Cristiana Fioretti sperimenta relazioni tra colore e multimedialità per gli ambienti del Museo Archeologico "Girolamo Rossi" di Ventimiglia in un percorso espositivo site-specific polisensoriale non invasivo, incentrato sulla dialettica tra le opere, l'architettura e i reperti storici custoditi in questo prestigioso luogo. I nuovi lavori sono distribuiti negli ambienti del Museo, dal piano terra, alle ex prigioni, lungo i corridoi che le collegano e nelle diverse sale.

Con questa mostra l’artista ha voluto creare un’esplorazione emozionale-immersiva del luogo espositivo attraverso un allestimento pensato in dialogo con l'architettura. Il percorso è mappato da trenta opere pittoriche su carta, qui esposte per la prima volta, che lo spettatore dovrà cercare, come in una caccia al tesoro, servendosi di segni visivi, tattili, sonori e per la prima volta anche olfattivi, che tracciano un viaggio metaforico evocativo nel tempo e nella storia. Opere e istallazioni alterano la percezione dello spazio e visualizzano un percorso iniziatico dentro al fluire del tempo e fuori dalla storia. I temi fondamentali sono: viaggio, mare, orizzonte, infinito e "azzurrità". Viaggio come metafora di conoscenza; mare come custode del mistero dell'origine della vita; le potenzialità espressive dell'azzurro come linguaggio emozionale-evocativo.

Le opere sono realizzate con interventi di colore su carte nautiche antiche e moderne di varie dimensioni (cm 50x70, cm 60x100, cm 80x110). Per le prime l’artista ha utilizzato colori da lei stessa preparati con la bollitura in acqua di mare di spezie e di erbe (zafferano-curry-curcuma-ginger-anice-peperoncino-alloro-rosmarino-prezzemolo-lavanda ecc.), come usavano fare gli antichi, mentre per le seconde si è servita di tecniche miste (acquerelli, acrilici, cera). Il percorso espositivo culmina in due installazioni site-specific collocate nelle ex celle sotterranee.

Le carte nautiche – scrive Jacqueline Ceresoli nel suo testo in catalogo - sono uno strumento conoscitivo descrittivo per gli esploratori, evasivo per gli artisti capaci di tracciare percorsi metaforici tradotti in immagini come alfabeto visivo della memoria. Per Fioretti il colore è una condizione della ricerca del movimento, visualizza riflessioni dinamiche attraverso paesaggi naturali, mappando un percorso autonomo attraverso lo spazio dell’opera fino al punto dove lo sguardo coglie l’infinito dialogo tra ragione ed emozione, sospeso tra tempo storico e individuale. […]

In queste carte si tratteggiano attimi passati, sensazioni sensoriali vissute durante le esplorazioni dell’autrice delle coste intorno al Mediterraneo, all’oceano Atlantico, Pacifico e le isole dei Caraibi, emozioni che si riconfigurano nella sua memoria di luoghi. Paesaggi lirici che si modificano nel corso delle stagioni, dissolte in un continuo processo di svelamento di flussi mentali impresso nel gesto del dipingere. Osservando le mappe sono evidenti impronte, striature, accenni di luce diafana, impronte, addensamenti di colore, di spezie, come schegge di visioni conflittuali suggerite dall’urgenza di moltiplicare i punti di collisione tra superficie e vuoto, senza rinunciare a sollecitazioni tattili della materia. […]

Maria Cristiana Fioretti, nata a Cingoli (MC) nel 1966, vive e lavora tra Milano e Mentone, in Francia. Artista multimediale, è titolare della cattedra di Cromatologia all'Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. Ha tenuto diversi workshop e corsi di "Luce - Colore" presso Università e facoltà europee di Belle Arti, come Lisbona, Budapest, Nizza, Marsiglia e Stoccolma.

Espone dalla seconda metà degli anni Ottanta, partecipando a mostre collettive nazionali ed internazionali in spazi pubblici e privati, fino alla mostra personale "Light Abst-Action" alla Casa dell'Energia di Milano nel 2010 ed alla partecipazione della 55. Biennale di Venezia nel 2013. Sue opere figurano in collezioni pubbliche, private e in musei in Italia, Spagna, Malta, Tunisia, Egitto, Francia, USA, Principato di Monaco, Giappone e Brasile.

Fin dagli esordi, l'artista si caratterizza per una ricerca concettuale sui materiali, concentrandosi poi sull'elemento astratto e lirico, unendo l'antimaterialismo di Kandinsky alla scultura, all'oggettività e tattilità dei materiali naturali ed artificiali.