Il cibo ideale risiede nella memoria e si riaccende ogni qualvolta riviviamo la nostra personale esperienza di gusto sul palato.

Ricordi, luoghi e persone contribuiscono a rendere perfetto il momento in cui assaggiamo il nostro cibo ideale, rivisitato secondo le stagioni. Secondo alcuni dati riferiti alla popolazione italiana calcolati per una vita media di 82 anni, passiamo quattro anni della nostra vita a cucinare e sei anni e mezzo a mangiare, meglio quindi trascorrerli in compagnia e possibilmente con un occhio alla salute.

Ma cosa vuol dire mangiare oggi? L'alimentazione è ancora solo nutrimento? Il continuo lavoro di ricerca di chef e media aiuta a diffondere la cultura del cibo e del valore delle materie prime? Sono alcune delle domande poste al Prof. Antonio Monti, medico patologo, psicologo, fondatore del Gruppo Monti Salute Più e ideatore della dieta mitocondriale, intervenuto alla presentazione del libro di Marco Pirozzi dal titolo Il Cibo Ideale per l'appunto.

Nato dall'idea di un padre di completare il lavoro della figlia che dal suo letto di ospedale stava scrivendo la tesi sull'alimentazione nei pazienti oncologici, questo libro si è arricchito di contenuti trasversali sull'alimentazione e ha mantenuto una sua leggerezza. Esperti, nutrizionisti e chef raccontano come e cosa mangiare secondo il loro punto di vista professionale in modo da lasciare al cibo quel ruolo fondamentale per la vita di tutti.

Il cambiamento del modo di mangiare continua a mutare le nostre abitudini, la nostra cucina e il nostro modo di fare la spesa al mercato e al supermercato, creando non poca confusione. Per uscire da questa confusione di informazioni, spesso contraddittorie e antiquate, che possono sovraccaricare il cervello basterebbe ricordarsi giornalmente ciò che scriveva Ippocrate, medico greco antico, vissuto dal 460 a.C. – 377 a.C., padre della medicina tradizionale: “Lasciate che il cibo sia la vostra medicina e la vostra medicina sia il cibo” e “Esistono soltanto due cose: scienza ed opinione; la prima genera conoscenza, la seconda ignoranza”.

Come si diceva nell'antica Cina “ciascuno deve essere responsabile della propria salute”. Ed è una responsabilità che non possiamo demandare ad alcuno, per stare bene è sufficiente prendersi cura di sé ed essere attenti al cibo che mangiamo.

Sappiamo che l'uomo è onnivoro e il suo organismo ha bisogno di tutte le componenti alimentari, e ognuna di queste ha il suo ruolo ed è in grado di promuovere, stimolare o al contrario modulare o rallentare i processi biochimici fisiologici e fisiopatologici dell'organismo. Per queste ragioni è necessario che anche la nostra dieta sia variata nelle sue componenti, diventando un'alleata nel proteggere e mantenere la nostra salute.

Gli esperti consigliano innanzitutto di evitare e ridurre lo stato di sovrappeso e la sedentarietà, evitare i cibi ad elevata densità calorica ricchi di grassi e zuccheri, limitare al minimo l'assunzione eccessiva di bevande alcoliche e carni rosse, se conservate, usare poco sale, non eccedere nel consumo di formaggi e latticini. È bene introdurre spezie come lo zenzero, il curry, la salvia, il cumino, il peperoncino, i semi di finocchio che aiutano a contrastare l'acidità di alcuni alimenti; sì a vegetali, frutta fresca, tuberi, noci, semi oleosi, germogli, succhi di frutta e legumi che sono invece alimenti alcalini e consumarli tutto l'anno.

Esiste il cibo ideale? Forse non esiste un mangiare ideale, banalmente tutto può far bene e tutto può far male. Sono la qualità dei prodotti, le modalità di preparazione, la quantità di quello che mangiamo che, uniti anche al nostro stile di vita, al respiro e alla consapevolezza possono farci vivere bene fino a cent'anni.