Mazzoleni London è lieta di presentare Albisola: a season of artists, in mostra dal 14 ottobre al 19 dicembre 2025. L’esposizione celebra la ricca eredità artistica di Albisola, la cittadina ligure divenuta crogiolo di sperimentazione, collaborazione e innovazione nella produzione della ceramica artistica nel secondo Dopoguerra.

In vista del 40º anniversario della galleria Mazzoleni, che sarà celebrato nel 2026, la mostra esplora i profondi legami personali e storici tra Albisola e la famiglia di galleristi e le relazioni che hanno contribuito a plasmarne la visione e il programma sin dalla sua fondazione.

Al centro del percorso espositivo, una selezione di opere emblematiche di protagonisti della scena artistica albisolese come Enrico Baj, Giuseppe Capogrossi, Roberto Crippa, Lucio Fontana, Asger Jorn, Wifredo Lam, Piero Manzoni ed Emilio Scanavino offre uno sguardo raro sul vivace dialogo interculturale sviluppatosi in questo contesto. In quegli anni ad Albisola la sperimentazione d’avanguardia si intrecciava con le tradizioni artigianali locali e lo scambio intellettuale internazionale.

Il rapporto della famiglia Mazzoleni con Albisola ha inizio alla fine degli anni Sessanta, ben prima della fondazione della galleria nel 1986. Spinti dalla passione per il collezionismo, Giovanni e Anna Pia Mazzoleni furono attratti dall’energia creativa della zona e per la sua tradizione ceramica. Un giovane Luigi Mazzoleni (oggi gallerista) ricorda vividamente la visita allo studio di Wifredo Lam situato in collina, affascinato dagli oggetti provenienti dall’Africa e dalla Papua Nuova Guinea che ne animavano lo spazio: un incontro precoce destinato a segnare la sensibilità artistica della famiglia.

L’amicizia con Lam culminò in una mostra personale di grande rilievo presso la Galleria Gissi di Torino nell’aprile del 1978, organizzata in collaborazione con la famiglia prima che questa rilevasse lo spazio espositivo nel 1985. Quasi cinque decenni dopo, l’opera di Lam e quella dei suoi contemporanei attratti da Albisola continua a essere parte integrante del programma di Mazzoleni.

Tra le opere in mostra figura Femme cheval (1966) di Wifredo Lam, potente ritratto di una devota colta nel momento della possessione da parte di Orisha, divinità della tradizione spirituale afrocubana. Con straordinaria delicatezza, la figura ibrida — con la criniera fluente, il corpo sensuale e le corna minacciose — incarna la visione di Lam dell’arte come forza insieme spirituale e rivoluzionaria, umana e divina.

La mostra ripercorre anche le ricerche sulla ceramica di Lucio Fontana, che iniziò a lavorare ad Albisola nel 1936, presso la fabbrica del padre di Tullio d’Albisola (la Giuseppe Mazzotti). In questo contesto sviluppò la serie Natura Morta e, successivamente, applicò alle ceramiche le innovazioni nelle smaltature apprese durante il suo soggiorno a Sèvres. Il ritorno ad Albisola nel dopoguerra segnò un momento di svolta per Fontana: iniziò a realizzare ceramiche di grande formato integrate con l’architettura, trasponendo le sue idee spazialiste nella scultura. Un esempio emblematico è Concetto spaziale (1957), un’opera in terracotta lunga circa 1,5 metri, attraversata dai suoi celebri tagli. Questo gesto drammatico anticipava, in forma tridimensionale, l’energia radicale che avrebbe poi trovato espressione nelle sue tele.

Enrico Baj è un altro artista il cui lavoro fu profondamente influenzato dalla cittadina marina di Albisola, e con il quale la famiglia Mazzoleni instaurò un rapporto duraturo. Giovanni Mazzoleni ricorda con particolare interesse la mostra di Baj alla Galleria Gissi nel 1982, mentre Davide Mazzoleni (attuale gallerista) ne rievoca l’ironia e il carisma, sottolineando come l’artista sia poi diventato una figura centrale nel programma della galleria. Tra le opere esposte spicca Caporale (1970), un collage incisivo tratto dalla serie Generali. Distinta dall’inconfondibile uso di tecniche miste e satira, l’opera propone una tagliente critica del fasto militare e delle strutture di potere autoritario.

Completa il progetto espositivo un catalogo con un saggio critico di Luca Bochicchio, storico dell’arte, curatore e docente presso l’Università di Verona. Fondatore del MuDA – Museo Diffuso Albisola, che include la Casa Museo Jorn – Bochicchio da oltre un decennio si dedica alla ricerca sull’eredità artistica del territorio. Descrive la mostra come “un nuovo capitolo nella storia continua dell’impatto di Albisola sull’arte contemporanea” e osserva che “il caso di Mazzoleni è particolarmente significativo nel rappresentare l’importanza, ancora poco riconosciuta, della seconda generazione di collezionisti e galleristi che incrociarono Albisola negli anni Sessanta e Settanta.”

Rivisitando il fervore artistico locale, Albisola: a season of artists non solo celebra un momento cruciale nella storia dell’arte del Dopoguerra, ma riflette anche l’etica fondativa della galleria Mazzoleni: un ethos radicato nella sperimentazione, nel dialogo e nel profondo rispetto per l’eredità artistica.