Cortesi Gallery è lieta di presentare una collettiva sul movimento Zero come mostra inaugurale del proprio nuovo spazio espositivo.

Comprendendo un numero di opere dei Modern Master europei, tra cui Enrico Castellani, Lucio Fontana, herman de vries, Jan Schoonhoven, Gunther Uecker e Paolo Scheggi, questa mostra si propone come una preziosa analisi sulle affinità concettuali e formali che hanno attraversato la scena artistica contemporanea in Europa tra il 1960 e il 1970, periodo storico che da sempre è stato al centro degli interessi della Cortesi Gallery. La recente mostra tenutasi al Guggenheim Museum di New York, che è attualmente ospitata al Martin Gropius Bau di Berlino, dimostra come ultimamente il movimento Zero stia ottenuto una rilevanza sempre maggiore a livello internazionale.

Composto da una rete d’intellettuali e artisti, il gruppo Zero nasce ufficialmente nel 1958, e non sappiamo se e quando muore. Movimento transnazionale, sostanzialmente europeo (ma con appendici negli Stati Uniti e in Giappone), vede in Heinz Mack, Otto Piene e Gunther Uecker i fondatori e gli animatori, attorno ai quali si sono riuniti artisti olandesi, tedeschi, belgi, francesi, svizzeri, italiani.

Zero ha suggerito una zona di silenzio e di possibilità pure per un nuovo inizio: lasciandosi alle spalle i ricordi della seconda guerra mondiale e le sue conseguenze, Zero ha promosso nuove forme di espressione e dei media, spesso tratte dalla vita quotidiana e della natura, rivelando una tendenza a utilizzare colori puri accanto a nuovi materiali e innovazioni tecnologiche, giungendo a risultati imprevisti, utilizzando strumenti come la luce e il movimento, che sono caratteristiche imprescindibili delle opere di questi artisti.

Zero divenne così il centro di ciò che il curatore Marco Meneguzzo chiama “una galassia perennemente in movimento, un blob che si muove inglobando tutti coloro che mostrano un’aspirazione alla libertà espressiva, anche a scapito del tradizionale concetto di opera. Mostrandosi simile a Fluxus, Zero diviene una bandiera irridente e allo stesso tempo operativa, fattiva, nuova, potremmo definire Zero come una nuova versione futuristica di Dada, dove i materiali, le forme e le azioni rispondono ai nuovi parametri della società, sottolineando la speranza per il futuro. Ogni artista di Zero sembra caratterizzarsi per la scelta di un materiale su cui lavorare, che diventa l’esempio di come si possa trasformare il mondo, con nuovi oggetti e nuove forme, ponendosi in un modo di essere invece che di ‘avere’. C’è aria di famiglia tra questi artisti e tra le loro opere, che hanno costruito codici espressivi partendo dal desiderio di non averne”.

L’intenzione è quella di suggerire una vera e propria atmosfera, un ambito d’azione e di riflessione ispirato al gruppo Zero: tutti gli artisti presenti alla mostra hanno dialogato, partecipato, condiviso l’attitudine libera che Zero andava gioiosamente diffondendo in Europa. Nelle opere di questi artisti si possono trovare le origini o, per lo meno, le prime tracce di numerosi movimenti che seguiranno, come Minimalismo o Land Art. Gli artisti appartenenti al gruppo Zero, hanno prodotto delle opere che guardavano verso il futuro e questo loro atteggiamento di precursori rende oggi le loro opere estremamente attuali. La mostra di Cortesi Gallery si propone di presentare a Londra il clima culturale - l’atmosfera appunto - che condividevano questi artisti.

Artisti: Bernard Aubertin, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Dadamaino, Lucio Fontana, Hermann Goepfert, Walter Leblanc, Adolf Luther, Heinz Mack, Piero Manzoni, Christian Megert, Gruppo MID, Francois Morellet, Henk Peeters, Otto Piene, Tomas Rajlich, Paolo Scheggi, Jan Schoonhoven, Jesús Rafael Soto, Gunther Uecker, Paul Van Hoeydonck, Grazia Varisco, Nanda Vigo, herman de vries.