Negli ultimi anni vari articoli pubblicati su riviste scientifiche hanno discusso la possibilità che nel sistema solare esista un altro pianeta che non è stato ancora avvistato, chiamato in modi diversi. Le ricerche sono continuate tra dubbi e contestazioni dovute al fatto che diversi team di ricercatori hanno proposto una posizione e una massa molto diverse per questo ipotetico pianeta a causa del fatto che ogni ricerca ha preso in considerazione i possibili effetti gravitazionali che ha su diversi corpi celesti nella fascia di Kuiper. Ora nuove ricerche propongono nuovi argomenti a favore ma recentemente c'è stato anche chi ha proposto spiegazioni diverse per gli effetti alla base di quelle ipotesi.

Il dottor Konstantin Batygin e il professor Mike Brown della Divisione di Scienze Geologiche e Planetarie del Caltech sono due degli scienziati che sostengono che nell'area del sistema solare ben oltre l'orbita di Nettuno chiamata fascia di Kuiper esista il nono pianeta che non è ancora stato avvistato direttamente, ma ha un'influenza gravitazionale su altri oggetti in quella stessa area che può essere misurata. A circa tre anni di distanza dal loro primo articolo, ne hanno recentemente pubblicati altri due, uno sulla rivista The Astronomical Journal nel gennaio 2019 e uno sulla rivista Physics Reports nel febbraio 2019, quest'ultimo assieme a Fred Adams e Juliette Becker dell'Università del Michigan ad Ann Arbor.

Un fattore che va sottolineato è che la nuova analisi basata su migliaia di nuovi modelli informatici dell'evoluzione dinamica di quell'area del sistema solare compiuta dal team di Mike Brown e Konstantin Batygin offre risultati ben diversi da quelli proposti tre anni prima ma ancora vaghi. I risultati precedenti prevedevano l'esistenza di un pianeta gigante gassoso che potrebbe essere distante dal Sole circa 700 volte rispetto alla Terra. I nuovi risultati prevedono l'esistenza di un pianeta la cui natura sarebbe ancora tutta da definire avendo una massa tra le 5 e le 10 volte quella della Terra che potrebbe essere distante dal Sole tra le 400 e le 800 volte rispetto alla Terra.

L'articolo pubblicato su The Astronomical Journal esamina quella che secondo Konstantin Batygin e Mike Brown è un'anomala concentrazione di corpi celesti in una certa area della fascia di Kuiper. I due ricercatori hanno provato a valutare se vi possa essere qualche errore nelle procedure di osservazione che hanno determinato una concentrazione solo apparente e secondo loro c'è solo una probabilità su 500 di errore nelle osservazioni. Va detto che anche in questo caso stiamo parlando di calcoli matematici che analizzano la bontà di osservazioni di altri corpi celesti e non del nono pianeta. In sostanza, Batygin e Brown affermano che le osservazioni di pianeti nani e asteroidi vari visti direttamente nella fascia di Kuiper non sono illusioni ottiche e le stime di caratteristiche come le loro orbite non sono inficiate da problemi strumentali.

L'articolo pubblicato su Physics Reports è concentrato sui modelli informatici usati da Konstantin Batygin e Mike Brown per simulare l'evoluzione di quell'area del sistema solare. Assieme a Fred Adams e Juliette Becker hanno usato quei modelli per offrire nuove stime delle caratteristiche del nono pianeta. Potrebbe trattarsi di una super-Terra ma le stime della sua massa sono troppo vaghe per escludere che si tratti di un mini-Nettuno.

L'ipotesi del nono pianeta ha ricevuto una nuova contestazione da parte di Antranik A. Sefilian dell'Università britannica di Cambridge e Jihad R. Touma dell'Università Americana di Beirut, in Libano, i quali hanno offerto, anch'essi su The Astronomical Journal, una spiegazione diversa per le perturbazioni gravitazionali rilevate su vari corpi celesti nella fascia di Kuiper. Essi sono partiti da un'altra ipotesi condivisa da molti astronomi, cioè che nella fascia di Kuiper vi siano moltissimi piccoli corpi celesti che formano un disco e hanno provato a simulare quella situazione e le sue conseguenze a livello gravitazionale.

Finora solo alcuni pianeti nani e vari grossi asteroidi per una massa totale stimata attorno a un decimo di quella della Terra. Tuttavia, altri ne vengono trovati in continuazione e potrebbero esserci molte migliaia di asteroidi più piccoli: ipotizzando una massa totale varie volte quella della Terra è possibile che l'azione combinata di più corpi celesti provochi gli effetti rilevati sugli oggetti conosciuti.

L'ipotesi di una grande quantità di piccoli corpi celesti nella fascia di Kuiper non è in contrapposizione con quella del nono pianeta. Ad esempio, Scott Sheppard, Chad Trujillo e David Tholen sono astronomi impegnati nella ricerca diretta del nono pianeta che hanno scoperto vari potenziali pianeti nani e sono convinti che il nono pianeta possa esistere assieme a molte migliaia di corpi celesti più piccoli. Secondo loro il nono pianeta potrebbe essere troppo lontano dalla Terra per poter essere individuato con i nostri telescopi attuali.

In sostanza, la questione è ancora del tutto aperta. Il problema è che finché le ricerche potranno essere basate solo su calcoli matematici sarà impossibile avere una risposta definitiva, anche perché le orbite dei corpi celesti avvistati negli ultimi anni sono conosciute in modo approssimativo perché sono molto distanti e quindi ne hanno percorso solo una piccola parte dopo la loro scoperta.