Per tutto il XX secolo decine di geniali fotografi hanno stampato ogni forma di paesaggio, di nudo, e ogni altro genere di fotografia in bianco e nero, rendendo molto difficile un rinnovamento stilistico che interessasse il XXI secolo. Trovare poi un artista capace di immortalare New York – probabilmente la città più fotografata e documentata al mondo – e di produrre un lavoro in bianco e nero che fosse insieme nuovo ma anche emozionante, sembrava una sfida ancora più estrema.
La singolarità del lavoro di Gabriele Croppi sta nel fatto che riesce a raggiungere una forma spoglia e fortemente evocativa calando figure solitarie in alcune delle zone più frequentate e caotiche della città. Croppi stesso sembra percepire la debolezza del mondo oggettivo e la risonanza interiore che i toni scuri e il vuoto sono in grado di raggiungere. Il colore nero, piuttosto dominante in questa serie dedicata a New York City, lungi dall’essere un mero elemento stilistico, agisce come un processo drammatico. La visione di queste immagini ci obbliga a soffermarci con ostinazione sui particolari delle stesse, generando un effetto straniante ottenuto nella convinzione – sottolineata dall’artista stesso – che “nella fotografia la dimensione metafisica sia rafforzata da un linguaggio estremamente realistico o addirittura iperrealistico”.
Fedele come sempre a un’estetica che rifiuti il formalismo tradizionale, Croppi ribadisce questa capacità di cogliere molteplici fenomenologie costruite su momenti di riferimento alla pittura e alla letteratura, con un senso di temporalità applicato mediante sovrapposizioni e collisioni di momenti contrastanti. Queste fotografie appaiono come microcosmi contenenti le nostre preoccupazioni sulla condizione umana: fantasmi con volti sfuggenti, passanti pietrificati, inghiottiti dalle ombre in uno spazio in cui sono entrambi vittime e sconosciuti al tempo stesso.
Gabriele Croppi (1974) si diploma in Fotografia presso l’Istituto Italiano di Fotografia di Milano. La sua ricerca è incentrata sul rapporto tra fotografia e altre arti, come la pittura, la letteratura, il cinema e l’architettura. La sua ricerca Metafisica del Paesaggio Urbano ha ricevuto numerosi premi internazionali fra cui l’IPA (International Photography Awards 2012, 2013 e 2014) e il Golden Camera Awards (2013). Vive in Italia a Milano lavorando nel settore dell’editoria, del collezionismo fotografico, e dedicandosi all’insegnamento presso l’Istituto Italiano di Fotografia.
New York, Metaphysics of the Urban Landscape, fotografie di Gabriele Croppi, presentazione di Marla Hamburg Kennedy, Editore Sime Books