Un articolo pubblicato sulla rivista Science riporta l'identificazione di circa 5.500 specie di virus a RNA, cioè virus che usano l'RNA come materiale genetico. Un team di ricercatori ha esaminato circa 35.000 campioni di acqua prelevati negli oceani dal consorzio internazionale Tara Oceans cercando sequenze di RNA proprio per espandere le nostre conoscenze dei virus a RNA. Le conclusioni sono molteplici dato che riguardano la notevole diversità di specie identificate che ha portato alla proposta di cinque nuovi phylum e la scoperta di alcune caratteristiche genetiche molto antiche offrono nuove informazioni sulla loro evoluzione.

Le nostre conoscenze dei virus a RNA esistenti sono ancora limitate perché fino a poco tempo fa era difficile studiarli e gli studi erano concentrati soprattutto su quelli dannosi per gli esseri umani come gli ormai famigerati coronavirus. Il notevole sviluppo delle tecniche di analisi genetica ha permesso di fare grandi progressi e questo studio li sfrutta per scoprire i virus a RNA che vivono negli oceani.

Il consorzio internazionale Tara Oceans ha raccolto dati preziosi per molte ricerche scientifiche che vanno da quelle sul clima a quelle biologiche. Il veliero Tara ha raccolto 35.000 campioni d'acqua in vari luoghi degli oceani nel corso di una spedizione durata alcuni anni. I campioni rappresentano un tesoro il cui studio è cominciato già diversi anni fa ma è lungo e complesso per la presenza di una grande quantità di forme di vita. In questo caso, i campioni sono stati usati per una ricerca sui virus a RNA.

I primi studi sui virus a RNA raccolti durante la spedizione scientifica del veliero Tara avevano già mostrato un'abbondanza che poteva ampliare notevolmente le nostre conoscenze di questo tipo di virus. L'esame di tutti questi virus ha richiesto molto tempo ma i risultati sono davvero interessanti dato che gli autori dello studio hanno rilevano una notevole diversità tra i virus a RNA identificati.

Molte delle specie identificate sono state catalogate all'interno dei phylum già riconosciuti in precedenza, che già avevano espanso la tassonomia riguardante questi organismi. Si tratta di phylum inseriti in quello che è stato chiamato il regno biologico Orthornavirae. I ricercatori hanno proposto undici nuove classi di virus a RNA all'interno dei regno Orthornavirae.

Altre specie di virus a RNA hanno rivelato caratteristiche diverse da quelle conosciute. Si tratta di caratteristiche non riscontrate nei phylum riconosciuti che hanno reso la classificazione, con il riconoscimento delle possibili parentele tra quelle specie, più complessa. Per ottenere questi risultati, i ricercatori hanno utilizzato anche un sistema di analisi basato sull'apprendimento automatico. Queste scoperte hanno portato alla proposta di cinque nuovi phylum: Taraviricota, Pomiviricota, Paraxenoviricota, Wamoviricota e Arctiviricota.

Le specie che sono state assegnate al candidato phylum Taraviricota sono state trovate in tutti gli oceani. Si tratta di una diffusione che secondo il professor Matthew Sullivan della Ohio State University, primo autore dell'articolo, indica che hanno un'importanza ecologica. In sostanza, se sono così diffusi, vuol dire che interagiscono con molte specie diverse esistenti nei vari ecosistemi e quindi possono influire su di essi.

Un altro risultato interessante di questo studio riguarda il gene chiamato RdRp, che si è evoluto per miliardi di anni nei virus a RNA ed è assente da altri virus e da organismi più complessi, cioè tutti quelli basati su cellule. Ciò indica che si tratta di un gene estremamente antico che potrebbe risalire alle forme di vita più primitive esistite sulla Terra, che forse erano basate su RNA. Se così fosse, questi virus a RNA dovrebbero essere i discendenti di quegli organismi primordiali.

Uno studio come questo può avere ramificazioni che vanno dalle possibili ricerche in campo medico legate a possibili virus a RNA dannosi per gli esseri umani e quelle sulla nascita e l'evoluzione della vita sulla Terra. Per questo motivo, non rappresenta una fine ma potrà essere prezioso per i suoi stessi autori e per altri scienziati per ulteriori studi più mirati.