Con il decreto Milleproroghe sono stati approvati gli incentivi per il 2021 degli impianti a biogas agricolo fino a 300 kW elettrici. Ancora una volta gli imprenditori agricoli si trovano ad un bivio e devono decidere quale strada scegliere per innovare il loro ciclo di produzione, costruendo l'impianto di biogas in modo che sia efficiente, efficace e nello stesso tempo sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale, ma soprattutto sostenibile per la propria vita e quella della propria azienda. Il biogas si rivela così una risorsa per l'ambiente e per il territorio. La sua attività applicata al lavoro delle aziende agricole stimola la produzione, aumenta l’efficienza e ottimizza costi e investimenti. Tutto questo crea un flusso di ricchezza nel settore e nuovi posti di lavoro. Gli impianti, però, devono essere proporzionati alle dimensioni delle aziende agricole, ben costruiti e gestiti in modo corretto seguendo il modello "biogas fatto bene" messo a punto dal Consorzio Italiano Biogas. Il biogas è infatti una delle fonti alternative più utilizzate per la produzione di energia rinnovabile, ma gli impianti per la produzione di biogas devono essere idonei e, soprattutto, con una manutenzione adeguata.

I biogas sono il risultato di una miscela di vari tipi di gas, composti principalmente da metano, prodotti dalla fermentazione batterica in anaerobiosi (assenza di ossigeno) dei residui organici provenienti da residui vegetali o animali. I residui utili possono avere più origini come gli scarti dell'industria agricola, di quella alimentare, dell'industria zootecnica. L'intero processo vede la decomposizione del materiale organico da parte di alcuni tipi di batteri, producendo anidride carbonica, idrogeno e metano (metanizzazione dei composti organici). Il biogas è indicato dall'Unione Europea tra le fonti energetiche rinnovabili non fossili che possono garantire non solo autonomia energetica, ma anche la riduzione graduale dell'attuale stato di inquinamento dell'aria e quindi dell'effetto serra. Il biogas, inoltre, può essere considerato un elemento fondamentale del modello di economia circolare grazie al riutilizzo degli scarti organici nel ciclo di produzione.

Proprio per la sua complessità il biogas ha l’assoluta necessità di seguire il suo processo all’interno di impianti adeguati e con una corretta manutenzione, fondamentale per il funzionamento e la tecnologia applicata a questo importante settore può determinare il salto di qualità.

"Quando un'azienda agricola incontra la tecnologia nasce un impianto di biogas - spiega Remus Gaita, esperto di manutenzione e Presidente di RGS, azienda piacentina leader nel settore biogas. Non esiste più l'agricoltore di una volta perché non ci sono più i tempi di una volta. Il mondo cambia in continuazione e l'agricoltore moderno costruisce concentrati di tecnologia con macchinari e cicli di lavoro automatizzati che funzionano 24 ore su 24, 7 giorni su 7, una vera e propria centrale di produzione di energia elettrica e termica, rinnovabile. Spesso, però, la tecnologia si dimostra un ostacolo che complica la vita invece di semplificarla, mentre l'agricoltore moderno ha bisogno di strumenti veloci e semplici che gli permettano di gestire al meglio il proprio impianto. Da oltre 10 anni lavoro nel settore del biogas - aggiunge Gaita - e credo che ogni imprenditore agricolo debba avere il tempo di fare le cose in grande e di innovare. La nostra missione, ad esempio, è quella di rendere libero l’imprenditore dalla manutenzione degli impianti di biogas. Per questo, lo slogan ‘biogas fatto bene’ deve essere affiancato anche dal servizio ‘biogas senza pensieri’ che mette al centro il benessere dell'imprenditore e delle persone che lo circondano per far sì che il biogas sia veramente sostenibile. La scelta delle varie apparecchiature, del processo che devono svolgere e del software supervisore - dice Gaita - è una scelta che condizionerà un viaggio lungo anni e il rischio di trovarsi in un vicolo cieco è quindi molto alto. Quando si costruisce senza tenere conto del processo di gestione e manutenzione in breve tempo ci si trova con l'impianto bloccato, alla mercè dalle case produttrici, con pezzi di ricambio molto costosi e difficilmente reperibili. In fase di progettazione sono tanti gli accorgimenti che possono essere messi in atto per risolvere il problema dalle radici, ma principalmente sono tre le strategie che lo renderanno libero e faranno la differenza per l'azienda agricola: chiedere ai vari fornitori i piani di manutenzione, il listino prezzi dei vari ricambi e sorgenti con password dei vari software PLC”.

Importante, poi, deve essere la selezione dei vari collaboratori per la progettazione e costruzione di questi impianti. La quantità e la varietà di tecnologie impiegate è molto diversificata e per svolgere una buona attività manutentiva e di gestione sono necessarie competenze speciali e consolidate, diverse ed una grande cura in ogni singola operazione. La manutenzione degli impianti che sono stati progettati non seguendo il modello "biogas senza pensieri" richiede, infatti, l'esecuzione di tre fasi distinte di operatività.

La prima fase è lo screening, ovvero un censimento di tutte le apparecchiature che compongono l'impianto e i relativi processi. Questa fase serve a conoscere con esattezza marca, modello, ubicazione, stato di funzionamento e di manutenzione di ogni macchina e definire i processi nei quali sono coinvolte. Grazie a questa operazione si conoscono sempre con certezza e rapidità le criticità presenti e come intervenire.

La seconda fase è il reset, ovvero l’azzeramento delle condizioni di funzionamento. Con questa fase si eliminano i malfunzionamenti e le situazioni di funzionalità non ottimale, in modo da iniziare il programma di manutenzione su un impianto perfettamente funzionante.

La terza è di maintenance, ovvero la pianificazione e l’esecuzione secondo calendario di tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria; con questa fase si garantisce il mantenimento delle migliori condizioni di esercizio e di produzione.