostro destino. La salute presume una libertà interiore, la libertà interiore è uno stato che conduce alla salute. La vera salute richiede una auto-consapevolezza attiva, l’assumere le vere responsabilità delle sfide e delle lezioni della vita.

Non vi è una vera e propria guarigione senza un cambio di orientamento della vita, senza pace nell’anima e senza la sensazione di felicità interiore.

Senza questa consapevolezza è facile considerare le essenze floreali come rimedi per eliminare i sintomi emotivi, ma già Ippocrate (460 a.C.) indicava:

Quando una persona veramente desidera la salute, è necessario domandarle, prima, se è disposta a sopprimere le cause della sua malattia. Soltanto allora è possibile curarla.

Su questa consapevolezza pongo frequentemente la domanda a chi mi si rivolge per i consulti di floriterapia, curarsi o prendersi cura? O in generale: collaborare con chi ha la specificità e i titoli del curare unito ad un accudimento personale, una dedizione e una volontà di guarigione?

Un’affermazione dal suo testo Guarisci te stesso che potrà sembrare laconica se estrapolata dal contesto del suo pensiero, ma che risuona come un monito alla nostra attualità, viziata dal potere del commercio farmacologico:

I rimedi materialisti attuali non arriveranno mai alla radice della malattia per la semplice ragione che la malattia, alla sua origine, non è materiale.