Uno dei momenti magici per l'editoria italiana, che segna il passaggio alla tipografia moderna, è legato al nome di Subiaco. Quest’angolo dell'Appennino laziale diventa, per alcuni anni, l’officina di importanti trasformazioni nell'evoluzione della tipografia e nello stile della stampa, tanto da dare il nome a un innovativo carattere tipografico, il Subiaco type, che soppianterà il carattere gotico di impianto gutenberghiano.

A seguito del sacco di Magonza, molti allievi di Gutenberg iniziano a disperdersi per l'Europa, contribuendo alla diffusione e all’evoluzione di quanto avevano appreso: la tecnica della stampa a caratteri mobili. Nel 1462, due di loro, Arnoldo Pannartz e Corrado Sweynheym, probabilmente su invito del cardinale tedesco Niccolò Cusano, assiduo frequentatore dei monasteri benedettini di Subiaco, si dirigono nella cittadina laziale; qui vengono accolti dai monaci di Santa Scolastica, e qui, nel 1465, danno alla luce il primo libro stampato in Italia, il De Oratore di Cicerone.

Non deve stupire se un luogo deputato alla conservazione della cultura tiene a battesimo la nascita dell'editoria italiana, ma perché proprio a Subiaco? Come da tradizione, i monasteri benedettini di questo paese sono abitati da una comunità multiculturale di monaci italiani, fiamminghi, tedeschi, spagnoli, che vantano secolari attività di copiatura e custodia di libri. Il clima della cittadina e l'attività dei monasteri attira molti intellettuali anche dalla vicina Roma, tanto che Pannartz e Sweynheym ne vedono una meta ideale per la pratica della stampa, vista anche la benevole apertura nei riguardi di questa tecnica innovativa da parte dei vicini ambienti ecclesiastici. I due allievi di Gutenberg, che in seguito andranno a lavorare a Roma, entrarono quindi in contatto con un clima culturale diverso da quella di provenienza, che li portò a un nuovo approccio tecnico a nuove soluzioni stilistiche, confluite nell'uso di un nuovo carattere, di più facile lettura rispetto al gutenberghiano Textura Gotica.

Le lettere di Gutenberg, che furono comunque i primi caratteri a stampa, erano una naturale evoluzione della scrittura carolingia, caratterizzate da una ridotta spaziatura, dall’effetto molto elegante ma dall’impatto scuro e di difficile lettura tanto da meritare anche l’appellativo di "Black letters", lettere nere. Il Subiaco type, deve la sua originalità all'unione delle lettere maiuscole di stile romano - quelle utilizzate nelle epigrafi - con quelle minuscole di stile gotico, di cui attenua un po' lo slancio. La trasformazione delle "lettere nere" in uno stile più tondeggiante, influenzato dalle linee classiche dell'umanesimo Italiano, era la spia di una nuova esigenza che andava nella direzione di una maggiore facilitazione della lettura.

Il passaggio successivo avviene a Venezia grazie all’apporto iniziale del tipografo francese, ma di cultura europea - studia infatti in Francia e in Germania - Nicolas Jenson, che realizza lavori con un carattere romano ulteriormente purificato dalle contaminazioni con il gotico, che introdurrà, nella pagina stampata, le forme dei più eleganti esempi di calligrafia umanistica. Le lettere veneziane di Jenson acquisteranno ulteriori connotazioni rinascimentali con l’opera del bolognese Francesco Griffo. Questi affinerà le proporzioni fra lettere maiuscole e minuscole armonizzando l’allineamento della sommità delle prime con la parte inferiore delle seconde. Il carattere inventato dall’incisore bolognese, usato per la prima volta nel1496 per l'edizione di De Aetna del Cardinal Pietro Bembo, diventerà l’archetipo di tutti i futuri disegni di caratteri romani.

Venezia, a cavallo fra Quattro e Cinquecento, anche per la presenza di Aldo Manuzio per il quale Grifo lavorerà e inciderà il carattere Corsivo italico, diventa la culla del rinascimento tipografico e librario. L'innovazione iniziata a Subiaco, nel clima cosmopolita che si respirava fra i muri delle abbazie benedettine, il verde dei monti Simbruini e il brio del fiume Aniene, trova nell'altrettanto cosmopolita e attiva Venezia, l’ambiente ideale per la sua diffusione nel mondo.