Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona. … Quando leggemmo il disiato riso esser basciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso, la bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante. … Amore, che a nessuno risparmia di amare quando è amato, mi prese a sua volta della bellezza di costui [Paolo] in un modo tanto forte che ancora non mi abbandona. … Quando leggemmo della bocca sorridente [di Ginevra] essere baciata da colui che l’amava [Lancillotto], questo [Paolo] che mai deve essere separato da me, mi baciò tremando. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: quel giorno non potemmo continuare a leggere oltre.

Tutto questo, secondo la leggenda e secondo quanto è stato scritto da Dante Alighieri nel Canto V dell’Inferno, accadeva nel castello di Gradara dove Francesca figlia del Signore di Ravenna, sposa di Giovanni detto “Lo zoppo” o Giangiotto, si lasciava andare alla passione con Paolo fratello di suo marito, leggendo la storia di Lancillotto e Ginevra, la vicenda si concluse drammaticamente per i due amanti che furono scoperti ed uccisi dal consorte tradito.

Il castello è parte di una struttura medioevale, che è forse quella meglio conservata in Italia, con doppia cinta muraria, e mantiene ancora il fascino del suo fiorente passato come crocevia di traffici e genti, grazie alla sua vicinanza al mare e alla posizione centrale nelle dispute tra Stato Pontificio e le orgogliose ed audaci casate marchigiane e romagnole. La storia di Gradara è infatti strettamente legata alla famiglia o al signore che di volta in volta occupava la rocca: Malatesta, Sforza, Della Rovere e Mosca si sono alternati nel corso del tempo.

L’area viene comunque menzionata per la prima volta nel 1182 come Castrum Gredarie derivante dal latino “luogo argilloso” in riferimento forse alla formazione geologica del territorio. La prima costruzione invece risale al 1150 quando la potente famiglia De Griffo, poi caduta in disgrazia, fece erigere il Mastio, ma successivamente furono i Malatesta a costruire la Fortezza e le due cinte di mura tra il XIII ed il XIV secolo, gli stessi Malatesta poi rimasero come signori fino a quando nel 1463 l’area passò sotto il controllo delle milizie del Papa. L’ottimo stato di conservazione lo si deve invece all’ing. Umberto Zanvettori che, attorno al 1920, compie un importante opera di restauro, investendo tutti i suoi averi per riportare la Fortezza alla sua originale bellezza e rievocare le ambientazioni medioevali.

La rievocazione medioevale oltre che il fascino della storia di Paolo e Francesca sono alla base del fiorente turismo odierno della oramai nota località, in particolare il suggestivo percorso denominato Camminamenti di Ronda, che nel passato erano eseguiti dai soldati a difesa delle mura costituisce oggi una delle principali attrattive turistiche per ammirare l’intera struttura medioevale in tutto il suo splendore, godere del panorama delle ridenti colline marchigiane e nello stesso tempo allargare lo sguardo verso l’orizzonte del mare Adriatico, e poi il bosco degli innamorati o bosco di Paolo e Francesca che attraverso il ricordo di una vicenda d’amore tendono a riportare il visitatore verso un contatto genuino con la natura che si è sviluppata in modo rigoglioso nei dintorni degli insediamenti umani, tanto che la boscaglia offre praticamente una rievocazione naturalistica del rapporto antico tra gli abitanti del luogo e la natura selvaggia di un tempo anche attraverso la pratica della falconeria che il turista può osservare nelle giornaliere rievocazioni del locale Teatro dell’Aria.

Anche i sapori di una volta sono presenti nella cucina del posto in particolare nel piatto tipico di Gradara, ovvero i "Tagliolini con la Bomba", il cui nome può indurre in inganno e ci porta a pensare a battaglie e combattimenti avvenuti in queste terre, oppure ad un ingrediente nascosto magari altamente piccante. Niente di tutto questo il nome è dovuto alla preparazione, ad un semplice effetto di vapore che si verifica allorquando la pancetta e l’olio bollenti entrano in contatto con l’acqua, infatti, gli ingredienti sono molto semplici, la preparazione anche, ma il gusto è sublime ed evocativo come il nome.

Tagliolini con la Bomba di Gradara

Ingredienti per 4 persone

300 g di tagliolini o altra pasta simile
100 g di lardo (meglio aromatizzato alle erbe) o pancetta
50 g di pecorino forte
1 cipolla
5 foglie di basilico
1 bicchiere di brodo di carne
pepe, sale e olio di oliva extra vergine q.b.

Soffriggere, con olio in una padella, la cipolla tagliata con lardo o pancetta a pezzi. Nel frattempo, cucinare i tagliolini in acqua e sale, poi scolare l'acqua in eccesso. Mettere nella pentola con la pasta tutto il brodo di carne a temperatura ambiente. Versare poi nella pentola il lardo o la pancetta e la cipolla appena soffritti, aggiungendo del pepe. L'effetto dell'olio caldo versato nell'acqua provoca una grande quantità di vapore da qui il nome “Tagliolini con la Bomba!”. Mescolare fino a quando l’effetto svanisce e servire nel piatto i tagliolini ancora caldi.

Vale la pena andare a Gradara anche solo per gustare questo piatto fatto sul posto e viverlo in una atmosfera medioevale.