Dal 18 settembre al 31 dicembre 2021 il Museo Archeologico di Santa Scolastica a Bari, ospita, Il sole è nuovo ogni giorno, a cura di Giacinto Di Pietrantonio, la prima mostra personale in Puglia dell’artista Giuliana Storino.

L’acqua, la terra e il tempo (Ogni onda sa di essere mare 2021; Rizoma 2011) sono i fondamenti primari di riflessione che nascono dalla ricerca di un valore essenziale di creare con poco. La scelta di lavorare con il terreno, l’effimero, che setaccio in polvere suo residuo, nasce dall’indagine sul tempo, che passa e si manifesta a primo stadio con l’atmosfera.

L’esposizione raccoglie una varietà di opere in site-specific, che dialogano con l’architettura del Museo e rintracciano nell’archeologia e nel tema del genius loci, i segni di un’origine, geografica e culturale tra contemplazione e incanto.

Nel percorso espositivo che dal piano terra si estende negli spazi articolati del Museo, si fa sentire il canto delle cicale dell’opera audiovisiva Cicàdidi (2018 ologrammi e sound) - seguita da Cicàdidi, la cadenza della vita (2021) che evolve dal paesaggio sonoro della precedente, da cui Storino ha elaborato disegni, light box e stampe 3D.

Cantano come se non ci fosse un domani! Cantano per amore, le cicale ne- Il sole è nuovo ogni giorno. Questo è il principio e la genesi dell’opera.

Una scansione dell’arco temporale di una giornata, realizzata grazie alle più recenti tecnologie, con cui Storino ha trasformato l’impalpabile canto delle cicale, in volume del suono. Passando dalla natura all’artificio, dalla voce alla forma, realizza così, l’ossimoro dell’orecchio che vede e dell’occhio che sente. Il disco dal colore diafano, corrisponde alla sezione sonora di circa 10 secondi e comprende le differenti intensità e vibrazioni sonore.

Sospesa, nell’ambiente della sala a due livelli, ripercorrendo le fasi (le mute) della vita della cicala dal sottosuolo all’aria aperta, l’opera entra in contatto con l’archeologia del sottosuolo: il banco roccioso, i lembi dei suoli protostorici e le basi di due torchi in pietra, opera dell’uomo.

Ad affascinarmi è lo straordinario stile di vita delle cicale, consacrato al canto che ne scandisce il vivere quotidiano sulla terra, al punto da dimenticare perfino di nutrirsi. I rumori degli insetti hanno ritmi propri, circadiani e stagionali, cui si legano numerose pratiche simboliche nel paesaggio sonoro del Sud. Tutta la loro vita si svolge sottoterra, fra le radici degli alberi (prima di uscire dalle ninfe), dove crescono in totale silenzio e si preparano al futuro tra gli alberi, a 20 e 70 centimetri di profondità dalla superficie del suolo. Gli insetti sono come le sentinelle, su cui poter riflettere sul valore del tempo, della vita e sulle conseguenze dei cambiamenti climatici per l’ambiente. Una grande metafora per l’uomo e per l’arte stessa.

La modulazione del suono nel canto, come in un coro di voci orchestrate da un tempo, misurato dalla luce, un inno alla rinascita con cui Storino ritorna al mito e al rito, che traccia la storia culturale della sua terra d’origine.